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La beffa – “I funerali di Priebke sono stati celebrati ad Albano”

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I funerali dell’ufficiale nazista Erich Priebke sono stati celebrati. E la celebrazione è avvenuta proprio ad Albano, lì dove in tanti si erano recati per fa che si che una tale eventualità fosse arginata. Invece, quel che era nell’aria dopo gli scontri dell’altro giorno e le voci di una sospensione immediata della funzione funebre, è pian piano emerso, in tutta la sua nitidezza. Che ‘qualcosa’ dentro l’istituto della Confraternità lefebvriana San Pio X di Albano potesse essere accaduto, lo si era capito, ma ai manifestanti ed anche ai media era stata dato in pasto una versione ben differente, nonostante qualche diffidenza via via crescente.

Don Pierpaolo Petrucci

Diverse le ore passate da quello che era stato fissato come l’inizio ufficiale delle esequie (poi ufficialmente sospese per gli scontri in atto all’esterno e per il mancato ingresso di alcuni amici di famiglia del gerarca) e il momento in cui la bara col corpo del centenario ufficiale tedesco è stata portata via da Albano. In quelle ore, così come confermato oggi da don Pierpaolo Petrucci, portavoce della Fraternità lefebvriana, “la liturgia è stata celebrata, in quanto Priebke è morto da cattolico e da pentito e ci sono anche documenti che lo testimoniano. Si è pentito pubblicamente davanti a Dio e agli uomini – hanno dichiarato dall’istituto di Albano – ed è quindi morto da cristiano, avendo diritto ai funerali”. Dichiarazioni che, come prevedibile, non mancheranno di suscitare discussione ed alimentare nuove polemiche, mentre spunta fuori un filmato in cui lo stesso Priebke farebbe reprimenda a pochi giorni dalla morte. Più che una funzione funebre tradizionale, in realtà, si è trattato di qualcosa di lontanamente assimilabile, con la bara rimasta in auto e poi benedetta dopo la funzione privata.

Nel videotestamento, registrato poco prima di morire e diffuso solo oggi, Priebke ricorda l’eccidio delle Fosse Ardeatine e per la prima volta, almeno in sede ‘pubblica’ mostra un barlume di rammarico. “L’esecuzione – disse – fu terribile, ma era impossibile dire di no. Era un ordine di Hitler e chi non voleva eseguirlo sarebbe stato fucilato”. Sull’attentato di Via Rasella dà una sua versione: “fu compiuto apposta dai Gap comunisti per provocare la rappresaglia dei tedeschi”.

Intanto prosegue il giallo sulla sepoltura, su cui, a distanza di 6 giorni dal decesso, non si ha ancora alcune certezza. Da quando è stato portato via da Albano Priebke si trova ancora all’aeroporto di Pratica di Mare, in attesa di decisioni ufficiali. Stizziti i familiari, che tramite il legale di famiglia hanno addirittura parlato di “sequestro della salma”. 

Dure le dichiarazioni dell’avvocato Paolo Giachini, legale della famiglia: “la salma del signor Priebke  è stata sequestrata nella notte tra il 15 e il 16, mentre si trovava nella chiesa di Albano. Quattro persone che la vegliavano sono state picchiate, il feretro è stato portato via e da allora non sappiamo più dov’è. Temiamo  che la si voglia far sparire, per poi coprire tutto con il Segreto di Stato”.

Intanto la senatrice a 5 stelle, Elena Fattori, ha chiesto che il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, riferisca alle Camere “quanto accaduto ad Albano in merito ai funerali dell’assassino Priebke”. “Abbiamo depositato un’interrogazione urgente – ha fatto sapere la parlamentare genzanese – per chiedere l’assunzione di responsabilità da parte di Ministro e Prefetto. Quest’ultimo, entrato con concorso, non può essere sollevato dall’incarico se non con iniziativa personale di dimissioni, ma ciò non toglie che debbano essere presi provvedimenti verso chi ha messo a repentaglio serio l’ordine pubblico e offeso la dignità di luoghi che hanno la Resistenza al nazifascismo nel DNA. Dignità calpestata dal Prefetto e da chi gli ha dato autorizzazione a procedere in quel modo”.

 

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