POLITICA

Rocca di Papa, Giannone (ri)conferma le parole di Grasso. Ma qualcosa non torna

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Veronica GiannoneA seguito del nostro articolo su quanto dichiarato nell’ultima assise a Rocca di Papa, dal consigliere Massimo Grasso, in merito al presunto tradimento di Danilo Romei e Roberto Trinca, prima suoi sostenitori ed oggi passati in maggioranza, l’ex vicesindaco Veronica Giannone ha ribadito quanto da lei dichiarato in precedenza circa un incontro in cui si sarebbero ordite le trame di un disegno a scapito dell’allora candidato sindaco del centrodestra Grasso. 

Qualcosa però, nelle dichiarazioni inviate alla nostra redazione, non ci appare chiaro. Durante il Consiglio comunale, infatti, Massimo Grasso ha fatto riferimento ad un incontro tenutosi ad aprile, quindi abbondantemente prima della tornata elettorale, mentre il sindaco Crestini, smentendo tali dichiarazioni, ha riferito di aver incontrato Danilo Romei e gli altri prima del ballottaggio, che vide ‘scontrarsi’ Crestini e Sciamplicotti, e per il quale Grasso non diede ufficiali indicazioni di voto.
Giannone, riferendo i fatti, afferma che “L’incontro avvenne nel periodo pre ballottaggio”.
La differenza è sostanziale. Perchè Grasso parla di un tradimento a monte della sua candidatura a sindaco. L’incontro pre ballottaggio, invece, dimostrarebbe il gioco di apparentamenti, ufficiali o meno, che si sono aperti solo al secondo turno di votazione, e che il Primo Cittadino non ha smentito.

Questo il testo della mail:

“Date le dichiarazioni del Consigliere Massimo Grasso nella seduta di consiglio Comunale del 4 settembre – ha detto Giannone -, che hanno contestato fortemente la surroga del consigliere comunale Roberto Trinca, un tempo sostenitore della sua candidatura a sindaco, oggi zelatore del totalitarismo Crestiniano, data altresì la citazione della mia persona, sono a riaccertare quanto da me dichiarato, ripreso correttamente dal Consigliere Grasso:
Il neo assessore Danilo Romei ed il neo consigliere Trinca nel 2016 ebbero un incontro pre elettorale al Bar Roma di Frascati, con la presenza dell’allora candidato Sindaco Emanuele Crestini, della sottoscritta e di Lorenzo Romei, oggi anch’esso consigliere comunale. 
L’incontro avvenne nel periodo pre ballottaggio e la questione – cioè l’eventuale sostegno di Danilo Romei con una sua lista – fu portata anche all’attenzione dei candidati in una delle tante riunioni tenutesi nella sede del comitato elettorale pro Crestini in via corso Costituente.
Quel giorno al bar Roma, uno dei due fra Trinca e Romei Danilo dissero a Crestini, allora candidato Sindaco: “ti diamo i nostri voti se ci assicuri un assessorato”. Queste le secche parole pronunciate dai due, solo baratteria e niente più, parole che a quanto sembra, anche se non nell’immediato, si sono poi concretizzate.
Senza esitare, il mio e quello di Lorenzo Romei fu un no secco; evidentemente il candidato Sindaco Crestini, che all’epoca si espresse in modo vago, ha poi deciso di prendere accordi diversi.
Tutto il resto è storia, una storia misera fatta di frammenti tra passato e presente che rivela molto di quella che è stata una strategia politica nel tutto individuale, messa in piedi per poter vincere le elezioni a tutti i costi.
In merito all’azione legale paventata ieri dal Sindaco, come riportato in un articolo on dal giornale “Castelli notizie”, ritengo che come primo cittadino, oltre alle considerazioni politiche che in qualche modo gli fanno fare brutta figura, facenti riferimento fra l’altro a fatti innegabili avvenuti in presenza di testimoni, dovrebbe riportare nell’assise comunale, in quanto responsabile per buona parte dell’incolumità e delle libertà individuali garantite dalla Costituzione nella sua Comunità, questioni ben più importanti ancora attuali, che ledono la libertà altrui ed influenzano le scelte politiche, questioni appena accennate e snobbate come le intimidazioni subite da alcuni membri del Consiglio Comunale.
Ecco perchè, al fine di garantire un servizio pubblico intemerato, incorrotto e incorruttibile ai cittadini, ancora prima di capire chi può far politica all’interno del consiglio, bisognerebbe capire se chi la fa, la mette in pratica in modo sereno, disinteressato e libero da coercizioni”.

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