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MEMORIE – Ricordando Renzo Nanni ed altri illustri personaggi veliterni nel decennale della scomparsa

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RENZO NANNI

RENZO NANNI

di Maria Lanciotti

Piero Caneti, Vincenzo Nicosanti, Renzo Nanni, Giovanni Capozzi. Li perdemmo uno dopo l’altro nel 2004 nemmeno si fossero dati appuntamento. Se ne andarono rispettivamente il 17 gennaio, il 24 febbraio, il 1° aprile e il 5 agosto di quell’anno bisestile, cominciato male e finito peggio. Ci mancano. Vorremmo ricordarli e non sappiamo come, ci vorrebbe per ognuno di essi uno studio approfondito che certamente si farà, per ora vorremmo semplicemente esternare nei loro confronti la nostra stima, affetto e gratitudine. Questi nostri maestri rappresentano un punto fermo nel ciclone sempre più violento che ci afferra e travolge. Ci hanno dato tanto di loro e del loro sapere, un patrimonio immenso di conoscenza, umiltà e passione, che tanto può aiutarci nel ritrovare la rotta smarrita in tanti frangenti. Ciò che più li accomunava, oltre la grande umanità, era l’amore per la terra e per la Natura che ognuno di essi ha servito secondo la propria inclinazione.

Piero Caneti, paesaggista per vocazione, coltivava il sogno del giardino perduto, l’Eden da ricreare nella sua intatta armonia ricercando l’equilibrio ottimale fra piante spontanee e altre messe a dimora. Studi ed esperienze che riportava nelle sue rubriche su diversi periodici specializzati e nei suoi numerosi libri – l’ultima sua opera Manuale del Giardiniere mediterraneo pubblicata nel 2001e conducendo inoltre un’intensa attività pubblica attraverso conferenze e docenze. Ideatore e fondatore della “Festa delle Camelie”, quando la manifestazione passò nel 2003, alla 9^ Edizione, in altre mani e altra gestione, si ritirò in buon ordine senza suscitare alcuna polemica per essere stato accantonato assieme ai suoi stretti collaboratori.

VINCENZO NICOSANTI

VINCENZO NICOSANTI

Vincenzo Nicosanti sperimentava alchimie nella sua cantina con risultati eccezionali, il Rosso più famoso dei Castelli di sua produzione rimane un vino insuperato. Vincenzo si batteva con la terra e per la terra, forte delle teorie più accreditate e ancor più della pratica fatta di osservazione e sudore. Per Vincenzo la cattiva gestione della terra era un’offesa all’intelligenza dell’uomo, oltre che alla Natura, che lo faceva infuriare e intristire. E non si faceva illusioni su un futuro così stolidamente ipotecato. Vincenzo che non aveva fatto grandi studi, poteva benissimo tenere lezione in un’aula universitaria sulla materia che conosceva meglio delle sue tasche e che non smetteva mai di studiare. Il Congresso Internazionale FAO del 2000 a Roma, fu la sua grande occasione di misurarsi con gli studiosi di ogni parte del mondo, da cui gli venne il massimo consenso.

Per Renzo Nanni Velletri è Terra da amare, dopo l’accecante biancore delle nevi di Russia, che lo riporta a riprendere i contatti con le stagioni e i loro cicli. Un contatto che lo riappacifica in parte con la sua poetica, bloccata da un quarto di secolo dopo la pubblicazione della raccolta “L’avvenire non è la guerra” – Premio Viareggio Opera Prima, 1952 – e che gli permetterà in seguito di raccontare la tragica ritirata dal Don, di cui era fra i pochi superstiti, con la raccolta Minuscoli su pagina bianca. Nel dedicarsi alla terra, ritrova valori essenziali come quello del pane, del vino, della fatica produttiva e della convivialità.

Sotto la pergola di casa, i grandi nomi della Poesia contemporanea trovarono ospitalità e cori alpini, vino eccellente e un conversatore senza pari, poiché chi possiede conoscenza e vasta cultura umanistica non fatica certo a mettere insieme le parole.

GIOVANNI CAPOZZI

GIOVANNI CAPOZZI

Giovanni Capozzi alla terra chiedeva tutto. La Cantina Sperimentale la sua scuola a tempo pieno fin da bambino, dove cresce e si forma fra sperimentazioni e pratica consolidata. Lo spirito di osservazione sempre teso a captare segnali di salute o di disagio di ogni pianta, pronto e intervenire adeguatamente. Le vigne di Velletri il prolungamento della sua stessa vigna, il Nuovo Bellone il suo incrocio più riuscito. Giovanni Capozzi ha seminato tanto e in tutti i sensi, lasciando tanto materiale di ricerca per appassionati del settore.

Ciò detto, tutta resta da dire di questi grandi uomini che in realtà non ci hanno mai lasciati. E tuttavia ci mancano, il vuoto non si può negare.

Chiudiamo allora con pochi versi tratti da “Una vita quasi un secolo” l’ultimo libro di poesia di Renzo Nanni, pubblicato nel 2003.

Torneranno a rami di bosco/ gli scoiattoli imbalsamati nei bar/ le gocciolanti grigliate/ e il fraterno bere al fiasco, / prima dei bicchieri di plastica.// Il senso estetico/ del mangiare.// I nostro canti inascoltati, i canti che furono bandiere…// La terra coi suoi biondi/ capelli di grano, rose accese/ di sangue recuperato: mai più/ le schiere di fucili a mietere.

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