POLITICA

ALBANO, TANTE NOVITA’ SCATURITE DAL 3° ‘QUESTION TIME’

Questio Time
Si è svolto ieri, ad Albano, il terzo appuntamento con il Question Time a palazzo Savelli. Il sindaco Nicola Marini ha risposto alle domande dei cittadini su illuminazione pubblica, inquinamento acustico, pagamento tarsu e smaltimento dell’amianto. La prima domanda ha riguardato l’illuminazione pubblica a Pavona, e in particolare su di un tratto di via del Mare dove il cittadino ha segnalato una “doppia illuminazione” fatta durante gli anni precedenti. Il sindaco, insieme agli uffici, ha invece constato che nel progetto approvato era prevista l’illuminazione sia della strada sia del passaggio pedonale. La seconda domanda verteva sulla tarsu e sul pagamento in base alla presenza umana e non alla superficie. Una diversità di calcolo che non può essere effettuata, come ha sottolineato il sindaco, ma che lascia spazio ad altri coefficienti di calcolo per andare incontro alle imprese e ai cittadini che hanno un imposta alta rispetto all’utilizzo dell’area. Si è poi parlato del problema dell’inquinamento acustico. Il sindaco ha sottoposto al cittadino i provvedimenti presi in tal senso con il regolamento per le attività commerciali che fanno rumore e il prossimo regolamento sull’orario di carico e scarico merci. Infine, si è discusso di eternit e del suo smaltimento. Il Comune, infatti, ha da poco attivato una convenzione con l’azienda AzzeroCo2 che prevede la sostituzione di eternit con pannelli fotovoltaici e l’accesso a dei finanziamenti per migliorare il luogo di lavoro. Di seguito tutte le domande, le risposte e le repliche dell'incontro del 23 febbraio, consultabili anche al link: http://www.comune.albanolaziale.rm.it/qt_riepilogo.php

1. Paolo R. – Illuminazione via del Mare

Domanda: Qualche anno fa, sotto la precedente Amministrazione, è stato realizzato sulla Via del Mare a Pavona un nuovo impianto di illuminazione pubblica che utilizza, credo, lampade a basso consumo. Purtroppo a nessuno è venuto in mente di dismettere il vecchio impianto per cui adesso sulle casse del comune grava, secondo me, una bolletta più esosa. Le chiedo se non sia possibile dismettere il vecchio impianto, pali compresi, o, ove non sia possibile per motivi tecnici, almeno togliere le lampade del vecchio impianto. La ringrazio per l’attenzione.

Risposta: Gentile cittadino, per rispondere alla sua domanda con gli uffici siamo dovuti andare un po’ indietro nel tempo. I lavori di rifacimento dei marciapiedi nel tratto compreso tra via Trieste e via Foggia, e via Ancona e via Verona, sono stati realizzati in prosecuzione di un precedente intervento di rifacimento dei marciapiedi che aveva interessato via del Mare con inizio da via Nettunense fino a via Trieste e via Ancona. Nell’ambito di questi lavori era stato previsto e realizzato anche un impianto di pubblica illuminazione a servizio del percorso pedonale, non in sostituzione ma bensì in aggiunta al precedente, realizzato negli anni 1978/1979, per garantire un adeguato illuminamento della sede stradale, come richiesto dalla cittadinanza. Molto spesso, però, ci troviamo di fronte a richieste contrastanti tra cittadini di una stessa via e, quindi, l’intervento per intensificare l’illuminazione pubblica, la creazione di dissuasori di velocità e interventi del genere, o viceversa, non vengono accolti sempre di buon grado da tutti.

Replica: La ringrazio Sig. Sindaco. Tuttavia poichè ritengo che la cosiddetta illuminazione pedonale sia più che sufficiente e nell’ottica di realizzare un risparmio sia in termini economci per le casse comunali, valutato in circa 14.500 Euro annui, che per la bolletta energetica nazionale Le suggerisco di far effettuare dei sopralluoghi notturni, magari coinvolgendo alcuni cittadini residenti, per verificare se allo stato attuale la sola illuminazione pedonale sia o meno sufficiente. Con l’eventuale risparmio ottenuto si potrebbero, per esempio, aiutare alcune famiglie bisognose per i pagamento delle bollette di energia elettrica della loro abitazione. La ringrazio per l’attenzione
2. Gianluca D.P. – Tarsu

Domanda: Buongiorno, grati per questo servizio vorremmo chiederVi quanto segue: La ns. azienda TRE-D Eng. srl, sita in Via dei Piani di Monte Savello 24/c, 00040 Pavona (Roma) da oltre 20 anni, attraversa un difficilissimo momento come anche altre realtà produttive locali. Avevamo richiesto al Comune di Albano Laziale una riconsiderazione dell’importo per la Tarsu poiché da oltre 2 anni lavoriamo in stato di part-time che attualmente consiste in soli 2 giorni lavorativi settimanali. Tradotto significa che ciò che veniva prodotto a tempo pieno non è più assolutamente quanto prodotto oggi in 2 giorni. Inoltre avevamo fatto notare che provvediamo da sempre a ns. spese al ritiro dei ns. rifiuti da parte di una ditta specializzata ed autorizzata al trattamento specifico, quindi la ns. incidenza sulla raccolta rifiuti è veramente ridicola se non inesistente. In virtù di quanto sopra avevamo più di una volta fatto presente che non siamo più assolutamente in condizione di pagare quanto richiesto per la Tarsu (peraltro sempre regolarmente onorata anche se contestata), ricevendo solamente come risposta ogni anno una cartella equitalia. Gradiremmo sapere se anche per Voi è più conveniente richiedere una somma che tenga conto della realtà attuale invece che di pretese fuori tempo, oppure non incassare alcuna cifra il giorno che andremo a chiudere la ns. azienda.
Attendiamo una Vs. risposta per appuntamento prima di prendere ulteriori decisioni.
Cordiali saluti.

Risposta: Gentile cittadino, la sua richiesta di riduzione della tassa risulta inoltrata all’ufficio Tributi in data 28/09/2009 e riscontrata in data 5/10/2009. In base alle norme attualmente in vigore e a quanto riscontrato anche dai nostri uffici, la tassa è dovuta in ragione delle superficie occupata e dell’uso che se ne fa, e non in ragione della presenza umana o della frequenza dei processi produttivi. La vostra società, oltretutto, produce residui destinati al riutilizzo e quindi, a quanto ci risulta, già paga una tariffa agevolata. 
Sul trattamento specifico di alcuni rifiuti, invece, visto che non è precisato nella sua domanda, ci tengo solo a sottolineare che qualora la vostra impresa produca materiale che non rientra nella normale raccolta urbana è un obbligo di legge provvedere in maniera autonoma al suo smaltimento e non si tratta di un’inefficienza comunale.
Comprendo comunque la difficile situazione in cui si trovano molte piccole e medie imprese del territorio, ma purtroppo la normativa non può essere modificata nel suo contenuto dal Comune perché si tratta di un Decreto Legislativo (il n. 507/1993 e successive modifiche). L’unico sconto che possiamo applicare è quello legato alla tipologia di rifiuto prodotto, ed è quello di cui già dispone la sua impresa.

3. Marcello C. – Inquinamento acustico

Domanda: Esiste una legge sulla intensità dei suoni e dei rumori da nessuno rispettata sia in occasioni di manifestazioni così dette musicali sia quelli dei motori in particolare le motociclette o motorette che dir si voglia, rumori ostentati da ragazzacci e anche meno ragazzi, che danneggiano in modo irreversibile l’organo dell’udito quando il volume del suono supera una certa soglia di decibell: Il Sindaco Marini essendo farmacista conosce che cosa è e come funzione l’apparato uditivo laddove le cellule del Corti rappresentano un mirabile insieme di miliardi di corpuscoli molto sensibile e delicati che ricevono e trasmettono al cervello i suoni e provengono dall’esterno. Quando si supera e speso di molto il livello di tolleranza le cellule vengono distrutte. Un serata in teatro ma anche una moto smarmittata che passa e colpisce per diversi secondi, poi un’altra, poi un’altra ancora ecc. distruggono milioni di cellule del Corti in pochi momenti. Il mondo occidentale per questo motivo è pieno di “sordastri” ed i sordi che vanno aumentando costantemente anche in fasce di età una volta esenti. Perché io devo subire questa violenza senza che nessuno intervenga a far rispettare peraltro una legge ben precisa? Per non parlare dello stress psico-emotivo procurato da tutto ciò che va ad accrescere quanto già esistente nel quotidiano esistenziale in cui siamo costretti a vivere. Il Sindaco di Albano potrebbe farsi paladino di questa lotta in difesa delle salute e proporla poi come esempio ovunque dato che il fenomeno è ubiquitario. Ringrazio il Sig. Sindaco se mi darà ascolto.

Risposta: Gentile cittadino, intanto grazie per la segnalazione. Molto spesso l’inquinamento acustico viene sottovaluto ma come lei ben sa, e anche in maniera ben più approfondita di me, ha pesanti conseguenze sull’essere umano.
Proprio per questo come Comune abbiamo steso un regolamento per quanto riguarda le attività commerciali proprio per salvaguardare da una parte la loro normale attività e dall’altra i cittadini che subiscono in maniera impotente tali rumori. Anche quando ci sono le manifestazioni, soprattutto in estate, firmo un’ordinanza per il rispetto dei decibell. Su macchine e motorini, invece, credo sia corretto aumentare le sanzioni con maggiori posti di blocco verso chi procura questo tipo di rumori, molto spesso producendo anche inquinamento ambientale. 
La mancanza, invece, è sul controllo perché molto spesso, dopo le segnalazioni dei cittadini o del Comune, la Polizia Municipale è l’unico organo ad intervenire ma impossibilitato a sanzionare poiché solo l’Arpa Lazio ha la possibilità di certificare il dato preciso dei decibell, trasmetterlo al Comune che poi prevede alla sanzione. Purtroppo si tratta di passaggi un po’ complicati ma questa è un’occasione anche per far conoscere ai cittadini le procedure e informarli di quale sia l’organo competente da chiamare in caso di segnalazione di superamento dei parametri previsti dalla legge.
Oltretutto, con la Polizia municipale stiamo studiando anche un regolamento per gli orari di carico e scarico merci sempre per gli esercizi commerciali del territorio. In questo modo, il rumore anche di questa quotidiana azione sarà limitato in determinati orari.
Vista la complessità di intervento, resto comunque a disposizione per qualsiasi suggerimento mi possa arrivare dalla cittadinanza per diminuire ulteriormente l’inquinamento acustico all’interno del nostro territorio. 
4. Alessandro G. – Amianto 

Domanda: So che il Comune non dispone di un servizio per lo smaltimento dell’amianto. Considerato che in molte abitazioni ancora sono presenti cassoni dell’acqua in eternit e tettoie dello stesso materiale e considerato che lo smaltimento “legale” degli stessi è eccessivamente oneroso per il cittadino (per un cassone da 500 litri sono stati chiesti da una ditta specializzata circa 1000 euro) sarebbe opportuno, a mio giudizio, che il Comune provvedesse a stipulare delle convenzioni con delle imprese specializzate al fine di ridurre i costi per il cittadino e di evitare di trovare sparsi per le campagne limitrofe, cassoni e altri oggetti particolarmente inquinanti e pericolosi per l’ambiente e per la salute. Cordialmente.

Risposta: Gentile cittadino, il Comune di Albano, come lei dice, non dispone di un servizio di smaltimento dell’amianto ma in collaborazione con Volsca si stanno attualmente valutando diverse proposte che vanno in due direzioni: convenzioni per il ritiro dell’eternit (non solo per lo smaltimento dei privati cittadini o delle aziende) e convenzioni per gli interventi straordinari quando l’eternit viene abbandonato, incivilmente, per la strada o nei parcheggi. 
Contestualmente, proprio in giornata la Giunta comunale ha sottoscritto tre iniziative gratuite presentate dall’azienda Azzero CO2. Il primo progetto è denominato Eternit free e prevede, sia per il pubblico sia per il privato, la sostituzione (sempre gratuita) di coperture di eternit con pannelli fotovoltaici. Quindi, non solo eliminando un materiale dannoso alla salute umana ma anche sostituendolo con pannelli che prevedano forme energetiche alternative e attente all’Ambiente. Il secondo progetto è riferito ad un bando Inail che prevede il finanziamento per le imprese locali che vogliono effettuare interventi di miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, con particolare riferimento alla sostituzione di eternit nei capannoni industriale. Come ultimo progetto, ma di certo fondamentale per l’educazione e l’informazione su questa tematica, la società organizzerà una serie di corsi con gli Enti locali, in questo caso il Comune di Albano, e con le scuole. 
Insieme a questi progetti, poi, si stanno studiando anche altre convenzioni analoghe sia per il ritiro/smaltimento del calcestruzzo sia per il ritiro smaltimento degli oli esausti (quest’ultima in realtà in fase di definizione conclusiva). Contiamo, nel primo semestre dell’anno in corso di poter essere in grado di offrire ai cittadini questa possibilità di smaltimento ad un costo agevolato.

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