Cultura

Rocca di Papa, le emozioni del dialetto hanno aperto la XXXIX Sagra delle Castagne

rassegna dialettale rocca di papa

di Eliana Lucarini

A tagliare il nastro inaugurale della 39^Sagra delle Castagne di Rocca di Papa, Venerdì 19 Ottobre, alle ore 17.00, presso i locali dell’Aula Consiliare del Comune, è stata la rassegna poetica “Dialetto che Diletto”, a cura della scrittrice e insegnante Rita Gatta. L’evento ha raccolto diversi poeti, quasi una trentina, rocchigiani e non solo, che hanno letto e interpretato tanti sonetti e poesie, per riscoprire e far restar vivo il valore del dialetto, spesso sottovalutato o addirittura osannato. Un folto pubblico ha riempito l’aula, emozionandosi insieme agli autori, attraverso i versi delle opere presentate. A moderare e introdurre i poeti, con garbo ed eleganza, l’organizzatrice, Rita Gatta, che come prima cosa ha ringraziato l’Amministrazione della cittadina: «Ringrazio di cuore l’Amministrazione Comunale, per aver concesso questa possibilità! E’ un onore inaugurare la Sagra delle Castagne, proprio, con il dialetto». A fare gli onori di casa per l’Amministrazione, il consigliere Lorena Gatta, che intervenendo ha sottolineato l’importanza degli idiomi locali, come riscoperta della tradizione e della storia di una città: «E’ entusiasmante essere fra artisti. L’artista è colui che prima di tutto si emoziona lui stesso e poi fa emozionare gli altri. Il dialetto è un “riconoscersi”, un ritorno alle origini».

La rassegna si è aperta con le note musicali della chitarra di Alfredo Piacentini, che con la sua voce ha interpretato alcuni fra gli stornelli più conosciuti, accompagnando i poeti fra un componimento e l’altro. Tanti gli autori e gli interpreti rocchigiani che si sono susseguiti, tutti bravi, appassionati e coinvolti. Ha iniziato Gianfranco Botti; che dopo aver letto una sua poesia sul valore del dialetto, ha interpretato alcuni dei suoi sonetti in rocchigiano. Claudia Sellati, ha proposto due poesie sempre in dialetto, una delle quali “Saria Bellu…”, molto suggestiva. Il noto artista locale Mario Giovanetti ha recitato alcuni sonetti in rima alternata di cui è autore, uno dei quali dal titolo “A ruscia”, con il quale ha ben rimarcato il significato tipico di tale termine dialettale, descrivendo attraverso i versi, proprio, le scene quotidiane nelle quali il termine viene utilizzato. E’ stata poi la volta di Franco e Concetta Carfagna, che in coppia hanno interpretato con tanta spontaneità e sentimento alcune poesie di Anna Perrone, da loro minuziosamente tradotte in dialetto. Florentina Doina Pagnejer, rocchigiana di adozione, ha commosso l’aula con la poesia dedicata a sua madre. Maria Polidoro ha interpretato dei brani in rocchigiano e calabrese, quello in rocchigiano molto particolare e sentito, dedicato al valore della vigna, importante luogo e reminiscenza di usanze e tradizioni del passato. La professoressa Maria Fondi ha letto con cura ed emozione alcune poesie tratte dalla sua ultima raccolta pubblicata, fra le quali particolarmente significativa e notevole, quella intitolata “Piazza dell’Erba”, che attraverso lo scorrere dei versi ha delineato momenti di vita reale e personaggi di una Rocca antica. Quella Rocca del mercato in piazza, fra ombrelloni colorati e casse di verdure, rispolverando nella mente dei tanti presenti il ricordo di momenti e alchimie magiche, ormai, purtroppo scomparse e forse quasi dimenticate. L’ormai veterana Anna Giovanetti, da anni autrice di poesie in dialetto ha declamato due sue creazioni “…certe ariette ormai scordate…”, una molto rappresentativa in dialetto romanesco dal titolo “Il Forestiero” e, poi, una in rocchigiano sul tema della castagna, tema ripreso da quasi tutti gli interpreti, in onore, proprio, dell’inizio della sagra cittadina.

Una kermesse ricca, anche, di altri valenti autori del territorio dei Castelli Romani e non solo, un excursus fra i dialetti, un’unione culturale che va ben oltre il dialetto stesso. Un’armonia che sublima creatività, estro e fantasia di tanti artisti, volenterosi di mettere a disposizione degli altri i propri ricordi e le proprie emozioni, scrivendo e recitando versi, che oltre a raccontare la tradizione, hanno il potere di far immergere il pubblico in un clima sereno, ricco di emozioni partecipate. Artisti caparbi, che hanno creato un sodalizio speciale fra di loro, dando origine a uno scambio culturale prodigioso, incentrato sulla condivisione delle proprie esperienze letterarie. Così, oltre ai poeti rocchigiani, si sono avvicendati, come in un viaggio attraverso tutti i Castelli Romani, Armando Sbordoni, da Albano; Nicoletta Berliri, con il dialetto romanesco; Matilde Ventura, per l’Associazione “Di Terra e Di Parole” di Frascati, con i sonetti di alcuni autori frascatani; Leila Spallotta e Gianna Braghini per l’Associazione “Vigna dei Poeti” di Velletri; Mario Tamburri e Fernando Badia, sempre da Albano; Maria Lanciotti con le poesie in dialetto sublacense; Maria Rita Canterani, per l’Associazione “Ostrakon” e Giulio Jacoangeli da Genzano. Un viaggio non solo circoscritto ai Castelli, ma che ha coinvolto anche altri dialetti regionali come il napoletano; il siciliano; l’abruzzese e il calabrese. Ad onorarli Lucio Grasso; Gaetano Ricco; Ignazio Zino; Lina Furfaro e Aldo Colaprisco. Questi ultimi hanno entusiasmato i presenti con una piacevole interpretazione in coppia, in dialetto calabrese.

Tanti i temi affrontati, oltre alla castagna, “pane dei poveri”; alla mamma; al territorio e alla vigna, anche quelli legati al cuore e alla mente; alla natura, musa ispiratrice, al mare e al bosco; al lavoro e ai pensionati. I poeti hanno spaziato dal sentimento all’ironia, passando attraverso i ricordi e le usanze paesane, valorizzando i vari idiomi particolari. Così, come nei racconti dei nonni, “i tempi che furono” si sono materializzati di nuovo con il susseguirsi dei versi, scatenando impressioni e flashback nel passato. Al termine di tutti gli interventi, l’organizzatrice Rita Gatta ha omaggiato i poeti intervenuti con un grazioso pensiero, gentilmente confezionato da Tiziana Ulisse dell’Associazione commercianti. Per concludere, Rita con la sua maestria ha deliziato il pubblico con la lettura di un suo bellissimo componimento “Angeli in Piazza Vecchia”. Un pensiero speciale, nato per ringraziare tutti i volontari che collaborano per la buona riuscita e il successo degli eventi mirati al rilancio della cittadina di Rocca di Papa, dedicato proprio a chi si sta impegnando nella realizzazione della Sagra delle Castagne in questi giorni.

rassegna dialettale rocca di papa
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