Cultura

L’intensa e profonda capacità descrittiva della Lanciotti riemerge ancora in ‘Se tu mi chiedessi’

l'autrice
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In primo piano Maria Lanciotti e Filippo Ferrara

di Marisa Monteferri

Libreria Mondadori, Velletri, 15 novembre 2013. Già all’orario di apertura pomeridiana la libreria va riempiendosi di persone che sembrano attendere qualcosa di speciale o di inconsueto. E difatti è così; sono tutti in attesa di Maria Lanciotti, che oggi, proprio qui, presenta il suo nuovo libro. 

Poiché è un’artista completa, non si sa mai come definire Maria Lanciotti: poetessa? Scrittrice? Giornalista? Artista della favolistica e scrigno di ricordi appartenuti un po’ a tutti noi? In realtà non c’è una parola che le si addica più di un’altra senza essere comunque riduttiva; Maria ha la fortuna e la capacità di spaziare in più campi per esprimersi con le arti della parola e della scrittura che le sono più congeniali nel momento in cui ne fa uso.

Per questo alterna libri di prosa a libri di poesia, per questo spazia nel realizzare spettacoli tratti dai suoi testi poetici e dalla sua prosa senza caduta di stile ma anzi, rafforzando e abbellendo tutto ciò che fa. Si direbbe che fin da quando pubblicò il suo primo libro di poesie aveva già tracciato un inconsapevole percorso che l’avrebbe portata molto lontano, sia nel campo letterario sia nella ricerca di se stessa e della sua espressione artistica più pura. Maria, per chi ancora non lo sapesse, è nata a Roma, ma le sue origini sono ben ancorate a Subiaco, dove da bambina passava tutte le estati ed aveva modo di osservare a fondo quella diversità umana e culturale che la circondava e che lei, da grande, da donna matura, ha sempre riportato fedelmente e crudamente nella sua prosa e nella sua lirica.

homeGià nel libro di poesia “Questa terra che bestemmia amore”, l’autrice ha dato un assaggio struggente di memorie e sentimenti, che poi, avrebbe in qualche modo ripreso, ampliato e approfondito nel nuovo libro appena presentato alla libreria Mondadori: “Se tu mi chiedessi”, storia e storie fra cronaca e memoria. Quale storia? Quale memoria? Non è azzardato dire che la storia è quella che ognuno di noi di una certa età ha vissuto o in qualche modo ne è stato sfiorato attraverso i drammatici racconti uditi in famiglia. Ed anche la memoria è la stessa, la memoria collettiva di una società disfatta, che vuole cambiare e ricostruire benessere e socialità per se e per i propri figli. Tutto ciò che, in poche parole, era stato distrutto dalla seconda  – e speriamo ultima –  guerra mondiale. Cronaca e poesie che scendono dentro l’anima di ciascuno di noi come una cascata d’acqua pura; neanche lo specchio saprebbe rimandare immagini tanto nitide e reali appartenute alla memoria e rivissute attraverso la memoria.

“Se tu mi chiedessi” è il titolo di questa nuova opera di Maria Lanciotti.  Ne ha curato la pubblicazione l’editore dell’Univesitalia Luca Nicotra, che per la stessa casa editrice cura la collana “Scienze e cultura”, della cui omonima associazione è anche presidente. Ingegnere e giornalista, Nicotra si occupa di divulgazione scientifica per conto di molti giornali nazionali. Per un decennio è stato redattore capo presso il mensile “Controluce in … controluce”, ed ha pubblicato numerosi libri, uno dei quali “Bruno de Finetti, un matematico scomodo”,  – la prima e completa biografia del grande scienziato italiano diffusa anche all’estero -come coautore. Luca Nicotra, insieme al professor Filippo Ferrara – sociologo ed ex presidente dell’associazione culturale “la Vigna dei Poeti”,  che non ha certo bisogno di ulteriori presentazioni,  sono assunti il compito di tracciare un profilo del contenuto del libro e della sua autrice, mettendo il rilievo proprio il senso del tempo che si va perdendo ma che rivive nelle immagini e nelle parole che la memoria è in grado di fornire. Christine Hamp, viennese di nascita ma italiana d’adozione, ha curato il reading, essendo regista teatrale,  traduttrice, insegnante di laboratorio teatrale; ma fa anche mille altre cose, comprese le collaborazioni di produzioni internazionali, sempre nell’ambito teatrale e culturale. Già in passato la Hamp aveva brillantemente coordinato le letture di un altro libro di Maria Lanciotti  e pertanto è stata una nuova e felice collaborazione.

Alcuni  brani letti dall’attore e dall’attrice erano tratti da “L’erba sotto l’asfalto”, un libro molto intenso che la scrittrice ha pubblicato pochi anni fa e che custodisce le memorie di un periodo che storicamente tocca un po’ tutti e che i luoghi dove si svolge sono a due passi da casa nostra; pertanto luogo e periodo sono il nostro luogo e il nostro periodo. Della memoria, della storia e anche dell’anima. L’incontro culturale ha dato luogo ad un piacevole dibattito che ha coinvolto il pubblico, attentissimo e interessato, che non ha lesinato applausi calorosi ad ogni lettura.

La Lanciotti ha una capacità descrittiva intensa e profonda; sa essere una piuma e sa essere acciaio, quando occorre: che scriva in prosa o in poesia, il suo stile chiaro, semplice e personalissimo è sempre riconoscibile.  “Se tu mi chiedessi” è un libro che va letto in modo del tutto particolare: va cioè assaporato come un dolce di cui non si conoscono gli ingredienti ma  che, boccone dopo boccone, si svela pian piano lasciando un retrogusto assai gradevole.  La seconda porzione – la seconda lettura – la si chiede con più piacere e convinzione. “Se tu mi chiedessi”; e allora, perché non chiedere alle pagine di rivelarci quella poeticità che fa tanto bene al cuore e alla mente?

 

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