Attualità

Affare Tribune Olimpiche 2, Castel Gandolfo in Movimento rincara la dose

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“Castel Gandolfo in Movimento” ritorna sull’affare Tribune Olimpiche di Castel Gandolfo, lasciate da anni nel degrado, con nuovi particolari su permessi e autorizzazioni all’utilizzo dell’area.

“Abbiamo già rivolto precise domande al Sindaco di Castel Gandolfo Milvia Monachesi, nella speranza di ricevere risposte esaustive che potessero chiarire – almeno in parte – gli aspetti più inquietanti di quello che è un pezzo di gloriosa storia olimpica di Castel Gandolfo e che da oltre un decennio “in totale stato di completo abbandono e in avanzato stato di degrado” – si legge nella nota – . Silenzio assordante”.

“Così, sollecitati da numerosi lettori (Cittadini Castellani e non, amatori di varie discipline sportive e habitué del lago olimpico) molto interessati a conoscere i motivi di tanta inoperosità, abbiamo deciso di continuare a fare altra luce con “Affare Tribune Olimpiche 2” ma stavolta aggiungendo particolari ancora più interessanti a tutta la vicenda.

Interessatissimi a quanto denunciato con abbondanza di particolari, e carte alla mano, anche autorevoli esponenti politici regionali e nazionali, già sul piede di guerra e ben disposti a farsi sentire.

Ma partiamo con quelle che noi riteniamo essere le responsabilità di tutta la vicenda, quanti progetti fatti per il futuro dell’impianto delle tribune senza però mai giungere ad una sua definitiva soluzione:

C.O.N.I.

Nel precedente articolo facemmo preciso riferimento alla non titolarità del Comitato Olimpico Nazionale Italiano sull’intera area destinata ad ospitare le Olimpiadi di Roma 1960 in quanto area di proprietà del Demanio Pubblico dello Stato e, da quanto asserito dal suo Presidente dott. MALAGÓ, al C.O.N.I. non risulta attiva nessuna concessione o contratto né con il C.O.N.I. stesso né con la C.O.N.I. Servizi e quindi non poteva sottoscrivere la convenzione con il Comune di Castel Gandolfo. Al contrario – invece – di quanto asserito dal dott. PESCANTE nel marzo del 1998.

Regione Lazio

Ipotesi di danno erariale

Come descritto nel precedente articolo la Regione Lazio è proprietaria dell’intera area delle Tribune Olimpiche quindi, essendo destinataria a ricevere quanto dovuto come tassa di occupazione di area demaniale dal 10 maggio 2003, la stessa – a tutt’oggi – non si è minimamente preoccupata di porre rimedio all’ingente danno erariale (stimabile in circa 100.000,00 euro) che, in questi 15 anni sarebbero dovuti entrare nelle casse regionali.

Bonifica area Tribune Olimpiche

Dal verbale di accertamento inottemperanza all’ingiunzione di eliminazione pericolo e alle raccomandazioni citate nell’Ordinanza Sindacale n. 1 del 16 Gennaio 2014, emessa giustamente dall’Ufficio Tecnico del Comune di Castel Gandolfo nei confronti della Regione Lazio, si evince che il Governatore Nicola Zingaretti non si sarebbe minimamente preoccupato di bonificare l’intera area (individuata dall’ASL/RM6 come possibile rifugio di ratti, striscianti e di insetti nocivi e – ironicamente – aggiungiamo noi, anche di coccodrilli e scimmiette) e che per procedere alla rimozione dell’amianto presente sulla Torre di Arrivo il nostro Sindaco, Milvia Monachesi (compagna di partito del Governatore della Regione Lazio) ha dovuto mettere le mani nelle tasche dei Cittadini Castellani anticipando la somma di 9.638,00 euro procedendo in “in danno” alla bonifica di parte dell’area. A tutt’oggi stiamo ancora aspettando che quanto anticipato torni disponibile nelle casse comunali e quindi nelle tasche dei cittadini castellani.

Comune di Castel Gandolfo

-Prima di procedere alla sottoscrizione della convenzione, “omette” di verificare la titolarità del C.O.N.I. sull’area delle Tribune Olimpiche accettando passivamente quanto dallo stesso dichiarato al punto uno in premessa e cioè che “il C.O.N.I. è concessionario del terreno individuato nell’unita planimetria”.

-In barba alla sua stessa Ordinanza nr. 95 del 24 ottobre 2013 (stranamente non indirizzata all’A.I.S.A.), che interdice al transito sia l’area dell’arenile che lo spazio acqueo antistante l’Associazione Sportiva per una fascia di circa 30 metri per la presenza residui bellici inesplosi appartenenti al secondo conflitto mondiale, omette di vigilare sul rispetto dell’ordinanza permettendo a professionisti e volontari dell’Associazione Sportiva di continuare a svolgere le proprie attività agonistiche sia in acqua che a terra, obbligandoli addirittura a entrare in acqua per procedere all’abbattimento del pontile “abusivo” avvenuto in data 29 ottobre 2017 in occasione del “Demolition Day”, attività ampiamente riportata dagli organi di stampa locali.

-Di contro il Parco Regionale dei Castelli Romani, destinatario di simile ordinanza di demolizione di opera abusiva, la nr. 71 del 4 settembre del 2014. L’atto emesso dall’Area Tecnica del Comune di Castel Gandolfo obbligava il Parco ad abbattere analogo pontile situato a poca distanza dall’A.I.S.A.. L’Ente regionale, con nota nr. AP-425 del 23 gennaio 2018, comunicò al Comune di Castel Gandolfo “di essere in grado di smontare i resti del pontile in qualsiasi momento, purché l’area su cui lo stesso risiede sia resa disponibile in deroga alla richiamata Ordinanza Comunale, ovvero a bonifica effettuata degli ordigni bellici inesplosi”. La domanda nasce spontanea: perché l’A.I.S.A. si e il Parco no?

In merito all’omessa vigilanza dell’area sottoposta a interdizione, questa Associazione ha presentato esposto all’Autorità Giudiziaria in data 9 luglio 2018 (RGNR 10920/18)

A.I.S.A.

Riguardo l’A.I.S.A. – al pari dei gestori degli stabilimenti balneari del Lago Albano – riteniamo cosa buona e giusta riportare alla mente che la Regione Lazio può rilasciare la concessione di beni demaniali ad un soggetto solo e soltanto dopo aver accertato la presenza dei requisiti previsti dal vigente Regolamento Regionale e – prima della sottoscrizione del disciplinare e al versamento anticipato del canone annuale e delle eventuali morosità pregresse – l’area di che trattasi non può assolutamente essere occupata dal richiedente.

Ora, visto che l’A.I.S.A. – occupante senza alcun titolo “reale” di beni demaniali del Lago Albano fin dal 2003 – è stata individuata quale responsabile delle opere realizzate in assenza di titoli abilitativi, di cui l’Ordinanza di Demolizione Opere Abusive nr. 35/2013, e, successivamente, dell’inottemperanza all’ingiunzione di demolizione di tali opere ci chiediamo: in ragione di quale regolamento/legge l’Assessore all’urbanistica nonché Vice Sindaco del Comune di Castel Gandolfo Cristiano Bavaro, perfettamente a conoscenza dei suddetti reati di rilevanza penale, abbia potuto dichiarare – in occasione del Consiglio Comunale del 19 Dicembre 2017 – che “l’Amministrazione rilascerà la concessione legittimamente completa e corredata di tutti i pareri all’A.I.S.A.”?

A questo punto è lecito anche domandarsi: i consiglieri di opposizione, Movimento Aurora e Movimento 5 Stelle, come l’hanno presa? Risposta: con inconcepibile indifferenza!

Abbiamo descritto quella che per noi è la situazione attuale presente nell’area Tribune Olimpiche ed ora passiamo ad illustrarvi le promesse di bonifica e di sviluppo strombazzate ai quattro venti senza però mai giungere alla risoluzione del problema.

Comune di Castel Gandolfo

Anno 2006. L’allora Assessore allo Sport Pietro Bruschi, interpellato da una testata giornalistica, riferisce che “insieme al presidente della F.I.C.K. Luciano Buonfiglio, abbiamo in mente un progetto molto ambizioso che prevede lo smantellamento totale dell’impianto e la sua ricostruzione ex novo nel rispetto della natura e del paesaggio circostante”. L’opera prevedeva, tra l’altro, la costruzione di un teatro all’aperto utile ad ospitare non solo manifestazioni sportive ma anche spettacoli estivi all’aperto.

Parco Regionale dei Castelli Romani

Anno 2007. Il Parco Regionale dei Castelli Romani stipula un “accordo” con la F.I.C.K. di cessione in comodato d’uso gratuito dell’area Tribune Olimpiche. In ballo ci sono la bellezza di 350.000,00 euro (tanto per intenderci, circa 680 milioni delle vecchie lire). Scopo principale è quello di ristrutturare la zona d’Arrivo (Tribune Olimpiche). I lavori sarebbero dovuti iniziare nel mese di dicembre 2007! Dove sono finiti i 350.000,00 euro pubblici già deliberati nelle casse del Parco? Chi li ha visti? Quali erano i progetti?

Peccato perché c’era già chi sognava una mega piscina all’aperto con campi da volley, palestra e sale fitness… Addirittura c’era chi propendeva per un centro commerciale con negozi, ristoranti e sale giochi… chi preferiva un drive-in con arena per spettacoli e concerti.

Regione Lazio

Anno 2014. Affollatissima riunione in Regione per discutere sul futuro delle Tribune Olimpiche. Presenti all’audizione indetta dal Presidente della V Commissione consiliare regionale allo sport, Eugenio Patanè,  i rappresentanti del Comune di Castel Gandolfo (il Sindaco Milvia Monachesi e l’Assessore allo Sport Fabrizio Moianetti), il Coni e la Regione Lazio. Oltre ai membri della Commissione si aggiunsero il Presidente Zingaretti, Luigi Nazzaro, Massimiliano Borelli, Bruno Placidi, Anna Salvatori, Cristiana Avenale e Silvana De Nicolò. In ballo: 500.000,00 Euro (tanto per intenderci, circa 970 milioni di lire). La seduta fu chiusa con l’impegno di Patanè a riconvocare una riunione prima delle festività natalizie. Purtroppo quella riunione non fu mai convocata.

A questo punto, non sapendo né leggere né scrivere, siamo andati a consultare il “Codice Penale” e il “Codice di Procedura Penale”, e – da una lettura piuttosto approssimativa – abbiamo potuto apprendere che:

-l’art. 181 del D. Lgs. 42/2004 stabilisce che “le opere eseguite in assenza di autorizzazione o in difformità da essa costituiscono reato amministrativo e penale”;

-l’art. 35, comma 2, del D.P.R. 6 Giugno 2001, n. 380, stabilisce che “l’accertamento dell’inottemperanza all’ingiunzione di demolizione delle opere abusive costituisce titolo per l’esecuzione d’ufficio della demolizione stessa”. Ma abbiamo purtroppo constatato che questo è valido solo per alcuni e non per tutti;

-l’occupazione senza alcun titolo di Beni Demaniali costituisce reato di rilevanza penale e determina ingenti danni erariali, perseguibili d’ufficio;

-tutti i pubblici ufficiali perfettamente a conoscenza dei suddetti reati perseguibili d’ufficio, corre l’obbligo di farne immediata denuncia per iscritto al Pubblico Ministero della Procura della Repubblica e della Corte dei Conti, in ottemperanza all’art. 331 c.p.p.

Quindi, a nostro modesto avviso (non potendo vantare diplomi di laurea in materie giuridiche), sono ipotizzabili i seguenti reati: omissione atti d’ufficio, abusivismo edilizio su beni demaniali, danno erariale, occupazione abusiva di beni demaniali, concussione, peculato, omissione d’intervento, associazione a delinquere, falso in atto pubblico.

A questo punto, 2 domande nascono spontanee:

1) quali sono i motivi per i quali “chi di dovere” (Procura della Repubblica, Polizia Locale, Polizia Provinciale, Polizia Fluviale, Guardiaparco, Comune, Regione, ecc..) non intervengono con tutta l’autorevolezza del caso a ristabilire la legalità nell’affare-malaffare, sempre più incancrenito e pericoloso per la Sicurezza Pubblica e per l’Ambiente?

2) quali iniziative intendono intraprendere i Consiglieri regionali dei partiti d’opposizione?

Vogliamo concludere precisando che noi di “Castel Gandolfo in Movimento” non abbiamo assolutamente nulla contro gli Atleti diversamente abili, meritevoli del nostro massimo rispetto, a prescindere dal valore atletico, ma chi gestisce l’A.I.S.A. deve rendersi conto che non può giustificare comportamenti fuorilegge facendosi scudo con essi. Peraltro, non sono pochi coloro che – come noi – a riprova della sbandieratissima trasparenza, avrebbero piacere di conoscere i bilanci annuali dell’Associazione Sportiva Dilettantistica ONLUS che, a norma di Legge, dovrebbero essere pubblici e tali non sono”.

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