POLITICA

Ariccia, è arrivato il Commissario Prefettizio: al voto nel 2013?

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Un’uscita di scena davvero infausta quella del ‘Cianfanelli bis’, il cui epilogo amministrativo è andato in onda proprio nelle ultime ore, tra la costernazione dei diretti interessati, Primo cittadino in testa, ed il giubilo di chi, dal pronunciamento del Tar in poi, sostiene di avervi intravisto la sospirata vittoria della giustizia. In attesa di capire le evoluzioni giudiziarie, essendo in piedi un ricorso al Consiglio di Stato che potrebbe addirittura sovvertire il pronunciamento della seconda sezione bis del Tar, presieduta da Edoardo Pugliese, il Prefetto di Roma ha sbloccato l’empasse degli ultimi giorni nominando il Commissario Prefettizio che traghetterà Ariccia verso le nuove elezioni, al momento previste per non prima del 2013 (salvo un dietrofront del Consiglio di Stato).  La scelta è ricaduta su una donna, il viceprefetto Enza Caporale, che avrà il compito di calmare le acque, piuttosto agitate, in una cittadina in cui la tensione si taglia a fette.

Sconquassati gli equilibri della politica ariccina, il cui esito delle Comunali 2011 è stato spazzato via dopo il ricorso avviato nelle ore seguenti al ballottaggio dello scorso maggio, in cui Roberto Di Felice fu battuto da Cianfanelli per appena 32 voti. Decisiva, per l’annullamento della proclamazione degli eletti, l’irregolare costituzione di una sezione elettorale, sprovvista di alcun atto d’investitura ufficiale del Presidente della sezione incriminata. In altre sezioni sarebbe emersa anche una errata correlazione tra le schede autenticate e la somma di quelle utilizzate dagli elettori.

Nonostante le evoluzioni del caso Cianfanelli, basito da quella che i suoi fedelissimi hanno archiviato come “un’assurda campagna di fango”,  ha ribadito la sua fiducia nella giustizia, sottolineando ancora come si sia trattato solamente di un “errore formale nella nomina del presidente di seggio”, rifacendosi poi  “all’indagine penale che vede impegnate la magistratura ed i carabinieri”.

“Cianfanelli parla di una sola irregolarità – gli ha fatto eco Di Felice – ma ignora clamorosamente il passaggio in cui si fa accenno all’assorbimento delle censure non specificatamente esaminate, che in pratica non sono state vagliate non perché infondate ma perché ritenute superflue nell’intraprendere una decisione ormai presa”.

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