POLITICA

Sanità, dai Sindaci dei Castelli una nuova cura per il ‘malato’

sanita

 

di Daniel Lestini

 

E’ una lettiga intorno alla quale si affannano in tanti, quella della sanità locale, dove il malato, la sanità stessa – intesa come singoli reparti degli ospedali di provincia – boccheggia esamine, intubata allo stremo e posta sotto osservazione in attesa d’una cura benefica e definitiva. Dopo essere stata messa all’ingrasso, con tutti i nessi e connessi del caso (troppo cibo, si sa, fa male a tutti), si vede ora costretta ad una cura dimagrante capace di stecchire anche il fisico più longevo e resistente. In contrapposizione ai vertici regionali, certi della bontà della propria diagnosi e dell’efficacia della cura poi approntata a colpi di pillole e bisturi, troviamo i sindaci delle realtà interessate, che si affannano a metterci una pezza, con qualche incerottata di qua e una passata di disinfettante di là. La speranza è che non sia solo un palliativo, dopo l’accanimento terapeutico di chi ha ideato una terapia troppo aggressiva per poter sperare che desse risultati confortanti sul breve.

Proprio nella speranza che l’infermo si risollevi i Primi cittadini si sono riuniti nella Conferenza dei Sindaci dei Comuni della ASL Rm H, che si è ritrovata martedì 19 giugno presso la sede della Asl di Albano, su convocazione di Fausto Servadio, Sindaco di Velletri e presidente della Conferenza. Presente tutta la dirigenza della Asl e la maggioranza dei Sindaci del territorio. Tema centrale della discussione proprio la difficile situazione legata alla carenza del personale che ha spinto la Asl a proporre degli accorpamenti dei servizi e che proposta non è condivisa dai Sindaci.

Servadio, criticando il decreto 80 che conferma tutta la sua inadeguatezza a distanza di quasi due anni dalla sua stesura, ha ricordato come sia pendente un ricorso al Capo dello Stato sullo stesso decreto, a dimostrazione che i problemi di oggi erano tutti evidenti già allora e che poco si è fatto per risolverli. Inoltre è da ricordare che il TAR del Lazio ha già accolto i ricorsi sul San Raffaele di Velletri e sull’ospedale di Frascati. Non va dimenticato che in tutto il territorio della Asl i reparti stanno chiudendo per mancanza di personale e la situazione è ancora più grave in prospettiva dell’estate quando la popolazione aumenta per le vacanze e inizia il meritato periodo di ferie per i lavoratori. Nell’ottica di evitare un acuirsi dell’emergenza la prossima settimana si riunirà il Comitato Ristretto che valuterà quali azioni proporre all’attenzione della direzione della Asl. Contestualmente è stata presentata una richiesta unanime di incontrare il Commissario Straordinario Renata Polverini per rappresentare i gravi problemi che vanno amplificandosi ogni giorno di più.

Ai margini il sindaco di Marino, Adriano Palozzi, ha dichiarato che “non è stato firmato alcun documento che certifichi la presunta chiusura temporanea dei reparti di Ostetricia, Ginecologia e Pediatria dell’ospedale San Giuseppe di Marino. E’ stato semplicemente fatto il punto della situazione con i vertici della Asl Rm H e del responsabile sanitario del San Giuseppe, Michele Di Paolo, per discutere di uno studio di fattibilità e attuazione del decreto 80 sui territori di nostra competenza amministrativa”. “Non è stato adottato alcun provvedimento – ha ribadito Palozzi di concerto con l’assessore Remo Pisani – di trasferimento dei reparti di Ostetrica, Ginecologia e Pediatria. Con i vertici della Asl Rm H stiamo, invece, cercando di valorizzare il settore Natività del nostro ospedale e di studiare l’eventualità di un Polo Oncologico, iniziativa lodevole che, però, non deve avere il sopravvento sulla immediata riapertura del Pronto Soccorso che resta la priorità assoluta della nostra Amministrazione comunale”.

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