POLITICA

Riflettiamoci su – Piove, governo ladro!, e qui si affonda nella melma.

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governo-ladroRIFLETTIAMOCI SU

di Maria Lanciotti

 

“Ascolta. Piove/dalle nuvole sparse./Piove su le tamerici/ salmastre ed arse”.

“Piove sul bagnato: lagrime su sangue, sangue su lagrime”.

“Piove! Senti come piove! Madonna come piove! Senti come viene giù”.

Senza scomodare ulteriormente D’Annunzio e Pascoli e il nostro apparentemente scanzonato Jovanotti, semplicemente si potrebbe aggiungere: piove, e non si hanno ombrelli di sorta e di scorta, ma solo cupole e coppole che fanno acqua da tutte le parti.

E mentre si aspettano le ultime previsioni meteo e s’inseguono le news di bombe e muri d’acqua e dissesti idrogeologici che stanno riducendo l’Italia uno Stivale di fango e detriti, si cerca per curiosità di risalire all’origine di un motto popolare tra i più noti ed efficaci, mai come in questo passaggio della storia tanto appropriato. Un’espressione che potrebbe risalire al 1861, quando i mazziniani organizzarono una manifestazione a Torino che a causa della pioggia fu annullata e Il Pasquino pubblicò una vignetta con la didascalia “Governo ladro, piove!”.

Ma il motto potrebbe anche risalire al Granducato di Toscana (1569-1859), quando fu messa la tassa sul sale e la pesa avveniva sempre nei giorni di pioggia, che appesantiva il sale. Oppure sotto l’occupazione austriaca (1815-1848), quando i contadini si vedevano preventivamente aumentare le tasse nelle annate piovose, poiché secondo i calcoli governativi il raccolto sarebbe stato più abbondante.

E perché non farla risalire all’antica Roma, quando i servitori dello Stato venivano pagati con prodotti alimentari e maggiormente con il sale, e quando pioveva nei giorni di paga il sale, distribuito a peso, ovviamente diminuiva. Ma il motto potrebbe essere anche attribuito ai cittadini che venivano tassati nientedimeno che sull’acqua piovana, raccolta nelle loro cisterne.

Volendo, si potrebbe riandare al tempo degli egizi, quando nei territori sommersi dalle acque durante lo straripamento del Nilo, le tasse venivano aumentate poiché il limo rendeva più fertile e produttivo il terreno.

E oggi? Attualmente «Piove, governo ladro!» è un detto che non cerca spiegazioni, tanto è evidente e provato il riferimento alle cause colpevoli e colpose, protratte nel tempo nell’indifferenza generale e nell’assenza totale di uno Stato che non regolamenta e non tutela, ma anzi incentiva procedure illegali e irrazionali che portano al disastro senza ritorno, mentre la speculazione prospera.

Piove, governo ladro!, e qui si affonda nella melma.