Lettera al direttore

Attualità

La lettera di Nisio Magni: ‘Così Lanuvio diventa cibo da strada per illusioni a breve termine’

nisio magni

Nisio Magni

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – C’è un crescente interesse, nella disperata ricerca di creare motivi di ottimismo e resilienza antidepressiva, per un “nuovo fenomeno”  portato agli onori delle prime pagine da autorevoli firme del giornalismo economico e del costume culturale: è lo street food!

Eh già, mangiare per strada sembra appassionare un poco tutti, giovani e anziani, professionisti e politici, industriali  dell’alimentazione e dei rifiuti, ecc.

È uno spazio affollato dove si può fare “business” in tanti modi per chi  “ci sa fare”, cioè i più furbi.

Neet, occupati e inoccupati, pensionati e esodati, tutti  componenti, spesso ignari, del  “NWO ” (nuovo ordine mondiale); in questa indistinta moltitudine moltissimi sono “volontari inconsapevoli” dell’esercito mondiale dei diseredati. Una volta, fino al 1989, si era inquadrati nei ranghi: di borghesi, proletari, sottoproletari, oggi, nell’epoca del disegno neo liberista mondiale, si è inquadrati come componenti dell’esercito dei “marginalizzati”,  suddiviso nei corpi: cittadini nazionali, immigrati, clandestini.

Ma cosa centra tutto questo con lo street food?

Vi spiego la mia visione.

Noi tutti siamo, chi consapevolmente chi inconsapevolmente, componenti di questo esercito e dobbiamo pur sopravvivere …. ma come?

Alcuni godono di un reddito, ma ormai con un ridotto margine di guadagno e nessuna possibilità di risparmio per gli agguati di multe, manutenzioni cure, ecc.;  molti non lavorano o svolgono lavori che fino a qualche hanno fa non erano assolutamente considerati lavori e moltissimi altri non fanno assolutamente nulla;  ma tutti siamo stati resi consapevoli che durante questo esodo dal certo all’incerto, se si vuol sopravvivere bisogna diventare “imprenditori”, cioè tradotto :

visto che non c’è nulla da fare inventatelo!

Domanda: ma cosa, come e con quali risorse? 

Risposta: offrendo ai tuoi “commilitoni” quello che chiedono, cioè cibo e bevande da consumare come passatempo per strada!                                                                                                                                                      

Per strada passeggiando in bermuda, ciabatte e canottiera, non si evidenzia alcuna differenza, non ci sono più giornali sottobraccio, scappellamenti,  tutti uguali affamati e si può scegliere un panino o una piadina o del kebab, un trancio di pizza o un supplì o un arancino, polpette o nuggets o patatine fritte, si può bere birra o Coca Cola (che a Velletri qualcuno chiama “Acqua Zozza”).

Ecco quindi che anche con poco investimento iniziale e scarse competenze nel cucinare, si diventa imprenditori e visto che in molti tentano l’impresa, promuovere la propria attività è imprescindibile e quale migliore occasione può esserci  di farlo con una festa?

Tipo quelle che si fanno negli stadi o in occasione dei raduni degli Alpini in cui non stanno tanto a badare all’etichetta, a pretendere e a rispettare regole igieniche come si fa obbligo ad un ristorante o ad una pizzeria e perfino ad un’osteria!

Bene direte voi ma veniamo a Lanuvio e alla festa dello street food edizione 2018.

Per questa festa, che si terrà alla fine del mese corrente, l’amministrazione Lanuvina il 27 Giugno  scorso ha addirittura abrogato regole, da essa richieste e votate poi all’unanimità in consiglio comunale il 7 maggio ‘18. Con quelle regole si vietava lo svolgimento di manifestazioni nel Parco di Villa Sforza che ne avessero potuto deturpare l’ambiente e guarda caso, furono studiate, discusse ed approvate proprio per evitare quanto nello stesso posto accadde nell’edizione 2017 della Festa dello Street Food, quando il parco fu ridotto ad un immondezzaio ed il prato distrutto dalle manovre dei furgoni dei venditori e dal passeggio dei tantissimi convenuti.

Finita la festa fu palese quanto il Parco di Villa Sforza fosse percepito come “Bene Comune” e si comprese, ma evidentemente non tutti, che come tale si sovrapponeva all’essere un  “Bene Pubblico”. Infatti moltissime furono le doglianze per quanto accaduto e le richieste che non accadesse più dimostrandosi una amplissima, sostenuta solidarietà e partecipazione elettiva all’impegno costante e volontario di chi fin dall’inizio, forse inconsapevole di quanto avrebbe prodotto, vi si era dedicato come se di quel bene ne fosse il custode morale in rappresentanza di tutti i lanuvini.

Ecco è qui che nasce la differenza per alcuni e l’indifferenza per altri.                          

Di un bene pubblico si può disporre per un interesse come potrebbe essere  quello di ricavarne un utile economico,  ma di un Bene Comune no, perché un bene comune nutre il bisogno di tutti in eguale misura, pertanto chi ha il compito di amministrarlo non ne può disporre ma solo migliorarlo e se ne è incapace almeno di conservarlo.

Nel caso specifico, storia, paesaggio, qualità ambientale e partecipazione passionale con lavoro volontario si sono fusi insieme, facendone un bene di cui si è nutrito il comune  sentimento dei lanuvini.

Ecco quindi la mia denuncia politica:  chi governa oggi Lanuvio, tutto questo dimostra di non averlo capito  e chi tra chi governa “e ci sa fare” ritiene di poter utilizzare tutto questo per   promuoversi nella carriera politica , dati l’evidenza dei fatti  e le presupposte finalità, non rappresenta niente di nuovo per l’immediato ne potrà essere potenzialmente  un buon investimento per il futuro di questa comunità, perché quanto accaduto racconta ancora:

– di una vecchia e individualistica visione nello gestire la risorsa territorio,

– dell’obiettivo di considerare una  comunità come salvadanaio di consensi da barattare sul mercato della spartizione del potere in politica.

La vicenda dello street food nella versione “Fare la Festa a Lanuvio”, è stato il tratto mancato di un disegno complessivo tracciato su tutto il territorio comunale ed indirizzato ad obiettivi personalizzati. Infatti l’assessore all’urbanistica e vicesindaco ha più o meno concluso un processo di Pianificazione del Territorio Comunale iniziato con la variante del PRG che, nata già su una visione urbanistica superata, dopo più di 20 anni di gestazione è stata tirata a riva che era in decomposizione. Pertanto essendo incapace di portare alla comunità effettivi benefici,  vuole produrre solo illusioni nel breve termine (1/2 anni) a cui seguirà la perdita di opportunità nel medio (2/5) e per il dopo sarà meglio affidarsi all’oroscopo.

Tutto ciò da come risultato che mentre  in Italia si cambia, Lanuvio diventa cibo da strada. 

Nisio Magni

Portavoce del Meet Up Lanuvio-Campoleone Cinque stelle

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