COME SEGUIRE GESU’ DAL ‘VERBO DELLA DOMENICA’

pescatore di uomini

Gv 1,35-42

Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli 36 e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l`agnello di Dio!”. E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: “Che cercate?”. Gli risposero: “Rabbì (che significa maestro), dove abiti?”. Disse loro: “Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: “Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)” e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)”.

 

*** 

 

E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.

La vocazione dei discepoli si inserisce nei luoghi dove accadono cose normali, dove la quotidianità è la regola fondamentale per le decisioni che si attribuiscono a Dio. Per questo ogni essere umano, che vuole condurre la propria vita in modo che nei giorni i suoi sogni si realizzino appieno, ha bisogno di dare sfogo  alla personale tendenza che, in gergo comune,  si chiama “vocazione”.

La vera vocazione è movimento, è ricerca, è ansia di sapere, è voglia di intraprendere vie nuove, ma è anche coraggio di lasciare le vecchie amicizie, i luoghi familiari, gli antichi maestri e le sicurezze che, normalmente, ciascuno si trascina dietro dalla fanciullezza.

 

“Che cercate?”. Gli risposero: “Rabbì (che significa maestro), dove abiti?”.

Prima di abbandonare la vecchia dimora, comunque, è necessario sapere dove si va a parare, almeno che non si intenda per vocazione la soddisfazione di un capriccio o l’incosciente lasciarsi scottare da un fuoco di paglia.

 

Disse loro: “Venite e vedrete”.

Il leder che raccoglie consensi ha il compito di smorzare i facili entusiasmi, ha il dovere di mostrare ai nuovi adepti la realtà che li attende, ha la responsabilità di non illudere con vane promesse chi, non sapendo cosa fare nella vita, sceglie vie più comode e più redditizie indipendentemente dall’impegno che quelle scelte esigono.

Se seguire una vocazione non significa fare un salto nel buio, vuol dire, però, anche non lasciarsi risucchiare dall’opportunismo, tentazione questa che affiora, talvolta, perfino nel perseguire le vie che conducono al sacerdozio.

 

“Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)” e lo condusse da Gesù.

Nelle storie delle vocazioni serie c’è sempre l’esempio che trascina altri alla conoscenza del vero e del buono… Simone, detto “Cefa”, ebbe la fortuna di avere un fratello intraprendente e onesto. Andrea, a sua volta,  ebbe la gioia di essere stato lui il primo ad aver incontrato il Messia, detto “il Cristo”.

DON GAETANO ZARALLI
commenta