Attualità

Velletri, rimossa da sotto i Portici la storica Bacheca de L’Unità

rimozione bacheca

L’operaio comunale procede alla rimozione

 di Daniel Lestini 

 

Li chiamano Portici, da decenni quantomeno. Dici i ‘portici’ e la mente di tutti, di veliterni e cittadini limitrofi va lì, ai Portici di Piazza Cairoli.

Fino a qualche anno fa, di sabato, non sarebbe caduto neppure uno spillo, per la ressa di ragazzi che li popolavano. Negli ultimi tempi qualcosa è cambiato e senza doversi rifare ad un trattato di sociologia degli spazi urbani è bastato forse un nuovo bar per dirottare qualche metro più in là frotte di giovani pronti a porre le basi per un nuovo sabato sera tutto da vivere. Ma loro sono sempre lì, i Portici: forse ancor più sgualciti, insozzati, disadorni di prima. Ma sono li e ne avrebbero di cose da dire, solo avessero la parola. Hanno provato a metterci una panchina posticcia, ma mai una ripulita fatta con costanza, qualche vaso di fiori che ne aumentasse il decoro. Eppure non c’è altro posto dove il veliterno medio vorrebbe incontrare un suo amico per una chiacchierata: ‘ci vediamo sotto i Portici’ e poi via magari a concludere la serata intorno ad un tavolo, con un bel fiasco di vino nostrano. Chi oggi dovesse transitare lì sotto, oltre al distributore automatico di bibite noterebbe qualcosa di insolito e non servirebbe neppure l’occhio clinico di quei giocatori incalliti della Settimana Enigmistica che si mettono alla prova nel cercare il o i particolari mancanti. Quel che manca dai Portici, segata dagli operai comunali dopo apposita disposizione, è la storica bacheca dell’Unità, che faceva bella vista di se proprio al centro del porticato. A vigilare che tutto andasse in porto agenti della Polizia Locale, chiamati a fare il proprio dovere in ottemperanza a disposizioni arrivate dall’alto.

Immediata la reazione e lo sdegno di tantissimi cittadini e subito i Portici, per non perdere la loro vocazione, hanno amplificato quel vociare indistinto di chi si è affrettato a cercare un perché. ‘Ci tolgono tutto, ci lasciano in mutande, ci affossano con Imu e tasse e ora ci tolgono pure lei, la nostra cara bacheca’: questo debbono aver pensato in tanti, persino coloro che la guardavano solo per curiosità o che pur distanti dalle idee che vi venivano tramandate erano rassicurati dal saperla sempre li, cimelio di una Velletri ricostruita dalle macerie del dopoguerra. 

Oggi, dicevamo, quella bacheca non c’è più: qualcuno ha provato a denunciarne la scomparsa, con manifesti spazzati via anche quelli, abusivi come lei. E già: perché forse qualcuno non se né era mai accorto né curato, ma la bacheca dell’Unità, così pare, era abusiva. Nella città delle tante case abusive, dei cartelli abusivi e dei manifesti abusivi, si poteva pensare e sperare che si agisse per priorità, eppure la mannaia della legalità si è abbattuta proprio sulla bacheca che ha ospitato il giornale che fu del Pci, Pds, Ds prima e del Pd oggi. 

A muovere la mano di chi l’ha falciata via, senza per questo usare il martello, sembrano essere stati i due consiglieri comunali confluiti nel Gruppo Misto, Fabio Taddei e Vincenzo Bagaglini. Animati dal furore di una legalità da ripristinare a 360° e scottati da mesi di lotte incrociate col resto del loro ex partito, proprio il Pd, parrebbero aver messo a segno una vendetta, simbolica e non solo, che potesse infliggere un colpo duro agli ex compagni di cordata.

“I Vigili Urbani – si legge in un comunicato stampa divulgato dallo stesso Taddei – nel rispetto della legge e supportati da tutti i documenti di ben cinque uffici comunali hanno rimosso la bacheca abusiva di Piazza Cairoli, non a norma per forma e dimensioni e priva del pagamento della tassa di affissione da ben 40 anni! Si rivendica il sacrosanto diritto all’informazione – continua Taddei – ma di farlo gratis, mentre tutti gli altri comuni cittadini veliterni pagano gli spazi di affissione” (tutti? un parolone, aggiungiamo noi con una certa ilarità, ndr). “Si professa il rispetto delle regole – continua Taddei – e ci si scandalizza quando lo si vuole far rispettare. Questo spazio pubblico abusivo è stato usato anche per denigrare persone per bene col solo fine di averne un ritorno politico.  Alla faccia di legalità, rispetto delle regole e coerenza politica! Questo si che indignerebbe le generazioni passate, non come invece fanno oggi alcuni ‘giullari di corte’ che difendono la bacheca abusiva e fanno finta di essere ancora di sinistra come gli ha ricordato il segretario di Rifondazione Comunista Stefano Pennacchi. Peccato che nessuno era presente all’intitolazione di Via Ilaria Alpi e Largo Peppino Impastato, gente di sinistra che ha dato la vita per la verità. Abbiamo già fatto richiesta al Comune di bacheche nuove che rispettino tutte le normative anche col pagamento della tassa di affissione dovuta, da mettere sotto gli stessi portici di Piazza Cairoli per tutti i partiti che ne volessero fare uso. Chi vorrà continuare a fare volontariato nell’affissione dei giornali, potrà continuare a farlo ma nel rispetto della regole del vivere civile. Siamo disposti a difendere in ogni sede anche legale qualsiasi attacco strumentale e denigrante il nostro operato in piena legalità. Questa è legalità e democrazia.”. Decisivo, nello scatenare le ire furenti del ‘Marco Polo’ veliterno, sembrerebbe stata l’apposizione di alcune pagine di un noto settimanale locale d’orientamento piddino, nel quale proprio lui e il collega Bagaglini venivano attaccati per l’ormai acclarata divergenza di opinioni. Un utilizzo della bacheca che i due avrebbero ritenuto improprio ed offensivo, saltando di gioia una volta scoperta la mancata regolarità della stessa. 

“Una becera vendetta contro il Partito che li ha espulsi il 29 febbraio dopo aver valutato la loro incompatibilità con i valori del Partito democratico”: questo, invece, il commento del Pd veliterno, che in un comunicato ha rincarato la dose: “si tratta di uno scempio che offende cinque generazioni di militanti di sinistra che intorno alla bacheca hanno discusso  e si sono confrontati per oltre 50 anni.  I vecchi compagni in lacrime per il dolore e la rabbia quando hanno visto arrivare l’operaio del Comune con il frullino per rimuovere la bacheca. Un blitz in piena regola, nessuno del Partito sapeva che era stato formalizzato l’esposto e che l’iter avesse avuto il suo corso fino all’ultimo sollecito fatto da Fabio Taddei il giorno prima, quando si è recato presso il Comando dei Vigili Urbani in compagni di esponenti del Pdl. Immediata la reazione non solo del Pd ma di tutte le forze sociali e politiche di sinistra, indignata la CGIL e lo SPI così come solidarietà ci è stata espressa da Sel e da tanti simpatizzanti di sinistra. Far rimuovere la bacheca è stato come cancellare di colpo un pezzo di storia di Velletri e questo indipendentemente dalla militanza politica. La bacheca non dava fastidio a nessuno, non arrecava pericoli e non aveva alcuna funzione negativa. Il Partito coglie anzi l’occasione per ringraziare Marcello Mastrostefano che ogni mattina provvedeva a fare la rassegna stampa dell’Unità e pubblicare le pagine che riteneva più interessanti”.

“In qualità di Segretario del Pd – ha rincarato la dose Luca Masi – ho chiesto ai Vigili tutti gli atti che appurassero la legittimità di quanto accaduto sia questa mattina che nel pomeriggio quando sono venuti a rimuovere anche due manifesti di protesta attaccati al muro con puntine da cartoleria. Sono stato identificato solo perché ho fatto delle foto mentre i Vigili staccavano i manifesti. Un fatto quasi senza precedenti: sono arrivati dopo 10 minuti in seguito alla denuncia telefonica fatta dal Consigliere Gianluca Trivelloni e hanno rimosso direttamente i manifesti, cosa inusuale perché la procedura non prevede ciò! Domani (oggi, ndr) protocollo lo stesso esposto anche in Comune e lo indirizzo al Sindaco perché sia ufficialmente informato di quanto è accaduto. Non finirà qui perché organizzeremo una raccolta delle firme e condivideremo con i democratici ogni azione utile a ristabilire il principio che nel Pd ci sono persone per bene e non gente che in nome del proprio ego è disposta ad offendere intere generazioni di compagni e democratici”.

“Perché tanto scalpore per una bacheca abusiva? – ha poi aggiunto Vincenzo Bagaglini, scottato dagli inviti di chi ha reagito all’accaduto intimandogli di ‘andare a lavorare’: “lo facciamo già, e non con la politica, come molti di quelli che commentano la rimozione e che direttamente o indirettamente godono del privilegiato lavoro ‘politico’. In merito alla nostra presunta vigliaccheria chiedo ai cittadini di giudicare se chiedere il rispetto delle regole sia davvero un atto di vigliaccheria”. 

Nel mezzo plurime considerazioni, come quelle di Paolo Trenta, del Movimento Velletri a 5 Stelle: “a mio parere – ha detto – tutti hanno ragione.. quanti amano la loro bacheca che è lì da 50 anni e chi l’ha fatta rimuovere perchè abusiva. Quello che non mi piace è il modo in cui ci si è affrettati a rimuoverla: con il criterio del frullino si autorizza chi ritarda a pagare l’acqua a tagliargli i tubi, chi non paga l’ici a buttargli giù la casa, e tutto a sua insaputa. Oggi va di moda, ma a mio parere avrebbe avuto più senso una ‘censura’ della bacheca prima della rimozione ed una comunicazione ai responsabili con una eventuale ammenda se dovuta e solo dopo il giusto tempo che si deve dare per correre ai ripari si poteva e doveva passare al frullino”.

Invece il frullino è stato fulmineo, impietoso. Peccato che non sia stato utilizzato per spazzare via gli echi di lotte intestine, di rancori e botta e risposta incrociati che stanno minando la serenità dei protagonisti e distogliendo le attenzioni da temi fondamentali in un periodo di così grave crisi economica e sociale. Anche i Portici meriterebbero di ascoltare ben altri discorsi…ci riusciranno mai? Glielo auguriamo: lunga vita ai vecchi Portici di Piazza Cairoli, luogo di incontro e di confronto e culla di una bacheca che presto tornerà nel posto che le compete, tirata a lucido e regolarizzata. Com’era giusto che è fosse; come è giusto che sia!

 

INVITIAMO I LETTORI AD USUFRUIRE DELL’APPOSITO SPAZIO DEI COMMENTI PER DIRE LA PROPRIA ED ARRICCHIRE COSI IL DIBATTITO.

 

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