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‘COOP svende DICO lasciando nell’incertezza oltre 2mila lavoratori’

dico genzano

IL PUNTO VENDITA DICO DI GENZANO

 

 

“Con un colpo di spugna – fanno sapere dal dal Coordinamento Nazionale delle Rappresentanze Sindacali – COOP ha deciso di svendere a un gruppo privato il proprio format discount, la DICO (DIscount COop) Spa. Il tutto dando la comunicazione ai giornali senza prima informare lavoratori e sindacati, e molto probabilmente con un forte dissenso interno alle sette cooperative proprietarie di DICO”.

Cosa sta succedendo a DICO? L’8 marzo, a cose fatte, l’amministratore delegato Antonio Lanari e il presidente Mario Zucchelli (presidente anche della coop Estense, socio di maggioranza di DICO), dopo che si era creato scalpore per l’uscita della notizia su alcune testate, hanno confermato ai lavoratori che l’intera rete DICO spa, 347 negozi (tra cui uno a Genzano, in via Appia Vecchia), 6 cedi e 2 sedi operative, per totale di oltre 2mila lavoratori, sarà venduta al gruppo TUODI dei fratelli Faranda di Roma, in cambio di 54 negozi Despar, Interspar e Ingrande.
“Chiediamo spiegazioni – esortano i Sindacati – sul perché Coop ha deciso di (s)vendere i discount Dico, che nel mondo della distribuzione sono quelli che in questo periodo di crisi producono di più, guarda caso proprio dopo le elezioni politiche di febbraio 2013. La Coop per mette in evidenza l’assoluta inadeguatezza della propria classe dirigente, incapace ad innovarsi nel mondo della distribuzione, con l’aggravante di calpestare i diritti dei lavoratori e dei consumatori. Il tutto considerando anche che nel corso degli anni Coop è cresciuta a dismisura anche grazie a forme alternative di cooperazione come il prestito sociale, nella fattispecie i libretti dei soci i cui soldi Coop investe liberamente per poi riversarli nelle proprie attività. E adesso ha deciso di investirli in un’operazione commerciale con la quale si libererà di oltre 2mila lavoratori, sul cui futuro la Coop non fa alcun cenno. Questo accade in un’azienda come Dico Spa, che ha volontariamente sottoscritto un codice etico, debitamente pubblicizzato sul sito internet, in cui si afferma che “la gestione delle risorse umane ed i comportamenti svolti nell’esercizio delle competenze e delle funzioni assegnate devono essere improntati alla legalità, alla correttezza, alla trasparenza, all’obiettività, all’equità, all’imparzialità e alla dignità””.
Ora i lavoratori della rete DICO chiedono alle 7 Cooperative sorelle che detengono le quote della società di fermare tale iniziativa, e di aprire immediatamente un tavolo di concertazione vero per trovare soluzioni alternative per la gestione di Dico. “Le lavoratrici e i lavoratori DICO – concludono dal Coordinamento Nazionale RSA – non sono disposti ad accettare passivamente lo stato delle cose”.

Seguiremo l’evoluzione della situazione…

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