POLITICA

Velletri sceglie il suo nuovo Sindaco: seggi aperti sino alle 23. Subito dopo lo spoglio e la proclamazione del nuovo Primo cittadino veliterno

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Ci siamo. Domenica 24 giugno la città di Velletri conoscerà finalmente il nome del suo nuovo Sindaco. Dopo una campagna elettorale che è sembrata infinita, complici anche le elezioni regionali e politiche che si sono tenute lo scorso inverno, la parola tornerà ancora una volta agli elettori, che matita alla mano si ritroveranno nuovamente nelle sezioni elettorali dislocate sul territorio, per esercitare il proprio diritto al voto.

Saranno Orlando Pocci (forte del 35.5% del primo turno) e Giorgio Greci (che ha risposto col 29.7%) a sfidarsi nell’odierno turno di ballottaggio che decreterà il nome del nuovo sindaco di Velletri. Questo il verdetto al termine del primo turno delle Amministrative 2018, quando nessuno dei 7 candidati in lizza è riuscito a superare il 50%, come invece accade 5 anni prima con Fausto Servadio.

Il ricorso al secondo turno era stato d’altronde ampiamente previsto, visto l’enorme frazionamento di candidati, e ben 27 liste a supporto degli stessi (a primeggiare, tra queste, quella del Partito Democratico, seguita da FdI e dal M5S). 

Ore 7 – ore 23, questo il lasso temporale in cui, domenica 24 giugno, gli aventi diritto al voto sceglieranno chi, tra Orlando Pocci e Giorgio Greci dovrà amministrarli per il prossimo quinquennio.

Si ripartirà dal primo turno, e da quei 1400 voti in più per Orlando Pocci, anche se dal momento del fischio d’inizio la partita ricomincerà sullo 0 a 0, e sarà un’altra storia, senza sparring-partner, e solo due sfidanti ad incornarsi nel rodeo. A pesare sarà anche l’affluenza, che dopo il 63% del primo turno potrebbe fare fatica a superare il 50%.

Nel bailamme di post sui social, video parodie e dichiarazioni al fulmicotone, alcuni telefoni cellulari sono andati in escandescenza lo scorso fine settimana, quando sono arrivati a compimento i tentativi di accordo che, alla fine, si sono tradotti in un unico apparentamento, quello della Lista Felci in sostegno di Giorgio Greci, con Paolo Felci che, pare suo malgrado, ha dovuto accettare l’accordo, apparentando la sua civica, e non CasaPound, ritrovandosi proprio con coloro che più di tutti aveva avversato (e viceversa, almeno per quanto concerne l’ala destra di una coalizione che oltre alle liste civiche ha contato su Fratelli d’Italia e Lega).

Non sono mancati, da parte della coalizione di Greci, neppure gli ammiccamenti alla coalizione di Alessandro Priori, giunta terza al primo turno, mentre è presto naufragata la speranza che il Movimento 5 Stelle assicurasse il proprio sostegno (pur lasciando libertà di coscienza all’elettorato pentastellato Paolo Trenta, candidato sindaco del Movimento, ha invitato palesemente a non votare per il candidato della destra, “sentendo il dovere – parole sue – di proteggere la città da derive politiche che la possano riportare indietro di decenni”).  A rendere più articolato il quadro è stata proprio la scelta di Alessandro Priori e della sua coalizione di appoggiare la candidatura  a sindaco di Orlando Pocci, avendo trovato in lui maggiori convergenze programmatiche e affinità strategiche per lo sviluppo di Velletri. Una scelta che, nel caso venisse confortata dal responso elettorale, consentirà al dottor Fabio Messori, viceprimario del Pronto Soccorso veliterno, di poter garantire il proprio apporto in Consiglio comunale, “dove la sua presenza – hanno dichiarato dall’entourage di Priori – si tradurrebbe in un valore aggiunto assoluto per l’intera città, visto che lui, più di tutti, conosce bene le criticità dell’Ospedale e saprà operare al meglio per il suo rilancio”.

Solo apparentemente discostati gli altri due candidati a sindaco, Augusto Di Lazzaro e Stefano Pennacchi, che hanno ufficialmente lasciato libertà di coscienza ai propri elettori.

Nonostante l’impegno profuso dagli “spin doctor” di Giorgio Greci (gli stessi che hanno scortato alla vittoria Maurizio Caliciotti nelle Comunali larianese dello scorso anno) la tensione s’è tagliata a fette in alcuni frangenti, non ultimo al comizio ai Cinque Archi, quando il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giancarlo Righini,  ha bollato come “cacasotto, “traditori” e “venduti” coloro che non hanno appoggiato il progetto.  Parole, quelle di Righini – che ha accusato l’altro centrodestra di essere fautore di “inciuci” – proferite a poca distanza da quella Lariano in cui lo scorso anno, appoggiando proprio la coalizione del sindaco uscente, contribuì al successo di Maurizio Caliciotti, esponente del Pd, affossando le speranze del dottor Gianluca Casagrande, che coltivò invano la speranza di un centrodestra unito e fu beffato proprio dalla scelta di Fdi di convergere sulla coalizione espressione della Giunta di centrosinistra uscente. Nel mezzo le accuse al vetriolo di Gianni Cerini al candidato del centrosinistra, in relazione a quei debiti col fisco che lo stesso ha poi avuto modo di spiegare pubblicamente nel comizio di piazza Cairoli (“una rateizzazione non è un reato per chi non si è certo arricchito con la politica” ha replicato Pocci tra gli applausi dei suoi, prima di augurarsi una distensione degli animi ed il ritorno ad una stagione di rappacificazione). In questa escalation di tensione sono infine arrivate le parole del candidato sindaco, Giorgio Greci, che ancora una volta s’è dimostrato più saggio di chi ha spostato troppo a destra il baricentro della sua coalizione, e ha gettato acqua sul fuoco delle polemiche, provando così a “svelenire il clima. Vi chiedo solo di andare a votare, senza polemiche e senza baruffe” ha dichiarato ai suoi. 

Dopo una settimana di trattative e di parole al miele un pò per tutti, quindi, gli ultimi giorni sono stati contraddistinti da dichiarazioni al vetriolo, che hanno contribuito ad esacerbare gli animi e ad infiammare la contesa. La coalizione a sostegno di Orlando Pocci, forte anche del migliaio e rotti voti di vantaggio del primo turno, è apparsa più serena, mentre dall’altra parte ci si è ingegnati alla ricerca dei voti che potessero contribuire allo sprint finale (in città sono arrivati Guido Crosetto, cofondatore di Fratelli d’Italia, e Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, già MSI, AN e PDL, accolto da poche decine di persone nella sua visita veliterna).

In attesa di conoscere la composizione del nuovo consiglio comunale, nessuno dei due candidati ha svelato l’eventuale composizione dell’esecutivo, che per quanto concerne il centrosinistra potrebbe persino contare sulla sorpresa dell’apporto del sindaco uscente, Fausto Servadio, che nella sua ultima uscita pubblica, all’inaugurazione della rotonda tra Fontana della Rosa e la via Appia, non ha mancato di salutare i cittadini, facendo un bilancio delle opere in arrivo.

Smaltita la sbornia dei festeggiamenti il nuovo Sindaco prenderà subito possesso della sua scrivania, mentre per la prima del rinnovato consiglio comunale bisognerà attendere con tutta probabilità almeno un paio di settimane.

‘Castelli Notizie’, da tradizione, seguirà lo spoglio elettorale in diretta, sino ad annunciare ufficialmente, nei suoi aggiornamenti, il nome del nuovo sindaco di Velletri, che potrebbe arrivare appena dopo la mezzanotte.

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