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A Ottobre parte il Censimento Permanente dell’Istat. Baluardo di credibilità e indipendenza

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censimentodi Giorgio Sirilli

Nel mese di ottobre parte il Censimento permanente della popolazione. Siamo di fronte ad un cambiamento epocale. I Censimenti sono stati tradizionalmente condotti dall’ISTAT ogni dieci anni – l’ultimo è stato quello del 2011. D’ora in poi avremo i Censimenti permanenti, realizzati anno per anno, ed il 2018 sarà il lancio del nuovo bebè.

Con il Censimento Permanente si avranno vari vantaggi. Il primo sarà quello della tempestività nel rilascio dei dati e del loro aggiornamento continuo. Il secondo è di tipo economico: il costo dell’immane macchina, che vede come protagonisti i Comuni, si dimezza (da 409 milioni di euro nel 2011 a 208 milioni). Il terzo sarà una sensibile riduzione del disturbo statistico sulle famiglie: la fornitura dei dati da parte dei cittadini sarà molto meno onerosa.

Qualche dato sullo svolgimento del Censimento. Ogni anno saranno coinvolte 1,4 milioni di famiglie e 3,5 milioni di cittadini. Vi saranno varie modalità per fornire all’ISTAT i dati, inclusa quella telematica.

Sarà abolita la carta: i rilevatori che accoglieremo con simpatia in casa saranno dotati del tablet. Non rimane che attendere il momento in cui saremo chiamati a dare il nostro contributo all’operazione censuaria per poi attendere tempi brevi per la pubblicazione dei dati che consentiranno di conoscerci come collettività nazionale e come singoli cittadini. In un periodo di mestatori di professione che inventano, falsano o deformano le notizie, l’ISTAT rimane un baluardo di credibilità e di indipendenza – oserei dire di “verità” – fondamentale per la tenuta del nostro sistema democratico.