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Incendi, Legambiente: ‘quasi mai sono semplici fatalità. Applicare leggi anti speculatori!”

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“In questi ultimi giorni, sono decine gli incendi nel Lazio, solo il 30 luglio se ne sono contati 50, molte sterpaglie, ma anche 12 incendi boschivi. Gli incendi non sono quasi mai semplici fatalità, nella Capitale è sconcertante come in poche ore si siano sviluppati così tanti focolai, quasi tutti in zona nord, a Monte Mario, La Storta, Borghesiana, Colle Aurelio, Cassia e Ostia -afferma Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. La collina di Monte Mario, in particolare, è andata a fuoco purtroppo tante, troppe volte e le precedenti indagini hanno sempre poi rivelato più punti di innesco, mai mozziconi ai quali bisogna certo comunque stare attenti. C’è chi vorrebbe speculare sull’area, ma quella zona è inserita nella Riserva di Monte Mario, è la porta del parco, se ne facciano una ragione”.

Dopo gli incendi delle ultime ore, che hanno gettato Roma nord nel caos del fumo, Legambiente torna a mettere al centro i numeri dell’allarme roghi. Nel Lazio, dopo la torrida e drammatica estate del 2007, durante la quale andarono in fumo ben 13.567 ettari, secondo i dati elaborati dal Corpo Forestale dello Stato, gli incendi nel 2008 bruciarono 2.750 ettari, nel 2009 furono percorsi dal fuoco 2.528 ettari e nel 2010 ci fu una preoccupante risalita fino a 3.149 ettari inceneriti. In Italia l’estate 2012 si è aperta con un numero preoccupante di roghi: 2.500 gli incendi segnalati prima del 10 giugno, poi saliti a 3.900 a metà luglio, ossia circa il 165% in più rispetto allo scorso anno.

La maggior parte degli incendi che interessano aree boschive è di origine dolosa, ben il 64,3% dei casi, mentre sono colposi il 22,7%, hanno cause dubbie il 12,7% e sono accidentali solo lo 0,3% e naturali lo 0,2% (dati Corpo Forestale dello Stato). Una conferma viene dai dati 2011 del Rapporto Ecomafie di Legambiente: il Lazio è salito dal sesto al quarto posto della classifica nazionale per le infrazioni legate ad incendi –dolosi, colposi, generici– con 715 infrazioni e un aumento di ben 223 illeciti rispetto all’anno precedente.

“Nel Lazio la situazione è critica, occorre lavorare per preservare soprattutto i parchi e le aree boscate dalle conseguenze di veri e propri atti criminali -conclude Avenali-. Negli scorsi anni avevamo assistito a una riduzione del grave fenomeno, in particolare, grazie all’applicazione della legge quadro 353 del 2000 che attraverso il catasto comunale delle aree percorse dal fuoco, impedisce di speculare sulle aree, ma anche grazie a campagne informative e di sensibilizzazione. Certo, la riduzione ai minimi termini dei parchi da parte della Regione non aiuta: le ultime due maggioranze hanno commissariato gli enti per tempi lunghissimi, ora lo sono da due anni nel silenzio generale, e sono di volta in volta stati ridotti i trasferimenti di risorse, costringendo a salti mortali anche per mettere la benzina nelle automobili dei guardiaparco e limitando moltissimo le attività di fruizione delle aree protette, che sono la vera risposta al rischio incuria e degrado. Anche in tempi di revisione della spesa pubblica bisogna stare attenti a dove tagliare. Lo abbiamo detto sui Comuni più piccoli, come sulla scuola e sui tribunali, ma vale anche sui parchi che rappresentano una ricchezza ambientale di enorme valore anche turistico, specie nella Capitale”.