POLITICA

Leodori: ‘Adriano Palozzi non é più sospeso dal Consiglio regionale’. E lui si difende: ‘Nessun reato di corruzione a mio carico’

palozzi convegno

Il presidente del consiglio regionale, Daniele Leodori

L’odierna seduta del Consiglio regionale del Lazio, che si appresta a dare il via libera al Bilancio, si é aperta con le dichiarazioni del Presidente del consiglio, Daniele Leodori, che ha di fatto riaccolto Adriano Palozzi, che si accinge quindi a riprendere in pieno il suo ruolo di consigliere dopo che é venuta meno la misura degli arresti domiciliari: “La nuova ordinanza – ha dichiarato Leodori – determina la cessazione della sospensione dalla carica di consigliere regionale, visto che la misura cautelare non é stata sostituita da altre annoverabili tra le cause di sospensiva. Conseguentemente deve tenersi cessata anche la sostituzione da parte di Roberta Angelilli, cui era stata affidata la supplenza”.

Dai banchi di Fratelli d’Italia, per bocca del capogruppo Fabrizio Ghera, e del consigliere Giancarlo Righini, é stata però contestata la tempistica, che di fatto priva le opposizioni di un esponente in un momento così importante. “Le opposizioni – hanno dichiarato – vengono al momento private di un rappresentante in aula e limitate nel potere di rappresentanza”.

A pesare, difatti, é l’interdizione ai pubblici uffici, che a quanto pare – almeno al momento – permane e non consente a Palozzi di tornare ad esercitare pienamente il proprio ruolo. “Non abbiamo potuto fare altrimenti” ha replicato, laconico, il presidente Leodori. 

Adriano Palozzi

Nei giorni scorsi proprio il rientrante consigliere regionale di Forza Italia aveva detto la sua con una nota stampa: “La sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dal mio avvocato, affermando l’insussistenza a mio carico del reato di corruzione propria di cui all’art. 319 CP, nell’ambito dell’inchiesta sullo Stadio della Roma. La Corte Suprema ha, pertanto, rinviato al Tribunale del Riesame di Roma la mia vicenda. Questa è la chiara dimostrazione che finalmente, dopo 6 lunghi mesi, un giudice realmente terzo ha approfondito tutti quegli aspetti che ho sempre evidenziato agli organi inquirenti. Di tutto questo, tuttavia, prendo atto con amarezza, considerato che sono stato ingiustamente ristretto per 6 mesi agli arresti domiciliari per una ipotesi di reato che oggi scopro essere insussistente dal massimo consesso giurisdizionale italiano. Alla luce di questo importante pronunciamento della Cassazione, dunque, prosegue con rinnovato slancio e fiducia il percorso che, sono sicuro, porterà all’accertamento della verità”.