CRONACA

Omicidio Di Meo: ‘Federichetto’ aveva pestato i piedi a qualcuno?

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Un assassinio che per modalità e tempi d’esecuzione ha fatto tornare alla mente gli agguati di stampo mafioso quello di cui è rimasto vittima il 37enne veliterno Federico Di Meo, crivellato a colpi di pistola nella mattinata di martedì 24 settembre (CLICCA QUI PER LA CRONACA DELL’ACCADUTO).  

La sua vita si è infranta lungo il ciglio della Via Appia, ai confini tra Velletri e Cisterna di Latina, dove si era da poco trasferito. Attirato con una trappola presso l’abitazione dei genitori, Di Meo è stato freddato a colpi di pistola, in un agguato che ha fatto tornare alla mente quello di cui fu vittima, nel dicembre del 2008, il concittadino Luca De Angelis, noto a tanti col soprannome di ‘O Gommista’, per via della sua attività nel campo degli pneumatici che esercitava tra viale Roma e via Ariana. De Angelis venne ucciso a pochi metri dalla sua abitazione, con quattro colpi inferti senza che ebbe modo di reagire. Da quel momento si sono battute le piste della droga e dell’usura, che hanno fatto scintillare diverse manette, senza che tuttavia l’autore del delitto abbia avuto ancora un nome (la pista che portò all’arresto di un 15enne venne poi accantonata e il ragazzino, dapprima arrestato, fu poi prosciolto).

Tornando a Di Meo gli amici lo descrivono come un ragazzo generoso e amabile, senza poter capire cosa possa aver indotto i suoi aguzzini a spingersi a tanto.  L’uomo, padre di due bambini di 12 e 7 anni, è stato infatti attirato nell’abitazione dei genitori dall’arrivo di due uomini, presentatisi come esattori delle tasse. Una volta giunto di fronte all’abitazione dei suoi cari il 37enne veliterno, titolare di un banco di frutta e verdura, è stato affiancato e giustiziato, coi killer che sono fuggiti in moto mentre lui, ormai a terra, aveva già esalato l’ultimo respiro in una pozza di sangue. A coprire pietosamente il suo cadavere un trasportatore di passaggio, il secondo a vedere a terra quel corpo ormai senza vita. Il primo, il papà di Federico, richiamato dai colpi di pistola, una volta arrivato in strada non ha retto a quanto si presentava ai suoi occhi ed è stato colpito da un malore che gli è costato il ricovero in ospedale, dove è giunto in stato di choc.

Gli inquirenti stanno ora procedendo a ritroso, cerando nel passato di Federico, ‘Federichetto’ per gli amici, contraddistinto da alcuni traffici che lo avevano già costretto a fare i conti con la giustizia. Nulla, si pensava, che potesse scatenare una vendetta simile anche se col senno del poi sono in molti a ritenere che possa aver ‘pestato i piedi’ a qualcuno, magari qualche ‘pesce grosso’ che ha pensato bene di fargliela pagare nella maniera più drastica e brutale possibile. 

Nel frattempo la Polizia veliterna, di concerto con la Scientifica, ha proceduto alla perlustrazione delle abitazioni di famiglia, alla ricerca di indizi preziosi. In attesa di conoscere la data dei funerali il cadavere del giovane si trova a disposizione del Sostituto Procuratore presso un istituto di medicina legale della Capitale, dove si procede secondo le disposizioni di rito.

 

 

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