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VIAGGI – Le Seychelles: un incanto tropicale, come natura crea…

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COMPAGNI DI VIAGGIO 

a cura di Luca Lestini

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In principio c’era Pangea, un gigantesco continente che si estendeva da un Polo all’altro del nostro pianeta. Milioni e milioni di anni fa si spaccò in due parti: Laurasia a nord e Gondwana a sud. Quest’ultimo, a sua volta, si divise in Sudamerica da un lato e Africa dall’altro.

I frammenti di tali divisioni restarono come pulviscolo sospeso sul neonato Oceano Indiano, a formare delle isole di straordinaria bellezza, tutte di origine corallina o vulcanica. Tutte tranne quelle interne dell’arcipelago delle Seychelles che devono alla loro formazione granitica la particolarità e la varietà della natura e, principalmente, della vegetazione.

seychellesIncorniciato da slanciate palme da cocco, rocce bizzarre e spiagge bianche come talco, nella mente dei viaggiatori questo arcipelago spesso finisce per confondersi in un tutt’uno con altri paradisi tropicali, in una continuità di sole e corallo. Ma non è così, soprattutto quando si scopre cosa sono veramente le Seychelles. Pochi sanno che queste isole ospitano le ultime foreste vergini dell’Oceano Indiano, rifugi di piante, fiori e animali unici al mondo. Che molte sono state dichiarate riserve naturali sotto il patrocinio del Wwf. E che il passato coloniale vive ancora nelle case, nella cucina dalle mille sfumature e nella lingua dei suoi abitanti, capaci di conversare in creolo così come in inglese o francese.

Se siete i soliti turisti che, una volta sbarcati dall’aereo, entrano in un grande albergo e consumano tutto lì, in un frenetico susseguirsi di sole, abbronzante, cocktail e disco night, come se foste a Rimini, Ibiza o Riccione, le Seychelles non sono quello che state cercando.

Queste isole, dove mare e natura si intrecciano ancora con grande armonia, sono dedicate a viaggiatori curiosi, sensibili alle tematiche ambientali, pronti a inforcare una bicicletta o a penetrare in una foresta vergine. Sono isole adatte a un turismo fatto di piccoli numeri e di piccole, grandi curiosità. Infatti su queste briciole di roccia in pieno Oceano Indiano fioccano le notizie da Guinness dei primati. Qualche esempio? Il Parco Morne, una riserva naturale sull’isola di Mahè, la più grande dell’arcipelago, è il luogo prediletto dallo chauve souris, l’unico mammifero con le ali capace di volare, per questo conosciuto anche come “volpe volante”.

seychelles-1La natura ha voluto farne una creatura bizzarra, con corpo peloso da topo, gigantesche ali da pipistrello, che possono raggiungere fino a 2 m di apertura, orecchie da volpe e muso da cane bassotto. Il suo aspetto può avere un che di repellente, ma una volta librato in aria lo chauve souris sfoggia un volo maestoso, quasi solenne. Questo simpatico mostriciattolo alato si nutre solo di frutta e le sue carni sono così predilette da essere uno dei tanti piatti ricercati della cucina indigena. Sempre  in tema di animali, i patiti di ecoturismo saranno curiosi di scoprire che le Galàpagos detengono un primato ingiustificato: quello di ospitare la massima concentrazione di tartarughe giganti della Terra, campioni di peso e di longevità. Ebbene, a fronte dei loro 5mila esemplari, il piccolo atollo corallino di Aldabra, nell’arcipelago omologo, il più a sud delle Seychelles, ne conta ben 130mila. Così come da record  è la Sooglossus gardineri, la più piccola rana esistente al mondo, grande poco meno di un’unghia umana, che vive sopra i 500 metri, nelle foreste di Mahé e Silhouette.

Seychelles_COCO_DE_MERAltra curiosità: La Vallée de Mai, sull’isola di Praslin, è il santuario di 4mila palme giganti, alte anche 45 metri, che, uniche al mondo, producono il frutto, o forse sarebbe meglio dire seme, più conturbante dell’intero regno botanico, il coco-de-mer. La sua foggia ricalca in modo fedele gli organi sessuali della donna corredati da un bel paio di natiche rotonde. Ma che le Seychelles siano un piccolo Eden di rarità botaniche non lo dimostra solo la presenza del coco-de-mer. Basti sapere che nell’arcipelago fioriscono 24 specie indigene di orchidee, tra cui la “vanilla selvatica”, non esistente altrove, 80 specie di felci e variopinte schiere di hibiscus, frangipani, bougainville e rampicanti. Solo a Mahè, in una foresta a 700 metri di altezza, cresce l’”albero medusa”: è una piccola pianta alta appena dieci metri che produce frutti bianchi striati di rosa e una capsula che si apre come una piccola medusa da cui fuoriescono i semi alati.

TARTALa foresta è anche una straordinaria farmacia naturale che i seichellesi utilizzano da secoli per curarsi dai malanni meno gravi. I bonshommes du bois, erbalisti ufficialmente riconosciuti dal governo, operano come medici condotti nelle maggiori isole dell’arcipelago. E nonostante negli ultimi anni sia spuntata qua e là qualche farmacia moderna, gli abitanti preferiscono ancora ricorrere alle erbe medicinali. Nella foresta raccolgono l’Angraecum eburneum, un’orchidea che cresce spontanea in altura, efficace per abbassare la febbre e curare le dermatiti infantili. O ancora il legno di sandalo, di cui un cucchiaio di polvere serve a combattere la dissenteria. Altre piante medicinali vengono coltivate negli orti o crescono spontanee lungo i sentieri. Come l’herbe Papiyon, utile per il cuore, il fiore dell’Hibiscus rosa-sinensis per calmare la tosse, il Gerivit per l’aerofagia.

Le coste delle isole dell’arcipelago, spesso orlate da strisce di finissima sabbia e protette in alcuni punti dalla barriera corallina, sono una sequenza di palme da cocco e di alberi di takamaka che si specchiano nelle limpidissime acque turchesi del suo mare. Le 150 specie  di pesci tropicali di barriera devono guardarsi dai micidiali barracuda e dagli uccelli predatori che volteggiano sopra di loro. A cominciare dalla fregata, il più grande predatore marino del pianeta, con una apertura alare che può raggiungere i 2 metri, o dal fetonte, dalla sula e dal gheppio delle Seychelles.

seyPrologo perfetto alla visita di quello che, nell’immaginario collettivo seichellese, viene paragonato al perduto Paradiso terrestre, è l’isola di La Digue. La più fotografata dai viaggiatori, e la più presente su qualsiasi catalogo di viaggi, i secoli non sembrano averla sfiorata, immutata e immutabile. Almeno per due motivi: qui vivono solo 2mila persone e i turisti sono un’esigua minoranza, come gli alberghi. Così, dopo esser sbarcati nel piccolo porticciolo di La Passe, si scopre che La Digue è esattamente come raccontano le guide e le cartoline: un dondolìo di palme da cocco e una sinuosa esposizione di granito scolpito dal mare e dal vento. I colori dell’acqua, della sabbia, dei fiori, della terra sono quelli vividi dei Tropici, l’atmosfera è quella solare di una tela impressionista e le belle case coloniali nel verde parlano d’altri tempi, quando dall’isola partivano i bastimenti carichi di noci di cocco. Qui gli unici mezzi di trasporto consentiti sono tre e superecologici: un carro trainato da buoi, le proprie gambe, una bicicletta.

Il bello è che non c’è bisogno di fare gli alternativi a tutti i costi per godersi il meglio dell’isola, perlustrabile in lungo e in largo grazie alle dimensioni ridotte (5 km di lunghezza e 3 di larghezza). E così, a due passi dal porticciolo di arrivo, ecco le piccole baie di Pointe source d’argent, cioè il più alto concentrato di quinte scenografiche dell’arcipelago; non a caso molte delle scene per il “Robinson Crusoe” furono girate qui. Sull’altro versante dell’isola, ecco quel gioiellino isolato che è Anse Cocos, dove le orchidee crescono sulle palme e i fiori selvaggi invadono i bordi della spiaggia. E a nord, quasi sulla punta più settentrionale, la giungla della Riserva Flycatcher. E’ questo il regno fresco e verdissimo della “vedova delle Seychelles”, un elegante uccello del “paradiso blu notte” dalla lunga coda a strascico.

In conclusione, lontane dallo stress e dai centri industriali, benché queste isole non siano del tutto “intatte”, ci hanno colpito con la loro bellezza millenaria. Mai è venuto meno il fascino di questi territori tropicali così esclusivi e lussuosi, dove la criminalità, i pericoli per la salute e il disequilibrio sembrano essere parole sconosciute. Ancora oggi molti identificano questo Paese come il proprio ideale di “paradiso”, e a ragione; è qui, infatti, che vengono girati spot pubblicitari con stupende modelle distese al sole in questo scenario da favola. Qui non troverete nessuna traccia dell’invadente turismo di massa! Forse rimarranno delusi, come già accennato, tutti i discotecari, i single in cerca di divertimento e attività frenetiche, gli amanti di rumorosi sport d’acqua motorizzati e i fanatici delle attività culturali. Invece, coloro che sono alla ricerca del contatto con la natura e della tranquillità, sicuramente rientreranno a casa entusiasti di questo viaggio, con un sacco di esperienze eccezionali da raccontare. Come quelle che abbiamo potuto raccontarvi in queste poche righe. Grazie a loro… le Seychelles!

a cura di Luca Lestini

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