POLITICA

I consigli di Genzano e Albano approvano un o.d.g. contro la guerra in Palestina

no guerra

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Il Consiglio comunale di Genzano e di Albano hanno approvato all’unanimità un ordine del giorno volto a chiedere l’immediata cessazione del conflitto in Palestina. Nell’ordine del giorno si sollecita, tra le altre cose, l’Amministrazione a dedicare la giornata della memoria, istituita a ricordo dell’Olocausto, alla commemorazione, di ogni forma di genocidio, ivi compreso quello che sta subendo il popolo Palestinese costretto a vivere nella striscia di Gaza.

“La soluzione del conflitto, le cui origini risalgono al 1948 e rispetto al quale bisogna rammentare le responsabilità storiche, etiche e politiche dell’Occidente, non può che essere, accanto all’immediata cessazione delle operazioni militari, il riconoscimento della dignità e dei diritti umani, civili e politici del popolo Palestinese”.

Di seguito l’ordine del giorno approvato nell’ultima seduta consiliare genzanese, grazie all’intervento di Marta Bevilacqua, del Prc.

“Premesso che

nel 1948, con la creazione dello Stato di Israele, le truppe sioniste, supportate dal Governo britannico, hanno invaso la Palestina, producendo migliaia di morti e migliaia di rifugiati, causando la distruzione e la cancellazione di interi villaggi;

 parte dei Palestinesi in seguito all’invasione si sono rifugiati nei campi profughi in Libano, in Giordania, in Siria e in Egitto, mentre una minoranza è riuscita a rimanere in Palestina, sebbene costretta ad abbandonare le proprie terre e le proprie case, vivendo in tende o in campi profughi;

nel 1967, con la “Guerra dei sei giorni”, Israele ha invaso tutta la Palestina, imponendo il controllo delle truppe israeliane su tutto il territorio palestinese, producendo nuove migliaia di morti e la seconda forte ondata di rifugiati, in Giordania, Egitto, Libano, Siria, ma anche Europa e Sud America;

dal 1967 in poi tutta la popolazione palestinese è sottoposta a una vera e propria occupazione, quindi è costretta a ricorrenti coprifuoco, a subire continue e quotidiane angherie da parte dei soldati israeliani nei checkpoint;

che nel 1993, dopo il reciproco riconoscimento ufficiale e la “Dichiarazione dei principi di autogoverno” (in attuazione delle risoluzioni 242 e 338 dell’ONU), vengono firmati gli accordi “Oslo I” che prevedono il ritiro dell’esercito israeliano dalla striscia di Gaza e dalla zona di Gerico, l’inizio del periodo transitorio di 5 anni nel quale deve avvenire il passaggio dei poteri militari e amministrativi dagli israeliani alle autorità palestinesi:

il 28 settembre 1995 viene firmato l’accordo “Oslo II” che prevede l’estensione dell’autonomia alla Cisgiordania.;

nel 2002 Israele ha invaso e bombardato le principali città della Cisgiordania, ossia Jenin, Nablus, Ramallah e Betlemme. Nello stesso anno è iniziata la costruzione del muro di cemento armato, alto dai tre agli otto metri che circonda qualsiasi insediamento israeliano all’interno della Cisgiordania e non ricalca i confini del 1967, ma entra nel territorio palestinese per diversi chilometri;

che dopo il ritiro degli Israeliani da Gaza nel 2005 in cinque diverse operazioni militari Israele ha bombardato i civili della striscia di Gaza;  

che dall’8 luglio 2014 è in corso l’operazione Protective Edge (Margine di protezione) scatenata dall’omicidio, non rivendicato da alcuna organizzazione Palestinese, di tre Israeliani. 

Considerato che:

il 30 ottobre 1991 si apre la conferenza di Madrid e il 16 dicembre dello stesso anno l’ ONU rilancia la risoluzione “sionismo è razzismo”;

l’art 33 della Convenzione di Ginevra per la protezione delle persone civili in tempo di guerra recita “Nessuna persona protetta può essere punita per un’infrazione che non ha commesso personalmente. Le pene collettive, come pure qualsiasi misura d’intimidazione o di terrorismo, sono vietate. È proibito il saccheggio. Sono proibite le misure di rappresaglia nei confronti delle persone protette e dei loro beni.”;

l’11 dicembre 1946, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha riconosciuto il crimine di genocidio con la risoluzione 96 come “Una negazione del diritto alla vita di gruppi umani, gruppi razziali, religiosi, politici o altri, che siano stati distrutti in tutto o in parte”;

Il 9 dicembre 1948 fu adottata, con la risoluzione 260 A (III), la Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio che, all’articolo II, definisce il genocidio come: « Uno dei seguenti atti effettuato con l’intento di distruggere, totalmente o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso in quanto tale:

•Uccidere membri del gruppo;

•Causare seri danni fisici o mentali a membri del gruppo;

•Influenzare deliberatamente le condizioni di vita del gruppo con lo scopo di portare alla sua distruzione fisica totale o parziale;

•Imporre misure tese a prevenire le nascite all’interno del gruppo;

•Trasferire forzatamente bambini del gruppo in un altro gruppo. »

– L’ articolo  2 della legge n. 211 del 20 luglio HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/2000” \o “2000”2000 definisce così le finalità e le celebrazioni del Giorno della Memoria: “In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere »

Ricordato che

-Papa Francesco ha, il 25 maggio scorso, affrontato un viaggio in Palestina, sostando davanti al muro di cemento e filo spinato che divide Betlemme da Israele invitando a un dialogo, in Vaticano, i Presidenti Palestinese e Israeliano.

Chiede 

al Parlamento e al Governo italiano, all’Europa, all’Onu e a tutti i responsabili della politica nazionale e internazionale di: 

mettere fine ai bombardamenti che stanno colpendo le inermi popolazioni civili, all’invasione israeliana della Striscia di Gaza e all’embargo che colpisce la popolazione civile  palestinese. Assumere, inoltre, tutte le misure di pressione e sanzione diplomatica ed economica necessarie per fermare l’escalation della violenza, assicurare la protezione delle popolazioni civili e riavviare il processo di pace; 

svolgere una incessante opera di mediazione, dialogo e pressione tesa a porre fine al conflitto;

dare all’Organizzazione delle Nazioni Unite, debitamente democratizzata, gli strumenti necessari per garantire, senza distinzioni, il pieno rispetto di tutte le risoluzioni finora approvate; 

impegnarsi nel consesso europeo e internazionale affinché possa finalmente nascere uno Stato Palestinese libero, indipendente, laico e con piena giurisdizione dei confini;

impegnarsi in tutte le sedi opportune affinché cessi la sistematica violazione dei diritti umani, civili e politici del popolo Palestinese.

Si impegna a 

organizzare, come già sta avvenendo in altre città italiane, una fiaccolata per chiedere l’immediato cessate il fuoco sull’esigua striscia di Gaza;

organizzare, nel giorno della memoria, iniziative tendenti a sensibilizzare la popolazione genzanese al problema del genocidio, al fine di attuare completamente lo spirito della legge, prima citata, volta a ricordare i crimini del passato e del presente perché non si ripetano più nel presente e nel futuro”.

Sostanzialmente simile l’odg approvato ad Albano, e subito diffuso con orgoglio dal circolo ‘Luciano Gruppi’ del PRC di Albano, Cecchina e Pavona-