Cultura

‘Sangue dal Naso’, il Teatro Vittoria di Marino piomba nella Genova cruenta del G8-2001

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Come un sogno troppo reale per essere vero. Sangue dal naso stordisce un tranquillo pomeriggio domenicale ai Castelli Romani che improvvisamente diventano un quartiere di Genova, con la Salateatro Vittoria di Marino attraversata da quel brano in cui De André, il cantautore genovese per eccellenza, racconta la strage degli indiani sul Fiume Sand Creek e quelli che i bambini dormienti credevano fossero solo sogni, risvegliati, riportati alla realtà solo dal rosso del sangue sparso copioso tra terra e aria. Parallelo perfetto con i fatti avvenuti nella scuola Diaz di Genova, in quel drammatico fine settimana di luglio in cui nel capoluogo ligure ebbe sede il G8, con gli agenti che fecero irruzione su una massa di giovani colti per lo più nel sonno. E da quella palestra, divenuta cruenta come una “macelleria messicana” nelle testimonianze di allora, si arriva attraverso lo spettacolo a piazza Alimonda, tra cortei opposti, cariche della polizia, manifestanti, black block e amari sospetti in parte confermati dalle sentenze della magistratura a carico dei vertici di allora delle forze dell’ordine.

In piazza Alimonda trovò il suo tragico epilogo la vita del manifestante Carlo Giuliani, un ragazzo poco più che ventenne, la cui sorte, fatalmente, resterà per sempre unita a quella del carabiniere che ha sparato, tra un estintore caduto a terra e un proiettile andato invece a segno.

Andrea Maurizi, nella più pura delle tradizioni del teatro di narrazione e denuncia che ricorda da vicino gli stilemi di un teatro alla Marco Paolini, racconta così i fatti successi a Genova in quel luglio del 2001 tristemente famoso in occasione del G8.

La narrazione è serrata, placca lo sguardo e gli animi degli spettatori-ascoltatori, anche se in scena c’è solo lui, Andrea, che a Genova non c’era neppure andato, perché non ne aveva capito l’importanza.

A recitare il ruolo di coscienza civile la parte recitata in dialetto siciliano de Il giro di Boa di Andrea Camilleri da cui Maurizi trae lo spunto per inserire il personaggio di Montalbano che funge, peraltro, anche da variazione e lieve divertissement in un racconto che per il resto dello spettacolo viene reso come un coinvolgente quanto asettico susseguirsi di Storia e storie, di fatti raccontati sulla scorta di documenti tratti per lo più dal libro Genova nome per nome di Carlo Gubitosa.

Il pubblico marinese coinvolto e attento, tanto nel pomeriggio della domenica, quanto nella matinèe di replica del lunedì con gli studenti del liceo Amari-Mercuri di Marino, è ripiombato così nell’afosa angoscia di quei pomeriggi d’estate che molti dei ragazzi, probabilmente, sentivano nominare per la prima volta, mentre tanti tra gli adulti collegano anche a un’altra notizia, accaduta in quella terribile estate presaga di tragedie: la morte del più grande giornalista italiano, Indro Montanelli avvenuta proprio in quelle ore.

Chiude lo spettacolo una citazione da Bertold Brecht A chi esita (…) Questo tu chiedi. Non aspettartinessuna risposta oltre la tua!

Applausi a scena aperta chiudono l’inaugurazione dell’Officina Culturale Artemista della Regione Lazio che nella Stagione 2018-2019 vede nella sala marinese la sua Seconda Annualità.

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