POLITICA

Albano – Giorgia Meloni infiamma l’Alba Radians a sostegno di Marco Silvestroni. Tante le bordate al Premier Renzi

alba radians gremito
meloni silvestroni

Giorgia Meloni e Marco Silvestroni

di Daniel Lestini

 Ha saputo toccare il cuore dei presenti con le qualità che le sono proverbiali, sfoderando grinta e fervore, animosità e quella verve comunicativa che da tempo ne hanno fatto uno dei personaggi più ricercati per il tubo catodico.

Una Giorgia Meloni pimpante, nonostante un aereo già pronto al decollo per un giro d’Italia senza fine, che ha strappato gli applausi convinti di un Teatro ‘Alba Radians’ gremito e festante, che l’ha accolta agitando bandiere, prima di regalarle dalle mani del piccolo Manuel una bandiera tricolore e congedarla con le note dell’Inno di Mameli.   

Ha dato l’idea di poter tenere botta per ore e ore la Meloni, che nel suo lungo intervento ha lanciato una serie di bordate al Governo Renzi, reo, come i suoi predecessori, “di aver svenduto l’Italia ai banchieri e averla sottomessa alle politiche di un’Europa a trazione tedesca”. In mezzo l’immigrazione, le politiche sociali, il lavoro e, soprattutto, una mano alzata a quel Marco Silvestroni, consigliere metropolitano e candidato sindaco, per il quale è giunta ad Albano a tirare la volata, e “riaffermare i valori di quel centrodestra in cui abbiamo sempre creduto e non abbiamo mai tradito; quel centrodestra – ha esordito – che è sempre rimasto dalla stessa parte, che non fa inciuci con la sinistra e che vuole difendere allo stremo le idee in cui crede”.

bandiera tricolore meloni

Il piccolo Manuel consegna una bandiera tricolore alla leader di Fratelli d’Italia

Fendenti ben congegnati quelli indirizzati al Premier Matteo Renzi, uno che per la Meloni “fa unicamente gli interessi delle lobby che lo hanno piazzato a Palazzo Chigi. Altrimenti non si spiegherebbe perché  ogni provvedimento di questo Governo, che osteggiamo in ogni modo, cela favori fatti ai poteri forti, alle tecnocrazie e alla grande finanza”.

Da qui all’accenno al progetto della ‘Bad Bank’ congegnata dal Ministro Padoan il passo è stato breve: “hanno ideato una banca pubblica nella quale far convergere tutte le sofferenze delle banche private, quelle che prestano i soldi a tassi d’interesse spaventosi, dopo aver preso soldi dalla Banca Centrale all’1%. Ma se non è usura questa  – ha aggiunto l’ex Ministro della Gioventù – cos’altro è? Volontariato?”.

 Meloni Silvestroni “Monti, Letta, Renzi – ha subito chiosato la vulcanica leader di Fratelli d’Italia (rappresentata in platea anche da Fabio Rampelli e Francesco Lollobrigida, ndr)    – sono la troika italiana, gli esattori delle tasse dell’Europa e dei poteri forti. Al suo insediamento Monti proclamò l’esigenza di dover mettere l’Imu sulla prima  casa perchè non c’erano i soldi per pagare gli stipendi, e con la scusa del default ha messo in ginocchio tantissime famiglie, salvo poi utilizzare quei soldi  per salvare il Montepaschi di Siena, mettendo a segno l’ennesimo furto perpetrato da governi che non sono espressione del popolo, ma piazzati li da qualcun altro e di questo qualcun altro fanno ovviamente gli interessi”.

Rimarcato, a più riprese, il ruolo di subalternità dell’Italia rispetto alle locomotive europee: “La prima cosa che ha fatto Renzie, da  presidente del Consiglio, è andare  dalla Merkel a fargli un inchino che neppure Schettino al Giglio. Abbiamo dei governanti che ritengono di dover chiedere al presidente di un altro stato sovrano se possiamo o non possiamo fare delle riforme in casa nostra. E’ una vergogna!”.

Veemente l’affondo della Meloni al momento di toccare il tema della Prima casa: “per noi è un bene sacro e non disponibile. La prima casa è un bene rifugio e non deve essere né tassabile né pignorabile, visto che per comprasela la gente si indebita per 30 anni e paga tassi di interesse incredibili” .  

Non sono mancate battute pungenti da parte della effervescente leader di Fratelli d’Italia: “Le slide di Wanna Marchi in confronto a quelle di Renzi erano delle vere e proprie lectio magistralis. Parliamo di uno che ha decantato il più grande provvedimento di taglio alle tasse, dando 80 euro agli italiani, senza che però ci fosse un briciolo di equità in quel provvedimento. Le avesse date a tutti coloro che guadagnano fino a 1500 euro al mese, invece di pensare a fidelizzare un solo pezzo di elettorato in campagna elettorale, al quale ha peraltro dato 80 ricevendone in cambio 160 tra balzelli e nuove imposizioni. Andatelo a dire agli agricoltori che ne pensano, che pagano l’Imu persino sui terreni non utilizzati e acquistano il gasolio agricolo a prezzi esorbitanti, andatelo a dire ai commercianti che rischiano di vedere l’Iva schizzare oltre il 25% , o alle Partite Iva che guadagnano fino a 30mila euro e che avevano una tassazione forfettaria che è stata triplicata”.

 “E’ ben evidente – ha aggiunto una pimpante Giorgia Meloni – come venga calpestato  e massacrato  chiunque produca  ricchezza reale, e non quella virtuale dei loro amici banchieri. Per quella marchetta delle 80 euro, perchè di questo si è trattato, hanno tassato persino le polizza vita, le pensioni integrative e  il Trattamento di Fine Rapporto. Non è normale che la Fiat dopo aver preso miliardi di euro di aiuti dallo Stato italiano, una volta che quei soldi sono finiti e lo Stato ha chiuso i rubinetti invece di restituire un pò di quello che ha preso ha spostato la propria sede fiscale a Londra. Se lo avesse fatto un piccolo imprenditore gli avrebbero sequestrato anche il triciclo del nipote e si sarebbe ritrovato con la Guardia di Finanza in casa il giorno dopo. Questo accade con uno Stato che mette i sigilli ad un bar per aver evaso 95 centesimi di euro  e poi condona alle società delle slot machines l’80% di quello che avrebbero dovuto sborsare, mentre ad un comune cittadino cui arriva una cartella esattoriale gliela fanno lievitare all’infinito, fino a ridurlo in povertà, con vessazioni di ogni tipo”.

Il presidente nazionale di Fratelli d’Italia ha detronizzato ancora le politiche di un governo che “ci è totalmente inviso. A fronte di tante ingiustizie mi chiedo perchè non si voglia combattere l’evasione stimata in miliardi e miliardi di euro delle imprese cinesi che in Italia aprono e chiudono senza dare un solo euro allo Stato italiano. Un chiaro esempio di come i soldi da recuperare ci siano. Vorremmo uno Stato giusto, capace di dare il buon esempio:allora vadano a prenderli da loro i soldi invece di martoriare la povera gente”. 

L’excursus tra le ingiustizie di un’economia senza cuore sono terminate col tema delle ‘pensioni d’oro’: “Chi mi segue sa quanto mi sono speso su questa vicenda: nessuno può fingere di non sapere che intere generazioni lavoreranno una  vita senza prendere pensioni decenti, mentre al contempo vi è chi incassa una pensione da 90mila euro al mese. Per la povera gente, purtroppo, i diritti non esistono, e non c’è mai nulla di acquisito:  noi vorremmo uno Stato equo, fondato su eguaglianza e merito, che combatta le rendite di posizione e i privilegi consolidati”.

Una Meloni che ha messo da parte l’ipocrisia pure sul tema del momento, quello dell’immigrazione: “Allo stato dei fatti il  Governo non sta facendo nulla per regolamentare davvero i flussi migratori. Andrebbero rivisti gli accordi di Dublino, secondi i quali un immigrato richiedente asilo deve essere accolto nella prima nazione dell’UE nella quale arriva ma non può girare liberamente negli altri 27 Paesi dell’Unione Europea, aspetto del tutto discrimatorio nei confronti delle nazioni del sud e chiaramente penalizzante per l’Italia. Si aprano i centri di accoglienza in Africa e da li si scelga di distribuire equamente gli immigrati in tutta Europa, sempre tenendo conto che nella stragrande maggioranza di casi non si tratta di profughi, ma di persone in cerca di un’occupazione”.

Sul tema dell’immigrazione i fendenti della Meloni agli ultimi Governi si trasformano in vere e proprie granate: La verità è che chi ci governa in Italia fa la voce grossa ma appena fa capolino in Europa prende calci dalla mattina alla sera. Viviamo in un periodo in cui siamo soggetti al ‘buonismo boldriniano’, in cui si finge che l’immigrazione incontrollata sta finendo di colpire persino gli anziani delle case famiglia, come accaduto a Trapani, dove  gli anziani sono stati smistati e il centro riconvertito per accoglienza degli immigrati, solo perchè occuparsi degli anziani è divenuto antieconomico a fronte dei fondi  investiti per gli immigrati. Stessa cosa peraltro accaduta a Casal Palocco con un centro per malati affetti da Alzheimer”.

“L’immigrazione incontrollata – ha proseguito la  Meloni – colpisce anche i lavoratori più deboli perchè un altro luogo comune è che gli immigrati servano perchè fanno quei lavori che gli italiani non vogliono fare. E’ letteralmente falso – ha urlato la Meloni con concitazione -, la verità è che li fanno a condizioni a cui gli italiani non li vogliono fare, perchè il grande capitale sfrutta l’immigrazione incontrollata per rivedere al ribasso i diritti dei lavoratori. L’immigrazione incontrollata, infine, colpisce gli italiani che non riescono più ad accedere ad alcun servizio sociale, o a quelle case popolari  cui le graduatorie non siano già tutte occupate”.

“In questo senso – ha proseguito la 38enne l eader di Fdi – abbiamo proposto la ‘Priorità Sociale’, che prevede servizi sociali agli immigrati stanziati sulla percentuale di popolazione immigrata regolare rapportata alla popolazione italiana. Appena l’abbiamo proposto c’hanno dato dei razzisti, ma noi chiediamo solo che non ci sia razzismo al contrario, nei confronti degli italiani”.

Un altro tema ‘caldo’ non poteva non essere quello della ‘sicurezza’: “L’Italia è tutta al contrario anche su questo fronte: hanno fatto 5 decreti ‘svuota carceri’ in 4 anni, perchè noi siamo l’unica nazione in cui invece di adeguare la capienza delle carceri ai reati si adegua il codice penale alla capienza delle carceri, depenalizzando tutto quanto si poteva (persino omicidio colposo, furto, percosse e abbandono di minore). Lo stesso Governo che ha istituito un reato che può condannare un esponente delle forze dell’ordine fino a 15 anni per minacce psichiche, mentre chi viene rapinato dentro casa sua non può reagire perchè subito accusato per eccesso di legittima difesa. Viviamo nell’Italia in cui hanno riconosciuto 8 euro al mese per risarcire i detenuti vittime del sovraffollamento carcerario, fingendo di non sapere che nelle galere ci siano due tipi di persone: quelle che hanno commesso un reato e quelle che ci lavorano. E qui che si fa? I soldi li diamo ai primi, togliendoli ai secondi”. “Questi sono i provvedimenti congegnati da questi governi, coi risultati che gli italiani non sono più sicuri da nessuna parte e in alcune zone la gente ha persino paura di uscire di casa, perchè se gliela occupano non riusciranno neppure a riappropriarsene, visto che hanno depenalizzato pure il reato di occupazione abusiva”.

Dopo aver ricordato il ‘caso’ di Graziano Stacchio, “il benzinaio di Vicenza che a fronte di un tentativo di rapina in una gioielleria, portato avanti da un gruppo di rom armati di kalashnikov,  invece che girarsi dall’altra parte ha deciso di intervenire per salvare una ragazza, salvo essere indagato per eccesso di legittima difesa invece che ricevere una medaglia al valor civile”, la Meloni non ha mancato un accenno ai nomadi: “se sono tali – ha dichiarato calamitando gli applausi dei presenti – devono ‘nomadare‘. Gli si allestiscono delle piazzole  di sosta temporanee, dove ci si allaccia alle utenze e si può stare ‘tot’ mesi”.

Prima di venire risucchiata dalle esigenze di un ‘check-in’ in rapida dissolvenza, la Meloni ha fatto un accenno alla Riforma della Scuola (”la ‘buona scuola’ è una ‘sòla‘ totale, visto che non esistono precari di serie A e serie B”) e a quella sul Lavoro (“il Job acts fa ridere, visto che si prendono contratti e vengono trasformati in altri contratti. Noi a vevamo proposto la decontribuzione, ma hanno fatto finta di non sentire…”.).

Sul finale Giorgia Meloni non ha mancato di incoronare Marco Silvestroni, che per tutto il tempo le è stato vicino, annuendo compiaciuto alle parole della giovane leader del suo partito. E a chi dopo l’ennesima rasoiata al Premier Renzi le ha detto “cacciatelo” la Meloni ha replicato con immediatezza con un eloquente “ma lo dovete caccià voi!”, che le ha fornito il destro per rammentare l’importanza del voto del 31 maggio: “Gli italiani non sembrano rendersi conto del potere che hanno nel decidere chi e cosa votare all’interno dei seggi. Voi siete nelle condizioni di portare Marco Silvestroni a diventare sindaco di Albano”, ha aggiunto, esortando i presenti a non arretrare di un passo. “Ce la potete fare, ma ci dovete credere, perchè spesso ci si dimentica di volere la sovranità ma non la si usa”.

“Questa di Albano è un’Amministrazione pessima?”, ha subito aggiunto riottenendo indietro una ridda di ‘siiiii‘,  “e allora ci rimbocchiamo le maniche e la mandiamo a casaaccompagnando Marco Silvestroni con un grande corteo che liberi Albano da Marini”.

Proprio Silvestroni (il cui intervento approfondiremo in un apposito articolo, ndr) si era in precedenza presentato ringraziando tutti i componenti delle liste che gli hanno assicurato il sostegno. “Di promesse ce ne hanno fatte e non ne hanno mantenuta neppure una”. “Noi e solo noi – ha dichiarato –  siamo l’unica coalizione credibile alternativa al disastro di questa Amministrazione ed è per questo che andremo avanti a testa alta e vinceremo le elezioni”.  

righini silvestroni

Giancarlo Righini e Marco Silvestroni

Un auspicio fatto proprio anche dal consigliere regionale, Giancarlo Righini, che non ha mancato di fare il suo personale “in bocca al lupo a ciascuno dei candidati che stanno sostenendo Marco. Di lui – ha dichiarato Righini – posso testimoniare l’impegno e la passione con mette in ogni cosa che fa. Il danno che il Pd sta arrecando alla provincia e in particolare a questo Comune – ha chiosato Righini – fa si che bisogna tracciare un percorso che inverta la tendenza. Albano era un punto di riferimento dei Castelli Romani, famosa  per la bellezza e la sua cura, ma l’involuzione degli ultimi 5 anni è sotto gli occhi di tutti. Sono certo e sono qui a testimoniarlo, che Marco abbia la grinta, le capacità, l’esperienza, il coraggio e le spalle larghe per farcela. Al suo fianco avrà  una squadra che saprà ben operare, fiore all’occhiello di un’Amministrazione che saprà stare al fianco dei cittadini, rendendo sotto forma di servizi i tributi che si pagano. Proprio con lui – ha ribadito Righini abbracciando Silvestroni – abbiamo portato avanti un’iniziativa a difesa dei lavoratori della Formalba, che hanno vissuto una situazione drammatica e con grande sacrificio hanno mandato avanti una struttura nonostante non percepissero lo stipendio da mesi. Da lì vogliamo ripartire – ha concluso il capogruppo regionale di Fratelli d’Italia – affinchè questo affetto e vicinanza ai cittadini, lavoratori, padri di famiglia e casalinghe venga vissuto, quotidianamente, anche a livello di amministrazioni locali”. 

meloni albano
alba radians gremito
IMG_7954
Silvestroni staff
commenta