Mag 20, 2012 ATTUALITA', PRIMO PIANO 7
E’ sempre la solita storia, durante una fase di crisi, nascono le condizioni per un cambiamento, il popolo ricomincia a manifestare, a riprendere la sua sovranità, e quando il cambiamento inizia ecco che arrivano le bombe. 1969, 1992, 2001 e ancora oggi. Questa volta ci ha rimesso la vita la povera Melissa, innocente vittima sacrificata per stroncare il cambiamento. E adesso il via al patetico richiamo all’unità del paese, alla compattezza degli organi dello Stato. Il richiamo alla fermezza per indagini che saranno ferree e rapidamente condurranno ad individuare i colpevoli.
Cara Melissa, eri forse troppo giovane per conoscere la storia del nostro paese. L’attentato che ti ha ucciso non è il primo e non sarà l’ultimo. L’attentato terroristico provoca terrore, il terrore è paura e la paura blocca le azioni. La storia ci insegna che qualche volta si
è scoperto l’esecutore, ma mai si sono scoperti i mandanti. Fiumi di parole, esperti, opinionisti, plastici alla Bruno Vespa, anche questa volta non serviranno a nulla se non ad alimentare il clima di terrore e di paura.
Nel 1978 durante gli anni del terrorismo rosso ero troppo piccolo per capire, nel 1992 quando saltò in aria l’autostrada di Capaci con Falcone, la moglie e gli uomini di scorta, pensai che la lotta contro l’illegalità fosse persa, e quell’episodio pensai potesse spegnere il
mio desiderio di capire, la mia voglia di impegno sociale, tutto ciò che la famiglia, lo scoutismo, la chiesa mi aveva insegnato. Quel pomeriggio, lo ricordo come fosse ieri, piansi. Ero solo in casa, davanti alla televisione, con le lacrime amare che solcavano il mio viso. Poi il sacrificio di Borsellino mi ha spinto a reagire. Ho ricominciato a leggere, a studiare, a guardare documentari. Ad informarmi. E sai cosa ho scoperto cara Melissa? Una volta la colpa era delle Brigate Rosse, una volta degli estremisti neri, l’altra volta era colpa della mafia, ma ogni volta i tentativi di arrivare ai colpevoli erano ostacolati ed impediti da depistaggi organizzati dai cosiddetti “organi deviati dello stato”. Ogni volta. E perché servitori dello stato dovrebbero operare per depistare le indagini?
Non si è mai arrivati ad una risposta perché tutte le inchieste della magistratura e delle commissioni parlamentari accertavano fatti gravissimi che venivano letti sempre in modo diverso, e la mancanza di uniformità nel leggere fatti reali non portava mai ad una verità
condivisa. Ma la verità non ha bisogno di essere condivisa. I fatti sono fatti, e se ce li raccontano in maniera diversa fanno solo come l’imperatore che va in giro nudo! Sta a noi però non crederci. Cari signori politici, se volete cercare i colpevoli guardate tra le vostre file, tra di voi c’è qualcuno che non ha capito che agli errori di questi ultimi anni può porre rimedio solo lasciando libero il posto, per far spazio alla società civile. Perché in crisi non c’è la politica, ma le singole persone che finora hanno tradito il concetto di politica come servizio per il popolo.
Cari signori giornalisti, smettetela di osannare i vostri re nudi, le banche che hanno la proprietà dei vostri giornali, gli imprenditori che comprano il vostro silenzio con la pubblicità, i politici che vi proteggono. Scegliete di informare la gente, incominciate anche voi a gridare che “il Re è nudo”.
Cari ragazzi, non lasciate spegnere la passione per il bene comune e l’impegno sociale per costruire una società migliore, ma specialmente ricordate che l’unico modo di costruire è con la pacifica partecipazione alla vita sociale.
LIBERTA’ E’ PARTECIPAZIONE cantava Giorgio Gaber un vecchio maestro che con le sue canzoni faceva riflettere tutti. La storia rende sempre giustizia. La morte di Carlo Giuliani a Genova nel 2001 durante momenti di stupida protesta violenta spense un movimento di protesta pacifica che invece era giusta e giustificata. La storia ha dimostrato che a Genova avevano ragione le centinaia di migliaia di persone che protestavano pacificamente, mentre avevano torto gli 8 capi di stato barricati nei palazzi del potere. Alcuni di loro ancora oggi sono in giro a fare danni. Non cascate nei tranelli che i black-block o i terroristi di turno, mettono tra i vostri piedi. Fanno solo il gioco del potere. Non lo dimenticate mai.
Fatelo per Melissa, come per Giovanni, per Paolo, per tutti quelli che hanno perso la vita in questi anni.
Io da parte mia non mollo, spero voi facciate altrettanto.
A presto,
Gianni Di Noia
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1 settimana ago
2 settimane ago
3 settimane ago
complimenti invece per l’ articolo e vorrei riportare la frase che condivido :
”
Cari signori giornalisti, smettetela di osannare i vostri re nudi, le banche che hanno la proprietà dei vostri giornali, gli imprenditori che comprano il vostro silenzio con la pubblicità, i politici che vi proteggono. Scegliete di informare la gente, incominciate anche voi a gridare che “il Re è nudo”.
ed io aggiungo : il re non è soltanto nudo è anche alla resa dei conti da parte dei cittadini stanchi delle menzogne, della propaganda ininterrotta…..non ci sono soltanto suicidi economici ora ci ammazzano anche con le bombe. che nazione è quella che permette tutto ciò ?
adriana
Complimenti signora Adriana, è riuscita veramente a capire lo spirito della lettera.
dimenticavo …..la mia “letterina” è per paola e liliana …..ovviamente!
adriana
che critiche meschine e piene di inutilità.
paola resta scandalizzata per l’opinione altrui ? ci vuole ben altro per mettere le bombe no basta un articolo di giornale!
guardare ai contenuti no ? guardare alla disgrazia no ? guardare al di là della critica se è scritto bene o male, no ?
forse, invece , di guardare alla sintassi dovreste riflettere su ciò che è accaduto e dovreste riflettere sul fatto che fate delle critiche inopportune sull’articolo di una povera adolescente morta !
vergognatevi !
adriana
Innanzitutto ringrazio i responsabili della testata, non sapevo che lo scritto sarebbe stato pubblicato, ma ovviamente mi fa piacere. Si scrivono certe cose perchè si ha il desiderio di trasmettere e condividere con altri ciò che l’esperienza di vita vissuta ci ha insegnato. E più è ampia la platea e più è ampio il dibattito anche di idee contrastanti meglio è. Credo sia evidente che l’errore nel titolo sia dovuto alla fretta, alla distrazione, ma anche fosse dovuto alla non conoscenza dell’italiano (cosa difficile da credere per chi cura un sito di informazione) desta comunque grande perplessità il tono dei commenti di Paola e Liliana. Come al solito mentre qualcuno indica la luna, tutti guardano il dito. Se non siete d’accordo con ciò che è stato espresso, date la vostra opinione, non abbiate paura del confronto. In ogni caso rispettate le idee che sono fondate su esperienze vissute (non raccontate in questo scritto) che evidentemente non potete conoscere.con rispetto. Gianni Di Noia
Chi ha scritto l’articolo, anzi il titolo, non ha bisogno di tornare a scuola, ma probabilmente di riposare nelle ore notturne, quando un errore di battitura può certamente capitare.Quello che non può capitare è che ci sia chi usi toni saccenti ed arroganti per far notare una cosa del genere, senza poi aggiungere null’altro. Ci sono modi e modi per dire le cose. Resto scandalizzata, ma d’altronde questo è il Paese che ci ritroviamo e non mi stupisco davvero se poi scoppiano delle bombe. Buona giornata, Paola
Consiglio a chi ha scritto il titolo di questo articolo di tornare a scuola, perché non si scrive ” Se né andata” , ma ” Se n’è andata”.