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Don Gaetano: “…ora spero in Papa Francesco…”

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pfIL VERBO DELLA DOMENICA a cura di DON GAETANO ZARALLI

Dal Vangelo secondo Matteo (cap.  3, 1-12)

(II Domenica Tempo di Avvento – anno A)

 

TESTO

In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea2 dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!».

Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse:

Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!

E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. 

Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: «Abbiamo Abramo per padre!». Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo.Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

 

COMMENTO

“…In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea…”

 

Ciascun cristiano dovrebbe essere, a mio parere, un piccolo San Giovanni Battista, là dove c’è un angolo di deserto che permetta nell’austerità di riflettere prima in solitudine e di gridare poi in libertà quanto l’ardore di una giusta causa detta al cuore. Così si diventa “profeta”. E il profeta non gode delle garanzie ufficiali del grembo da cui nasce; il profeta non si appropria arbitrariamente di un titolo, non riveste un ruolo. Profeta lo si è semplicemente… e spesso a dispetto della propria volontà che, per pigra comodità, preferirebbe percorrere sentieri più tranquilli.

   

“…Razza di vipere…e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”…”.

 

 No, non fatelo!… Capisco la voglia che avete, cari cattolici emarginati e cittadini defraudati, di alzare la voce contro le inadempienze dei predicatori ufficiali delle chiese… No, non fatelo! Le stesse accuse che lanciate su di loro potrebbero ricadere sulle vostre teste e a ragione, se non avete dalla vostra parte la forza della coerenza.

Appare senz’altro più saggio raccogliersi nell’umiltà che riconosce le proprie fragilità ed è più conveniente seguire le volontà altrui con esemplare ubbidienza, senza per nulla dare luogo a proteste e critiche feroci. Sì, è proprio così, purtroppo!… La Chiesa sembra aver bisogno di fedeli devoti, senza testa e non di gente che nella sperimentazione cerca vie diverse, proporzionate alle esigenze del presente e capaci finalmente di veicolare un messaggio umanizzato che aderisca alla storia e al suo mutare. E’ da tempo che lo dico e lo scrivo… Ora spero in Papa Francesco.  

 

“…Vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo…”

 

Ancora una volta è la speranza a salvarci. In campo politico e sociale, sembra che si debba vivacchiare ancora per molto nella confusione di interessi particolari e miseri, rispetto alle esigenze della gente, desiderosa di soluzioni a più ampio respiro… E intanto incombe la preoccupazione che possa nascere dalla debolezza delle istituzioni l’“uomo della provvidenza”. Nell’ambito della stessa Chiesa, dove, ad una fede capace di rischiare nell’amore, si preferisce la razionalità che porta al legalismo, mancano, purtroppo, soggetti capaci di rompere l’incantesimo.

Non ci resta che osservare  “le pietre” e attendere con fiducia che da queste nasca finalmente un “profeta”. 

Don Gaetano Zaralli

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