C’è un tweet di Muhammad Lila, giornalista e storyteller della CNN, che forse meglio di tanti libri riassume e racconta la storia di Luka Modric: “Quando aveva soli 6 anni suo nonno fu ucciso. Lui e la sua famiglia hanno dovuto vivere da rifugiati in una zona di guerra. È cresciuto con il rumore delle granate che esplodevano. Gli allenatori dicevano che era troppo debole e troppo timido per giocare a calcio. Oggi Luka Modric ha portato la Croazia alla sua prima finale mondiale”. E ora, aggiungiamo noi a qualche mese di distanza dal Mondiale straordinario in Russia, Luka Modric è anche il Pallone d’Oro 2018.
Una storia straordinaria quella del centrocampista del Real Madrid, da film verrebbe da dire. Nato il 9 settembre 1985 a Zara, in Croazia, dopo l’assassinio di suo nonno da parte dei serbi nel piccolo villaggio di Obrovac per lui e la sua famiglia iniziò la vita da rifugiato nell’hotel di Kolovare di Zara dove, raccontano, cominciò a prendere familiarità con quel pallone che lo accompagnerà per tutta la vita. Mentre tutto attorno esplodevano le granate e infuriava la guerra, Modric prendeva a calci ogni pallone sgonfio che trovava nel parcheggio di fronte la strutta, ogni cosa. E chi era nell’albergo con lui, oggi col sorriso può raccontare: “Credo abbia rotto più vetri lui col suo pallone che i serbi con le bombe”.
Da quel parcheggio inizia poi la lunga scalata. Le prime partitelle sui campetti con i pari età mostrano doti fuori dal comune, che non gli bastano però ad entrare nell’Hajduk Spalato, la squadra dei suoi sogni che lo boccia ad un provino. Chi crede in lui, invece, è Tomislav Basic dell’NK Zarad che lo arruola. Grazie ai tanti sacrifici dei genitori, Modric può permettersi un periodo di crescita fondamentale che lo porterà a sbarcare nella grande Dinamo Zagabria da dove, dopo un paio di prestito tra Bosnia e Croazia, spicca il volo. Nel 2008, infatti, il Tottenham lo porta in Premier League. Lì si consacra a livello internazionale, meritando nel 2012 la chiamata del Real Madrid con cui scrive la storia e raggiunge a 33 anni lo status definitivo di leggenda del calcio. Per citare solo alcuni dei suoi trofei con le merengues: 4 Champions League, 3 Supercoppa Uefa, 3 Mondiale per Club, un campionato spagnolo.
Ma soprattutto la finale del Mondiale con la sua Croazia, il miglior risultato mai raggiunto nella sua storia dalla selezione di questo piccolo, grande Paese, ribaltando anche i pronostici di chi utilizzando i bonus di benvenuto aveva puntato su altre selezioni sulla carta più attrezzate, almeno dal punto di vista storico. Ma quando hai al timone uno con la scorza come quella di Luka Modric niente è impossibile. E il premio di Pallone d’Oro 2018 come miglior calciatore in Europa nell’anno solare lo consegna di diritto alla storia di questo sport.