Attualità

COLATE DI CEMENTO SULLA STORIA DI CIAMPINO

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di Maria Lanciotti

 

Chi pensa che Ciampino non abbia una storia, e pure importante, sbaglia di grosso. Solo che si trova seppellita sotto secoli di abbandono del territorio e poi dal cemento che negli ultimi cinquant’anni vi è colato sopra. Ciampino non è solo una ferrovia e un aeroporto e un ammasso di palazzi che si sono inghiottiti villini e villette e casette rustiche insieme ai terreni e ai giardini che li circondavano. Ciampino non è solo il Collegio del Sacro Cuore in disfacimento in pieno centro, là dove la cittadina cominciò a formarsi intorno agli anni venti, né solo un cimitero monumentale al servizio di frazioni e frazioncine dei paraggi. Ciampino non è solo il ripiego per pendolari e rifugiati, né la propaggine dei Castelli né lo sgabuzzino di Roma. Ciampino è una città che fortemente lottò per la sua autonomia da Marino e acquistò presto una sua identità da sviluppare. Fino ad un certo punto andò bene, poi si prese la direzione sbagliata.

Tutta la storia del territorio su cui sorge Ciampino è viva sotto asfalto e cemento, e ogni tanto ne esce un pezzo nuovo. Quando si tratta, appunto, di continuare l’opera di seppellimento. Allora sembra che la Storia voglia urlare quel disperato ‘Fermatevi’ che oltrepassa confini territoriali e giunge alla sensibilità degli studiosi di tutto il mondo. Ciampino non è lasciata sola al suo destino di cementificazione selvaggia. Non ne può proprio più, e in suo soccorso arrivano le associazioni locali che ancora una volta si mobilitano per gridare allo scandalo e bloccare l’ennesimo progetto che sembra il delirio di un fabbricante di mattoni ubriaco.

Sobria appare invece l’Amministrazione Comunale, che alla guida del primo cittadino Simone Lupi, neoeletto consigliere regionale, si appresta senza indugi a scavalcare tutto e tutti e fare il gran salto verso la realizzazione del nuovo Piano di Zona 167, che prevede 700 alloggi suddivisi in tre aree ciampinesi. Iniziati gli scavi di prassi per attestare l’idoneità archeologica, la Storia è saltata fuori con tutte le sue legittime rivendicazioni. A Morena in via Morosina, a Colle Oliva all’Acqua Acetosa, a Muri dei Francesi in via dei Laghi, reperti di notevolissimo interesse storico e archeologico si son posti sulla strada dei moderni vandali, invasi da velleità dissacratorie e fame di pecunia. Ma a quanto pare non c’è modo di fermarli, le palazzine sorgeranno là dove si è stabilito di concerto con le cooperative interessate, a meno che non intervenga il proverbiale miracolo o più semplicemente un ritorno di ragione, e di senso di responsabilità da parte di chi i beni archeologici li dovrebbe tutelare.

Stiamo parlando in particolare, nel sito di Colle Olivo, dei resti della villa di Messalla Valerio Corvino, generale dell’Impero e – paradossalmente – patrono della letteratura e delle arti. Un sito di straordinaria importanza che comprende il ritrovamento di sculture mitologiche e la piscina nei pressi della quale erano allocate. Il Movimento ‘Ciampino Bene Comune’ non sta inerte a guardare, e contro l’ennesimo scempio che si vorrebbe compiere, incuranti di un passato glorioso su cui si fonda lo scarno presente e, si spera, una possibilità di miglior futuro, si è mobilitato per la raccolta di firme per bloccare almeno in quell’area  il progetto delle 167.

Tanti comuni cittadini, ma anche tanti autorevoli personaggi sensibili al rispetto e alla conservazione della nostra memoria storica e umana hanno aderito, e lo scorso 5 marzo un lungo striscione con oltre mille firme occupava lo spazio antistante la sala consiliare ‘Pietro Nenni’, dove si stava svolgendo la seduta per definire  la questione delle 167. Per ora buco nell’acqua, la Giunta Lupi non sembra voler retrocedere, ma nemmeno la pressione delle associazioni cittadine sembra volersi allentare. E sarà come sempre scontro di civiltà, in pieno e protratto boom di inciviltà.

 

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