POLITICA

VELLETRI, CON UNA LETTERA TADDEI E BAGAGLINI LASCIANO IL PD

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Vincenzo Bagaglini (a sinistra) e Fabio Taddei (a destra) col segretario nazionale del Pd Pier Luigi Bersani

Dopo una approfondita riflessione, a seguito di notizie ricevute durante lo svolgimento del Consiglio Comunale, che ci vedevano coinvolti da gravi ed infondate accuse nella conferenza stampa per le dimissioni di un assessore dell’amministrazione Servadio avutasi nella stessa sede del consiglio comunale il giorno precedente, abbiamo ritenuto di emettere il seguente comunicato”.
Inizia così la lettera che i consiglieri comunali del Partito Democratico di Velletri, Fabio Taddei e Vincenzo Bagaglini, hanno recapitato alla nostra redazione. Una lettera nella quale annunciano il proprio allontanamento dal partito che coi loro voti hanno contribuito fattivamente a portare al governo della città. Una scelta dolorosa, che anticipa la decisione della commissione di garanzia provinciale, ad oggi ancora incapace di esprimere un verdetto che desse certezza agli accusatori e agli accusati.
Dopo quanto accaduto in sede consiliare, dove i toni della scontro si sono esacerbati, i due ormai ex piddini, hanno deciso di uscire allo scoperto, nel tentativo, neppure troppo recondito, di mettere ancor più a nudo le difficoltà di quello che sino a ieri era il loro partito.
In attesa di un definitivo pronunciamento degli organi statutari del PD  –si legge nella nota –  a salvaguardia della nostra dignità personale prima che politica, assumiamo una posizione Indipendente, garantendo il mandato programmatico con gli elettori, dando vita ad un Gruppo Autonomo formato dai consiglieri Vincenzo Bagaglini e Fabio Taddei. Con Osservanza”.
Finisce così una lunga diatriba che costringe la maggioranza di centrosinistra a perdere ulteriori pezzi, dopo l’allontanamento della Lista Civica (che pur non ha comportato emorragie consiliari) e quello, ben più doloroso, di un decano del calibro di Franco De Santis. A questo punto la coperta rischia di diventare ancora più corta e dovranno essere trovati nuovi equilibri se non si vorrà ingessare l’attività amministrativa sino alle elezioni della primavera del 2013. Una prospettiva che la città di Velletri dovrà in ogni modo fugare. Al Sindaco Servadio, che ha sempre dimostrato di non temere le sfide, il compito di tirar fuori la sua Giunta e la sua città dal pantano in cui rischia di sprofondare.
Un passo forte, senz’altro doloroso, quello dei due consiglieri, che hanno cercato di dare un segnale forte, togliendo il disturbo.  A chi li aveva accusati di aver pagato la bramosia per poltrone mai possedute avevano già provato a rispondere con la mozione nella quale chiedevano la riduzione di due assessorati dalla Giunta comunale, per favorire così il contenimento della spesa, “tenuto conto che la riduzione di un assessore – avevano detto – porerebbe al risparmio dalle casse comunali di oltre 30.000 euro annui da moltiplicare per gli anni a venire”.  Una provocazione, chissà, fatto sta che il Sindaco ha deciso di tenere per se la delega ai lavori pubblici e il numero degli assessori torna ad essere quello antecedente all’arrivo del buon Sergio Andreozzi  in sella all’assessorato ai Beni Comuni. Una scelta, quella, che fu fatta per preservare certi equilibri ed allungare la fatidica coperta, ma che alla luce dei fatti può dirsi centrata, vista l’operosità e la determinazione con qui l’ex capogruppo della Sinistra Arcobaleno si è calato nel ruolo.

Anche lui, seppure senza lo stesso clamore, aveva bussato alla porta di chi, probabilmente, nel costruire la squadra amministrativa non aveva tenuto bene in conto la geografia delle correnti e delle fazioni interne alla coalizione. Errori che col passare del tempo sono giunti a galla.  E che rischiano di minare la stabilità di chi è chiamato ancora a governare Velletri per almeno altri 15 mesi, provando poi a vincere la sfida di issare la bandiera per un ulteriore lustro.

La lettera di Taddei e Bagaglini

 

dl

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