Attualità

Il grido d’allarme dell’Aspal sul Co.Pro.Vi: ‘preoccupati per le sorti dei viticoltori’

viti

vitiNei giorni scorsi, a Campoverde, nella provincia di Latina, si è tenuta l’ennesima assemblea della Co.Pro.Vi., per la votazione dei bilanci 2011-12  e 2012–13. I soci  hanno votato ancora contro l’approvazione dei bilanci e questa volta con uno scarto ancor maggiore tra i si e i no rispetto al passato.

“Il primo bilancio – così come descritto dall’ASPAL (Associazione Produttori Agricoli Laziali) – presentava una perdita di oltre 7 milioni di euro e il secondo un’altra perdita di oltre 2 milioni. La nostra associazione – fa sapere il Presidente Stefano Giammatteo – è soddisfatta della votazione negativa sui bilanci, anche perché è  sempre stata dalla parte dei soci della cooperativa, visto che la maggior parte di essi sono anche soci iscritti all’Aspal. Rimaniamo veramente esterrefatti di tutte questi ingenti perdite negli ultimi due esercizi, tuttavia prima di dare giudizi affrettati  controlleremo meglio i due bilanci messi a votazione, facendoli consultare da tecnici di fiducia. Per il momento ci fa piacere ricordare a tutti che l’Aspal sta facendo il possibile per non lasciare gli agricoltori del nostro territorio senza una struttura sociale che possa garantire un futuro più dignitoso per la vendita dei loro raccolti, in modo particolare per le uve da vino. Le cantine private ormai sono diventate padroni del mercato delle uve da vino nel nostro territorio, visto il fallimento della Co.Pro.Vi;  la  scarsa fiducia che hanno i nostri agricoltori nei confronti della cooperazione, che fino ad oggi ha dato solo delusioni nella nostra regione, sta aggravando la situazione”.

aspal“Una cosa però è sicura – aggiunge Giammatteo -: la nostra associazione farà il possibile in tutte le sedi opportune, per ridare slancio e nuova linfa alla nostra viticoltura, che nel nostro territorio rappresenta ancora tanti migliaia di ettari coltivati, affinchè al più presto gli agricoltori possano tornare ad avere reddito, altrimenti anche questo comparto, cosi come gli altri comparti del settore agricoo finirà in mano alle banche o all’Equitalia, senza escludere che venga completamente abbandonato dagli agricoltori, con il serio rischio di perdere un patrimonio economico ma anche culturale, che ci ha contraddistinto per anni, sia a livello regionale che nazionale”. 

CLICCA QUI PER LEGGERE LA NOSTRA RUBRICA SUI VINI (‘VINOPEDIA’)

Più informazioni