POLITICA

Frascati – Il senatore Dessì (M5S) sbotta: ‘Tutta la verità sul mio affitto, il Pd eviti figuracce’

DESSI EMANUELE

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“Il Partito democratico deve fare pace col cervello e, nel caso dei colleghi parlamentari che hanno presentato l’interrogazione in merito al mio alloggio comunale, prima di parlare dovrebbero conoscere bene come stanno le cose. Questo per evitare figuracce e, aggiungerei, per evitare che quello che voleva essere un atto contro il sottoscritto si trasformi in un pericoloso boomerang per il Pd, a livello locale e non solo”. Lo ha dichiarato in una nota il senatore del MoVimento 5 Stelle Emanuele Dessì, eletto nel collegio Lazio 3, cittadino di Frascati, in merito alla interrogazione a risposta orale presentata dai quattro parlamentari Pd Faraone, Ginetti, Parrini e Sudano.

“Nel tentativo di gettare ancora fango sul mio nome – ha spiegato Dessì – il Partito democratico ha fatto corto circuito. Quando i colleghi Pd se la prendono col Comune di Frascati accusandolo, peraltro erroneamente, di non aver fatto i controlli in merito al mio alloggio, ignorano che nelle ultime 4 consiliature Frascati è stata amministrata da sindaci Pd e che comunque anche l’attuale Amministrazioni di Mastrosanti è di estrazione di centrosinistra”.

“Visto che ci siamo – ha aggiunto Dessì, il cui canone mensile per l’alloggio popolare nel centro di Frascati è da poco passato dai 7,73 euro agli attuali 700 – sarebbe il caso che gli esponenti Pd chiedano a questa ed alle precedenti Amministrazioni cosa sia stato fatto sul patrimonio di Frascati dal momento che dal 2008 c’è una delibera, ampiamente inattuata, che avrebbe dato la possibilità alle tante famiglie che si trovano condizioni simili alla mia, di acquisire l’appartamento dove vivono praticamente da sempre”.

Dessì ha quindi ampliato il discorso: “I firmatari dell’interrogazione soprattutto dovrebbero sapere che il regolamento Erp (Edilizia residenziale pubblica) è stabilito dal Consiglio regionale e quindi andassero ad interrogare il loro futuro segretario Zingaretti per conoscere come stanno esattamente le cose. Senza contare – tornando al caso specifico – che il mio alloggio fu assegnato per “compensazione” nel 1947 quando, in seguito al bombardamento della città nel 1943, i cittadini ricostruirono da soli gran parte della città utilizzando le macerie delle loro case distrutte. Quindi, gli amministratori dell’epoca affidarono gli appartamenti agli sfollati, tanti dei quali, mio nonno compreso, erano reduci di guerra. I contratti parlavano chiaro: gli alloggi venivano assegnati all’intestatario ed ai suoi eredi, tanto è vero che l’assegnazione definitiva mi è stata consegnata nel 1993 da un giudice che non ha dovuto far altro che prendere atto delle evidenze consolidate e suffragate dal contratto originario”.

Il parlamentare pentastellato ha poi aggiunto: “Sono esattamente 15 anni che il Comune di Frascati, sempre amministrato dal centrosinistra, si guarda bene dall’accertare chi effettivamente vive in queste case che sono circa 350. Dall’alienazione di una parte di alloggi il Municipio avrebbe dovuto ricavare 12 milioni dei quali 6 da reinvestire per realizzare altre case popolari: invece di pensare al “caso Dessì”, la cui famiglia vive ampiamente in regola e nel pieno rispetto delle leggi , il Pd si preoccupi del possibile danno erariale nel quale potrebbe essere incappato il Comune di Frascati e tutti gli altri centinaia di comuni, da loro amministrati, che sono nelle stesse identiche condizioni”.

Per ultimo quella che non è solo una provocazione quanto un’effettiva proposta: “Lancio un appello al Pd: se si vuole mettere ordine all’Edilizia residenziale pubblica, occorre una mappatura dello stato reale e delle soluzioni per il futuro.  Io sono pronto a fare la mia parte. In Italia secondo stime molto approssimative, ci sono 750 mila alloggi popolari: il 10% sono occupati, il 30% non paga e il resto paga affitti irrisori. E’ evidente che così non va. Di questo si preoccupi un Partito democratico che, in Italia come a Frascati, ha enormi responsabilità sull’attuale stato delle cose”.

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