Cultura

Velletri, ecco come Villa Ginnetti s’è trasformata nella ‘Casa della Cultura’

velletri teatro

 

Onorato, Caputo e Gigli

di Maria Lanciotti

È risaputo, la necessità aguzza l’ingegno. E anche stavolta, in tempi di vacche magrissime e di pascoli brulli, si è riusciti a fare di necessità virtù. E dal nulla nasce il progetto ‘Velletri Teatro Festival’ 2012, che dal 1° luglio al 2 settembre trasforma il Parco Comunale di Villa Ginnetti nella ‘Casa della Cultura’ aperta a tutti. Il programma, suscettibile di variazioni e anche di arricchimenti, offre tutto ciò che può soddisfare il senso artistico di ognuno, come tensione e ricerca del Bello e del Buono. Spettacoli teatrali, concerti, reading letterari, danza, mostre di arti visive, laboratori, stage, conferenze e dibattiti, ristorazione e seminari di arte culinaria e tutto quanto si possa aggiungere durante lo svolgimento del programma, danno a questa estate veliterna un sapore di nuovo e di antico che risveglia desideri e compensa certi vuoti.

Tutto si regge sulla fattiva volontà del Comitato Organizzatore composto dalle associazioni Artemista, Teatro di Terra, Colle Ionci, Il Teatrone, Alerarti, Calliope, Gli amici di Ratatouille, che invitano tutte le Associazioni Culturali del territorio a collaborare per un discorso sempre più ampio e costruttivo. Giunti quasi a metà del percorso, poniamo alcune domande a Luigi Onorato dell’Associazione Teatro di Terra, fra i maggiori fautori dell’iniziativa.

 

Velletri Teatro Festival: perché nasce e con quali obiettivi?

“Il progetto nasce per proseguire il discorso con le associazioni di Velletri (in prima convocazione presenti in 26, poi ristrette a sette, nda) con l’intento di riempire un vuoto dovuto alla mancanza di finanziamenti generali, comunali e sovracomunali, che non ci stanno più. Avendo tale origine si è pensato a un festival che  contenesse tutte le attività curate dalle diverse associazioni, teatrali, musicali, letterarie  eccetera”.

 

Progetto per una stagione o l’idea avrà un seguito?

“L’idea avrà continuità. Avere una stagione teatrale estiva a Velletri in questo luogo, consono anche per grandi platee, il nostro primo obiettivo”.

 

Come risponde la cittadinanza a questa imponente manifestazione? E come si pone l’Amministrazione?

“La cittadinanza risponde nella maniera già conosciuta, con la partecipazione di gruppi dagli interessi disparati e separati. L’amministrazione apprezza quanto si sta facendo. È stata una scelta nostra quella di abituare la gente a dare un sostegno all’attività culturale, anche in visione dell’apertura dell’‘Artemisio’”.

 

Quindi l’apertura del teatro è notizia certa?

“Sì, il teatro aprirà. Si stanno cercando formule per la gestione, le associazioni avevano fatto la proposta di una gestione diretta, si vedrà in seguito rispetto al bando e sulle politiche che adotteranno. Fino ad ora l’obiettivo centrale, che è quello della produzione locale, immaginazione e fantasie delle proposte e partecipazione diretta dei protagonisti, è stato centrato. A Velletri c’è molto fermento”.

 

Insieme al regista Onorato, detto anche ‘l’uomo del fare’, Pasquale Caputo e Federico Gigli, artisti e attori  impegnati  a ‘dare una mano’ nelle questioni tecniche e in tutto ciò che manda avanti questa fantastica macchina. “Siamo in pochi ma sufficienti – è l’asserzione unanime di cui si fa portavoce Onorato –. Importante per noi è poter continuare a fare il nostro lavoro teatrale e quindi creare le condizioni anche per il futuro. Aggiustando il tiro e perfezionando l’organizzazione, e invitando magari anche Compagnie di richiamo, speriamo si possa avere una risposta sempre più partecipativa da parte della città. Date le condizioni – conclude Onorato – la continuità è essenziale. Nonostante tutto ci crediamo, sperando che l’amministrazione possa dare una mano”.

 

 

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