Cultura

Marino, ricordo dei ‘Ragazzi del ’99’ a Palazzo Castagna

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di Francesca Marrucci

Da un’iniziativa di Nero Luce di Sabrina Minucci, la Famiglia Bellucci, l’Archeoclub Colli Albani di Marino, Monolite e Arte e Costumi Marinesi è nato un piccolo, ma prezioso evento, mirato non solo a ricordare i soldati italiani caduti durante la Grande Guerra, i famosi ‘Ragazzi del ’99’, ma anche ad aprire uno dei più bei palazzi marinesi, sconosciuto ai più: Palazzo Castagna.

A molti questo nome non dirà granché, ma Palazzo Castagna è stato il primo vero palazzo nobiliare marinese dopo quello dei minori del paese e fu fatto erigere dal Cardinale G. Battista Castagna intorno al 1580, prima ancora che esistesse l’arteria di Corso Trieste o la Basilica di San Barnaba che oggi sono sicuramente più riconoscibili e conosciuti.

I visitatori della mostra hanno potuto ammirare un elegante allestimento che non presentava solo cimeli personali dei soldati, resi disponibili da varie famiglie marinesi, non solo medaglie, riconoscimenti, elmetti, grandine, gavette e libri e riviste di vario genere, ma anche video esemplificativi della vita di trincea, ricostruzioni di stanze signorili con abiti degli anni ’20 e un’accurata illustrazione della storia del Palazzo e dei suoi abitanti, fino alla Famiglia Bellucci. 

Un evento di alto livello che è stato apprezzatissimo di visitatori. ora rimane un rammarico grande, palesato da Sabrina Minucci: “I proprietari stanno per vendere questo meraviglioso appartamento, uno degli ultimi pezzi di storia marinese. Sarebbe opportuno che il Comune di Marino lo acquistasse per non lasciare che cada in mano di privati che lo priverebbero di nuovo alla cittadinanza. Marino ha un disperato bisogno di luoghi di cultura e aggregazione e cosa ci sarebbe di più importante e rappresentativo di questo piano di Palazzo Castagna?

Il Sindaco, in veste privata, ha visitato la mostra e ha ascoltato la proposta del Consigliere Minucci, ma che succederà se il Comune farà di nuovo orecchie da mercante?

L’idea è di mettere insieme i marinesi tutti, associazioni, commercianti, artigiani, tutti, fare una colletta e acquistarlo noi per il patrimonio collettivo. È ora che i marinesi comincino a lottare per quei pochi pezzi di storia che ci sono rimasti.

La proposta non è affatto campata in aria, se pensiamo all’esperienza di Collepardo di qualche anno fa. Inoltre, con i numerosi bandi, a tutti i livelli, sarebbe più facile trovare i fondi per l’acquisizione. Stavolta il Comune risponderà all’appello?

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