POLITICA

Lariano – In consiglio volano insulti al momento di affrontare le tematiche sociali

wrestling

C’è mancato poco che l’aula consiliare non si trasformasse in incontro di wrestling. Ma almeno fanno finta di darsele…A Lariano, invece?

E’ una Lariano in cui la tensione si taglia col coltello, quella che si ritrova a commentare quanto accaduto nel corso dell’ultima seduta consiliare, quando sono volate parole grosse (tanto per limitarsi agli eufemismi). Se di poltrone ben incollate ve ne sono solo per alcuni amministratori e consiglieri, si narra di sedie capaci di volare ben oltre la loro precedente collocazione: il tutto a dimostrare come gli animi si siano facilmente infiammati e mancasse davvero poco che tutto finisse in rissa. 

 

Ad Annamaria Abbafati e Fabio Romaggioli, del movimento politico “Più Lariano”, all’opposizione, il compito di ricostruire quanto accaduto. “La scuola è un diritto fondamentale – esordiscono i due, rammentando la petizione recentemente firmata da oltre 800 persone -. Affermando questo principio non hanno inventato nulla i genitori dei ragazzi che avevano firmato la petizione per la quale anche il movimento politico “più Lariano” si era impegnato e per i quali i consiglieri Astolfi e Casagrande avevano presentato una apposita mozione consiliare.  Non avevano inventato nulla, ma speravano di stimolare una reazione alla distratta azione dell’assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Lariano. Una reazione che nei fatti non c’è stata, se si escludono le preoccupanti esternazioni dialettiche dell’assessore Starnoni, che oltre ad assicurare l’opposizione di conoscere ‘nome e cognome’ degli ottocento firmatari ha solo fatto sapere di non avere avuto tempo per raccogliere dati certi sulle cifre riguardanti le entrate e le uscite comunali sul servizio mensa offerto alle scuole. E’ stato necessario il rassicurante (per l’assessore) intervento del sindaco per poter affermare che attualmente il Comune non dispone di cifre tali da poter garantire una copertura economica che scongiurerebbe l’aumento dei costi legati al servizio (circa ventimila euro).  Sindaco che da consigliere di opposizione ripeteva spesso che il Bilancio comunale è prima di tutto uno strumento di politica economica e che, specialmente in questi tempi critici per le famiglie, si possono effettuare modifiche per razionalizzare e gestire in modo più idoneo le spese. Per il resto – continuano i due – nei fatti i cittadini continueranno a pagare l’inefficienza del servizio offerto dal 2007 al 2011, che ha creato un buco di duecentoquarantamila euro (la metà dei quali sono stati già affidati alla Gerit per il recupero forzato). L’assessore Starnoni ha concluso affermando che, purtroppo, l’aumento resterà in vigore almeno fino a gennaio, quando probabilmente si riuscirà a trovare la copertura finanziaria per riportare i prezzi a quelli precedenti l’aumento definito dal Commissario Prefettizio nel mese di aprile promettendo che, in tal caso, i genitori potranno eventualmente chiedere un rimborso per le cifre elargite fino a quella data. Intanto però partirà il servizio mensa, mentre il Consiglio di Istituto ha deliberato il diritto dei ragazzi ad accedere ai locali mensa pur senza usufruire del servizio, consumando quindi un pasto portato da casa.  L’assessore Starnoni ha poi garantito che ‘l’assessorato ai Servizi Sociali è pronto ad andare incontro alle persone che non possono permettersi di pagare la quota richiesta per il servizio mensa’. Sceglierà personalmente chi aiutare? E in che modo? Con quali criteri? Ricordandosi gli 800 nomi della lista? Servono regole, non interventi occasionali e personalizzati. Ecco perchè a questo punto che alcune mamme non si sono più trattenute ed hanno tentato di intervenire nella discussione. Ma è bastato uno sguardo del rassicurante Sindaco per fare in modo che i vigili urbani presenti intervenissero a placare le mamme che stavano dimostrando insofferenza ed a far notare che il pubblico non può intervenire direttamente. Lo stesso sguardo rassicurante non è però scattato quando, passando al successivo punto all’ordine del giorno, qualche stretto parente del Sindaco inveiva contro i consiglieri di opposizione apostrofandoli con epiteti (c’è chi “fallito!”, chi “verme!” o chi un più colorito “str….!)” . Forse perchè anche il Sindaco aveva perso le staffe quando il suo assessore al patrimonio immobiliare, Fabrizio Ferrante Carrante, non era riuscito a fornire argomentazioni sufficientemente esaustive su alcune questioni che riguardano la riassegnazione degli alloggi IACP? Gli scriventi ignorano il livello di coinvolgimento personale del Sindaco e famiglia, ma il dubbio è legittimo, anche in virtù del fatto che fuori dal palazzo comunale gli stessi stretti parenti hanno cercato lo scontro con alcuni cittadini rei di non condividere lo stesso rassicurante pensiero unico. Il nostro tono è volutamente ironico, ma dobbiamo essere sinceri: non troviamo proprio nulla da ridere. Lariano si trova nelle mani di un manipolo di persone che non solo ignorano come si amministra una città, ma che non hanno nemmeno l’umiltà di prestare orecchio alle esigenze basilari dei propri cittadini. Lo abbiamo già scritto e lo ribadiamo – concludono Annamaria Abbafati e Fabio Romaggioli -: Lariano merita di più”.

 

Una prima risposta dalla controparte è giunta da Alessandra Di Palma di ‘Lariano nel cuore’ , che sugli alloggi popolari ha dichiarato quanto segue su un popolare social network: “l’assessore Ferrante ha espletato i motivi di questa attesa in modo molto esauriente. Se non si è provveduto finora a riassegnare gli appartamenti divenuti sfitti, non è per non tenere conto di chi ha i requisiti, ma piuttosto perché è necessario operare una rivisitazione degli stessi, al fine di consegnarli in una condizione di agibilità, poiché diversamente non sarebbe legale. In più, rispetto agli aventi diritto, bisogna tenere conto di chi possa ancora averne sugli stessi, quali eventuali eredi ancora residenti oltre al titolare deceduto. E’ nato proprio qui lo scontro tra l’esponente di Più Lariano e il Sindaco, poiché riconoscendo una diversa opinione sulla possibilità di assegnazione, immediata e non, degli sfitti, a differenza dei sospetti di piazza e delle insinuazioni suggerite in consiglio, non esiste alcun interesse da parte del Sindaco di rivendicare alcun diritto su uno di quelle abitazioni, né di servirsi di qual si voglia diritto di prelazione in virtù della sua posizione di Amministratore. Tutti sanno che la mamma del sig.Caliciotti ha occupato fino al decesso una abitazione popolare. Ma i requisiti richiesti per esercitare tale diritto, anche quando vi siano tutti, sembra che non possano comprendere anche una parentela con il Sindaco. Non è forse questa una interruzione di democrazia?  Di fronte ad una celata ma grande provocazione personale, è sicuramente poco consono in sede di Consiglio attribuire un appellativo a un Consigliere, soprattutto se fatto dal figlio del Sindaco, ma se ciò è fatto nella stessa libertà di espressione che ha permesso lo scorrere in aula di un chiaro sottofondo volto all’incitazione a smascherare chissà cosa per la sola soddisfazione di mettere il Sindaco in difetto, non si può solo parlare di disaccordo sulla mozione o di mancanza di rispetto per la diversa prospettiva di soluzione, perché la realtà è che ci si sta appigliando a tutto pur di boicottare una linea di riorganizzazione seria e imparziale. Quanto alla scuola – ha continuato – occupa il primo posto per l’amministrazione. Maggioranza e opposizione convengono sulla necessità di trovare nell’ immediato le soluzioni che necessitano. Si sta redigendo un nuovo regolamento che permetta il giusto per tutti. Non cambiano i diritti e le difficoltà, e non cambia l’interesse dell’amministrazione né le direttive per le soluzioni solo perché non si sa rispondere ancora a dati esatti poiché insufficienti. In termini di politiche sociali le persone non si possono sentire prese in considerazione maggiore solo se prese in termini di numeri precisi. Riguardo al servizio mensa, non si è ancora potuto dare inizio al servizio perché alcuni stanno facendo dei diritti scolastici una strumentalizzazione politica. Ben vengano altre firme dei genitori, si avrà una voce più forte dei disagi cui sono costretti per una sola ragione: ostruzionismo”. 

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