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LO ‘SPREAD’ E QUELLA RONDINE CHE ANCORA NON FA PRIMAVERA

spread

 

‘ECONOMIA E FINANZA’ – Il momento è quello che è: l’incertezza regna sovrana e i continui aumenti dei prezzi al consumo, dagli ortaggi per finire ai carburanti, di certo non contribuiscono a rasserenare gli animi dei cittadini, persino spaesati e confusi dai continui allarmi che arrivano dalle televisioni e dagli altri media.

Eppure qualche timido segnale di ripresa s’intravede, almeno stando a quanto trapela dalle Borse, che con le banche sembrano essere i fili conduttori di questo periodo storico in cui più che i singoli governi nazionali sembrano proprio gli istituti di credito a dettare la linea.

Lo ‘spread’, che sino a pochi mesi fa era una parola verso la quale i più erano digiuni, è ormai entrata prepotentemente a far parte del nostro vocabolario, quasi che il nostro destino fosse legato solo e soltanto all’oscillare di quelle cifre. ‘Spread’ sta per il differenziale tra i Btp decennali italiani e i tedeschi Bund. Bene, dopo le impennate degli scorsi mesi il divario si sta riducendo e questo pomeriggio è sceso a 287,7, raggiungendo i minimi dall’agosto del 2011. Un segnale positivo, che restituisce speranze, sebbene all’atto pratico non aumenterà di un cent la consistenza del portafogli di tanti italiani che anche domani avranno difficoltà ad assicurarsi i beni di prima necessità.

Eppure stando alle parole del direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, le misure del governo Monti potrebbero “essere la luce in fondo al tunnel europeo”. “Monti – ha aggiunto – ha dato all’Italia un senso di serietà, concentrazione, determinazione a portare il Paese fuori dalla depressione in cui si trovava”. L’affievolirsi dello spread starebbe proprio a dimostrare un timido segnale di rinnovata fiducia verso il Belpaese.

Speriamo che non si tratti solo di una rondine e che anche per le sorti dell’economia nazionale arrivi presto la primavera.

 

dl

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