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ARCHITETTI, IL FATTURATO S’ABBASSA E I CREDITI LIEVITANO

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Dall’osservatorio annuale sul Mercato della Progettazione Architettonica realizzato dal CRESME, per il Consiglio Nazionale degli Architetti Paesaggisti, Pianificatori, e Conservatori, realizzato su scala nazionale, a cui hanno partecipato quattordici ordini provinciali coinvolgendo quasi 2mila professionisti, è risultato che nell’ultimo anno il 22% degli architetti italiani ha perso il 25% del proprio reddito.

Quanto esposto è risultato dell’analisi dei quasi 2mila questionari visionati che hanno permesso di tracciare una rappresentazione della professione e del mercato più che mai attendibile, sia per merito di un campione numeroso e ottimamente distribuito, sia grazie alla grande articolazione delle domande e al dettaglio delle informazioni richieste.

LA FILP (Federazione Italiana Liberi Professionisti) ha messo a disposizione sul proprio sito istituzionale www.filp_cisal.org l’intero il resoconto redatto dal CRESME di cui nel presente articolo l’Arch. Ombretta Renzi, nella figura di rappresentante sindacale della sezione di Albano Laziale, ne dà dei “flash” per i colleghi più distratti o troppo impegnato nella propria attività professionale e chiusi nei propri studi professionali.

Da un’attenta lettura dei dati emersi dalla ricerca effettuata per il CNA sono emersi alcuni punti che, secondo la scrivente meritano, un’accurata riflessione da parte di chi esercita la professione di architetto. I temi più interessanti della ricerca sono legati alla diminuzione del reddito professionale, alle insolvenze e dilatazione dei tempi di pagamento, alle spese, alla modifica dell’impegno lavorativo, alla situazione finanziaria e all’aspettativa di crescita.

ATTIVITA’ PROFESSIONALE – Uno dei primi risultati dell’indagine riguarda l’attività degli architetti intervistati da cui si evince che la percentuale di coloro che dichiarano di svolgere la libera professione arriva a rappresentare l’82% degli architetti del campione. Tra questi, il 64% svolge la propria attività individualmente all’interno del proprio studio tecnico, il 24% collabora con uno studio professionale (collaborazione con partita IVA con tutte le problematiche legate a tale tipo di contratto) o con istituzioni pubbliche e il 9% è associato in uno studio. La quota di coloro che si dichiarano alle dipendenze è invece pari al 20%. Dopo la laurea e l’abilitazione, quasi la metà degli architetti (il 47%) ha iniziato la propria carriera professionale in uno studio privato di terzi, percentuale che sale al 61% tra gli architetti più giovani.

FATTURATO – Molto significativa è, come detto in precedenza, che la percentuale di architetti che ha dichiarato di aver perso, in un anno, più di un quarto del proprio fatturato è cresciuta dal 20% del 2009 al 22% del 2011. Tra 2006 e 2011, a ulteriore testimonianza dell’inasprimento delle condizioni del mercato, è aumentato il numero di professionisti che ha dichiarato un reddito annuo inferiore a 30 mila euro (dal 68 al 76%). Il reddito annuo medio si è così ridotto del 25% nello stesso periodo, passando dai 29 mila euro del 2006 (misurati a valori 2011) a poco meno di 22 mila euro nel 2011.

LE INSOLVENZE – Largo spazio è stato dedicato al tema delle insolvenze e dei tempi di pagamento da parte della committenza. Uno del problemi emersi dalla ricerca non è solo perdere o non trovare il lavoro, ma anche che il lavoro possa non essere pagato. Infatti se nel 2008 “solo” l’11% del campione affermava che l’insoluto superava il 20% del volume d’affari, nel 2011, per il 27% degli architetti, il peso delle insolvenze ha superato il 20%. Cresce l’insolvenza e contestualmente crescono i tempi di pagamento. In media, il tempo necessario per ottenere un pagamento da parte della Pubblica Amministrazione è passato, dai 91 giorni del 2006 ai 141 del 2011; mentre per le committenze privati si è passati dai 49 a 81 giorni.

LE SPESE – La riduzione del fatturato impone ai professionisti di intervenire sulle spese, infatti nel 2011 quasi il 63% degli architetti ha ridotto i costi della propria attività, riducendo gli investimenti in attrezzature e i costi vivi di gestione, nel 2010 lo aveva fatto solo il 43%. Ma nonostante tutto sono circa il 61% i professionisti che nel 2011 continuano ad investire specialmente in conoscenza. Si investe quindi su se stessi e sulla propria professionalità al fine di affrontare un mercato sempre più nuovo e competitivo ed è per questo che si investe in relazioni, partecipazione a convegni o congressi, meeting, viaggi di lavoro, ecc. piuttosto che in promozione.

DISTRIBUZIONE IMPEGNO LAVORATIVO – Contestualmente e conseguentemente a quanto sopra descritto varia la distribuzione dell’impegno lavorativo, anche se di poco calano le ore dedicate all’attività professionale che passano dalle circa 42 ore settimanali medie del 2006-2008 alle 41 ore del 2011. Crescono invece le percentuali delle ore dedicate alla “ricerca di lavoro” e all’aggiornamento, mentre calano sensibilmente le ore dedicate ai lavori già acquisiti (da29,5 a 25,6). Crescono anche gli spazi dedicati alla propria formazione, tecnica e culturale.

SITUAZIONE FINANZIARIA – La percentuale di architetti che dichiara di avere debiti con banche, società finanziarie o fornitori, è il 45% degli interpellati.

ASPETTATIVE DI CRESCITA –La quasi totalità degli architetti sottoposti al questionario è convinta che vi sarà una crescita della domanda di energy technology, accompagnata dallo sviluppo di tecniche innovative nelle costruzioni e nei nuovi materiali e nell’informatizzazione della progettazione. Alla crisi della nuova produzione, che continuerà nel settore residenziale e non, per il 70% degli intervistati si contrapporrà la tenuta del mercato della riqualificazione urbana e soprattutto della riqualificazione residenziale. I segmenti di mercato sui quali puntare nei prossimi anni saranno quelli sulle grandi tematiche del Risparmio Energetico, delle Energie Rinnovabili e della Riqualificazione, mentre è da evidenziare, ancora una volta, la minore fiducia che gli architetti manifestano nella crescita del mercato degli ampliamenti, confermando un sostanziale scetticismo sulla reale portata del “Piano Casa”. Inoltre più di un quarto degli architetti è convinto che nei prossimi 5 anni vi sarà una crescita della domanda proveniente dall’estero, quindi un terzo degli intervistati sta prendendo in considerazione la possibilità di avviare o incrementare la sua attività all’estero.

In conclusione l’Osservatorio annuale sul Mercato della Progettazione Architettonica realizzato dal CRESME per il CNA mette in evidenza, secondo la FILP e nello specifico secondo il proprio responsabile territoriale di Albano, Arch. Ombretta Renzi, la gravità della crisi che stiamo attraversando e che in gran parte dovremo ancora “sopportare” nel 2012 in quanto gran parte degli studi professionali stanno lavorando su lavori commissionati nel 2010/2011. Inoltre detta ricerca ci porta ad una riflessione sullo stato e sull’evoluzione della professione di cui siamo attori. E’ necessario rielaborare la professione di architetto, riformare la professione e riconfigurare il mercato.

L’addetto alla comunicazione FILP-CISAL Albano Laziale,

Via Sant’Ambrogio n° 32, filpcisal.albano@libero.it

Dott. Alessia Cantini

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