Attualità

La tradizione e l’innovazione dell’Infiorata: un lungo papiro di storia e attualità

infiorata dall'alto

GROTTE INFIORATA

CASSETTE FIORIdi Maria Lanciotti

Una manifestazione di antiche origini in onore del Corpus Domini, sempre più di sapore internazionale, l’Infiorata di Genzano di Roma, alla 236esima, anche quest’anno ha saputo coniugare al meglio tradizione e innovazione mediante il linguaggio floreale artisticamente espresso e sapientemente realizzato dai Maestri infioratori.

Diciassette coloratissimi “quadri” dipanati lungo via Belardi, già via Livia, che congiungendo piazza Frasconi alla chiesa di Santa Maria della Cima formano un lungo papiro denso di storia e di attualità.

Ospite dell’Infiorata 2014 il Maestro Mimmo Paladino, tra i primi protagonisti della Transavanguardia – corrente artistica degli anni ’80 che ipotizza il ritorno alla manualità di contro all’arte concettuale – la cui mostra è stata inaugurata a Palazzo Sforza Cesarini giovedì 19 giugno.

INFIORATA PIETUna quattro giorni ricca di eventi cultimata nella serata di lunedì 23 con la cerimonia dello “spallamento” ad opera dei bambini, liberi di correre e saltare a piacimento disfacendo il delicatissimo mosaico.

Vorremmo qui solo accennare al lavoro immane di preparazione per una manifestazione che si definisce “effimera”. Fiori e piante sono stati raccolti venerdì 20 e sottoposti a “spellucamento” nel cortile del municipio, dove avveniva anche la preparazione delle essenze, e mantenuti nella frescura del magazzino e delle grotte fino alla posa dei petali sul selciato, con le figure dei “quadri” già tracciate col gesso, a cominciare dalla tarda serata di sabato 21 e che sarebbe andata avanti fino al giorno dopo.

Un “cantiere” in cui ferveva un’attività gioiosa e animata sotto la guida di Francesco Tofani ed Ettore Romani, che da oltre quarant’anni vivono con impegno e sempre rinnovato entusiasmo tale esperienza.

I ragazzi del “cantiere”, che sistemavano le ceste dei petali selezionati per colore secondo le disposizioni ricevute, mostravano l’autentico orgoglio di chi si sente privilegiato nel maneggiare tanta bellezza e splendore: «il giallo della ginestra, l’azzurro della torrena, il rosso dei garofani, il verde del bosso e del finocchio selvatico».

 

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