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Lanuvio – L’odissea di un disabile tra la muffa e il degrado della sua casa comunale

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IMG_3289“Come fa un cittadino a vivere in queste condizioni?”. La domanda, esasperata, è stata fatta da Giovanni, disabile lanuvino, una vita passata sulla sedia a rotelle, ma con ancora molta voglia di vivere. Diverse le traversie che Giovanni sta vivendo, nel veder riconosciuto quello che crede un diritto a poter vivere in una casa dignitosa. La casa dove vive Giovanni, situata in un vecchio edificio di proprietà comunale, è resa parzialmente inagibile dalle infiltrazioni di acqua. Al momento del sopralluogo da parte del personale tecnico ispettivo  della Asl, avvenuto il 22 aprile dello scorso anno, sono state rilevate vaste aree di umidità e muffa che stando a quanto si legge nel verbale, “pregiudicano la salubrità dell’alloggio e costituiscono un rischio per la salute degli occupanti”.

“In casa ho macchie di muffa che respiro ogni giorno – ha denunciato Giovanni –. Ho chiesto al Comune di Lanuvio di intervenire da un anno, ma ad oggi ancora non sono iniziati i lavori. Sistematicamente mi dicono che l’Amministrazione non  ha i soldi ma il paese è sempre in festa. Il sindaco in qualità di medico dovrebbe essere maggiormente sensibile al mio problema, invece si rende irreperibile”.

“Lottiamo contro i mulini a vento per far valere i nostri diritti – ha proseguito la moglie –  vogliamo una vita normale o quanto meno che si avvicini il più possibile alla normalità e vorremmo chiedere al sindaco e ai suoi assessori dove sono i fondi europei per l’abbattimento delle barriere architettoniche”.

“Il bagno della casa è inagibile dallo scorso anno e l’Amministrazione ha predisposto in data 25/07/2013 il relativo atto di affidamento per la ristrutturazione ad una ditta di sua fiducia, dopo aver verificato la congruità del preventivo. A distanza di un anno, i lavori non sono mai partiti e sembra  che tarderanno ancora, perché, dopo vari posticipi, la data fissata per l’inizio il 12 maggio di quest’anno è stata ampiamente oltrepassata. Nel rispetto della verità dei fatti – ha continuato risentito l’uomo – i lavori sarebbero dovuti iniziare il 5 agosto dello scorso anno, ma la ditta incaricata dal Comune sarebbe andata in ferie il 9 agosto, lasciandomi con il bagno smantellato, cosa inaccettabile viste le mie condizioni fisiche e stando a quanto mi hanno detto, i lavori sarebbero ripartiti dopo quindici giorni”.

IMG_3281L’impresa, secondo quanto dichiarato dal titolare dell’alloggio, avrebbe comunicato all’Amministrazione la non volontà dell’uomo di farli entrare in casa. “Le cose sono andate diversamente – ha precisato Giovanni – tra l’altro non esiste una struttura convenzionata, che possa ospitarmi nel periodo in cui la mia casa sarà interessata dai lavori”.

Ai margini del nostro incontro, l’uomo non ha avanzato alcuna pretesa illegittima, limitandosi a pretendere che l’Amministrazione si prenda cura del suo caso e di tutti quelli riguardanti il capitolo case popolari.

FEDERICA TETTI

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