POLITICA

AL VOTO – Europee 2014: si vota solo di domenica. Ecco la scheda che troverete al seggio

elezioni europeeOggi, domenica 25 maggio 2014, i cittadini italiani sono chiamati alle urne per il rinnovo del consiglio europeo, giunto alla sua 8^ legislatura.

A differenza di altre consultazioni elettorali si voterà solamente di domenica, coi seggi che apriranno alle ore 7, per chiudere alle 23. Alcuni Paesi dell’Unione hanno anticipato il voto a giovedì e venerdì, ma la data di domenica resta l’ultima possibile per recarsi alle urne per i 500milioni di cittadini europei. Già alle prime luci dell’alba di lunedì i risultati dovrebbero essere chiari e per il Parlamento europeo si aprirà ufficialmente il nuovo quinquennio 2014-2019.

Le prime elezioni al Parlamento europeo a suffragio diretto si sono svolte nel 1979.In precedenza, dal 1958 al 1974, i deputati erano nominati dai parlamenti nazionali degli Stati membri e avevano dunque un doppio mandato. La decisione e l’atto relativi all’elezione dei rappresentanti al Parlamento europeo a suffragio universale diretto sono stati firmati a Bruxelles il 20 settembre 1976. Dopo la ratifica da parte di tutti gli Stati membri, le prime elezioni si sono svolte il 7 e il 10 giugno 1979 e sono stati eletti 410 deputati.Da allora, hanno avuto luogo altre sei elezioni.

Le elezioni si svolgono nei nuovi Stati membri quando aderiscono all’Unione europea, per consentire loro di eleggere i propri rappresentanti al Parlamento europeo, anche durante il corso di una legislatura. Questo è accaduto con la Grecia nel 1981, la Spagna e il Portogallo nel 1987, la Svezia nel 1995, l’Austria e la Finlandia nel 1996 e la Bulgaria e la Romania nel 2007. In Croazia, si sono svolte elezioni nel mese di aprile 2013, per consentire ai deputati di quel paese di assumere l’incarico, dopo l’adesione all’UE avvenuta il 1° luglio 2013.

europaDiverse le novità maturate negli ultimi anni, costellati dalla crisi finanziaria che ha colpito gran parte dei Paesi facenti parte del blocco europeo. Contestualmente l’ingresso nell’Unione della Croazia ha fatto salire il numero dei deputati europei da 754 a 766, aggiungendo un nuovo Paese a quella dei 27 stati membri. Tuttavia in concomitanza con queste elezioni il numero dei deputati sarà ridotto a 751 e rimarrà lo stesso anche in futuro. I seggi sono ripartiti tra i vari Stati dai trattati dell’UE secondo il principio di “proporzionalità decrescente”, in base al quale i Paesi con una maggiore consistenza demografica dispongono di più seggi rispetto ai paesi meno popolosi, ma questi ultimi hanno più seggi di quanti sarebbero previsti applicando strettamente il principio di proporzionalità.

In un momento in cui l’Unione cerca di superare la crisi economica e i leader europei riflettono su quale direzione prendere in futuro, queste sono, a oggi, le elezioni europee più importanti. Oltre a consentire agli elettori di esprimere un giudizio sugli sforzi dei leader dell’UE per affrontare la crisi dell’eurozona, e dare voce alle loro opinioni sul progetto di una più stretta integrazione economica e politica, sono anche le prime elezioni da quando, nel 2009, il trattato di Lisbona ha conferito al Parlamento europeo una serie di nuovi e importanti poteri.

Una delle principali novità introdotte dal trattato consiste nel fatto che, quando gli Stati Membri dell’UE nomineranno il candidato a presidente della Commissione europea, che succederà a José Manuel Barroso nell’autunno 2014, per la prima volta dovranno tenere conto dei risultati delle elezioni europee. Il nuovo Parlamento dovrà poi, riprendendo le parole del trattato, “eleggere” il presidente della Commissione. Ciò significa che gli elettori avranno voce in capitolo su chi subentrerà alla guida dell’esecutivo dell’UE.

La nuova maggioranza politica che emergerà dalle elezioni, inoltre, contribuirà a formulare la legislazione europea per i prossimi cinque anni in settori che spaziano dal mercato unico alle libertà civili. Il Parlamento, unica istituzione europea eletta a suffragio diretto, è oggi uno dei cardini del sistema decisionale europeo e contribuisce all’elaborazione di quasi tutte le leggi dell’UE in parità con i governi nazionali.
Non è mai successo, nella storia del Parlamento, che un unico gruppo detenesse la maggioranza assoluta dei deputati. Quindi, per approvare la legislazione dell’UE e il bilancio, i gruppi devono formare una maggioranza praticabile attraverso il negoziato e il compromesso. Le reciproche concessioni tra i gruppi sono quindi fondamentali, sebbene l’influenza di un gruppo dipenda anche dalla sua consistenza numerica.

La disciplina di gruppo al Parlamento europeo è meno rigorosa rispetto a quella vigente in alcuni parlamenti nazionali: i membri dello stesso gruppo talvolta esprimono voti diversi su alcuni temi (spesso nazionali o regionali). Tuttavia, come nei parlamenti nazionali, le più comuni divergenze politiche sono quelle tra la sinistra e la destra. Sarà nel giorno delle elezioni europee che gli elettori decideranno i rapporti di forza tra i gruppi.

In Italia, dove i seggi da attribuire saranno 73, si voterà per circoscrizioni, con 14 seggi da attribuire alla macro-area del Nord-Est, 20 al Nord-Ovest, 14 al Centro,  17 al Sud e 8 alle Isole. I partiti, caso unico in Europa (e non sono esclusi sconvolgimenti giudiziari post-voto) dovranno superare la soglia di sbarramento del 4% per vedersi garantito almeno un seggio. Proprio questo lo spauracchio di diverse forze politiche, che proveranno a superare il decisivo scoglio. Ogni elettore potrà esprimere il proprio voto crocettando il simbolo prescelto ed esprimendo sino a 3 preferenze della lista già barrata. 

facsmile scheda elettorale