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Nemi – Clamorosa teoria sull’incendio alle Navi Romane: ‘a bombardarle furono gli americani’

museo navi romane

In attesa che possa essere suffragata anche dagli storici, emerge una nuova tesi circa il destino delle navi romane, distrutte durante la 2^ Guerra Mondiale nei pressi del Lago di Nemi. Una tesi che la ‘nostra’ Marisa Monteferri ha fatto propria e rende pubblica senza alcun timore di smentita, provando, in cuor suo, a rendere onore ai fatti che distrussero, per sempre, le navi romane, recuperate in epoca fascista dopo svariati ed infruttuosi tentativi, iniziati già nel 16° secolo.  Una tesi, del tutto originale, che non mancherà di far storcere il naso a qualcuno. Ci auguriamo, tuttavia, che possa generare ulteriori riflessioni e voglia di andare a fondo della questione. 

 

navi romane2di Marisa Monteferri

Ho sempre creduto, perché così mi era sempre stato detto, che le due splendide navi romane custodite nel lago di Nemi, fossero state bruciate dai soldati tedeschi durante la loro ritirata. Durante una ulteriore visita al museo delle navi romane, dove ero con ospiti francesi, i custodi dissero che le navi erano sicuramente state bruciate dagli sfollati della zona, per riscaldarsi durante l’inverno.

Due tesi opposte e di dubbia verità. Ma, senza testimonianze oculari, stabilire con esattezza cosa fosse successo è impossibile. Poi, però, assolutamente per caso, mi è capitato di parlare con una vicina di casa di origine ariccina e le due tesi sono venute a cadere, e non si sa, e forse non si saprà mai, se definitivamente.

museo navi romaneLa signora Piera aveva 40 giorni, quando un giorno, all’improvviso, un colpo di cannone sparato da Anzio dagli americani centrò le navi romane, incendiandole. Fra gli sfollati nascosti nelle grotte intorno al lago fu il panico; uscirono tutti, impauriti e chiamandosi l’un l’altro, come a volersi contare. Qualcuno era uscito dai nascondigli di buon’ora per cercare cibo, a sussistenza della famiglia: tutti gli sfollati si misero a cercare i loro congiunti per avere notizia che stessero bene. Anche Maddalena, la mamma di Piera, uscì dalla grotta impaurita e sconvolta: cominciò a correre con gli altri, senza avere una meta precisa ne un disegno sul da farsi. Correva con le sue sorelle e tutta la sua famiglia. Solo ad un certo punto della corsa, una delle sorelle si ferma improvvisamente, colpita da qualcosa che non le tornava. “Maddalena, le disse, ma dov’è tua figlia? Chi ha preso Piera?”.

Si guardarono intorno: Piera non c’era, nessuno l’aveva presa in braccio durante la fuga. La madre stessa se ne era dimenticata. Al momento della cannonata e alla successiva, immediata fuga degli sfollati, Piera, di appena 40 giorni, dormiva beatamente. Per questo nessuno si era ricordato di lei, al momento della fuga! A quel punto, la signora Maddalena ed una sorella, piene di paura, erano tornate per prendere la bambina per portarla in salvo. La bambina non avrebbe mai potuto ricordare quell’episodio; ma la sua famiglia, appena la bambina fu cresciuta, glielo ha sempre raccontato ed ora che la signora Piera ha circa 70 anni, quei racconti sentiti in famiglia, ancora sono vivi e precisi, come se li avesse vissuti in prima persona.

Una testimonianza più che attendibile, finalmente, che riporta la giusta misura in una storia nebulosa e incerta. Mentre mi racconta queste cose, Piera è ancora sconvolta, ovviamente più per essere stata dimenticata in una grotta che per l’incendio delle navi. E non ha mai pensato, nella sua semplicità, che era custode di un importante segreto che appartiene alla storia: pertanto non ha mai pensato neppure a raccontare a nessuno la sua storia particolare.

navi romanePer questo, ora, lo faccio io, per lei. Non è chiaro perché non sono state sentite le testimonianze degli sfollati subito dopo la liberazione del territorio e della ritirata dei tedeschi; dopo 70 anni, i testimoni di allora, che erano adulti, non ci sono più. Ma allora si poteva fare qualcosa in più, invece di fa circolare voci di popolo, supposizioni non sostentate da fondamenta alcuna. Meno male che ora la testimonianza della signora Piera arriva a far luce sulla vicenda e ci fornisce un ulteriore tassello su come andarono realmente i fatti.

Dunque ora si deve leggere l’episodio con un criterio diverso a questo fatto storico; c’è lo spunto per dare una svolta storia nuova e più plausibile. Bene, sono contenta di aver fatto un po’ da tramite, anche se involontariamente, ad una questione così importante; spero quindi che la notizia venga raccolta da chi si occupa di questo argomento e ne faccia buon uso. Passano gli anni, ma per fortuna la verità prima o poi viene sempre a galla, fortunatamente.

 

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