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Marino, le opposizioni (tranne il Pd) chiedono al Prefetto di sciogliere il Consiglio comunale

marino_consiglio comunale post silvagni

marino_consiglio comunale post silvagniNonostante i riflettori negli ultimi giorni puntino costantemente sulla questione dei profughi in arrivo a Marino, rimane ancora bollente il vuoto amministrativo di palazzo Colonna dopo l’arresto del sindaco Fabio Silvagni per concussione e peculato. In un quadro in cui sembrano emergere sempre maggiori dettagli, che scuoterebbero alla base la solidità di una maggioranza che ha ribadito più volte l’intenzione di rimanere al proprio posto, sotto la guida del vice sindaco Fabrizio De Santis, sono i  consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, dell’Unione di Centrosinistra e del Movimento per il Cambiamento a richiedere al Prefetto lo scioglimento del Consiglio.

“Aldilà degli esiti futuri dei procedimenti penali – si legge -, non riteniamo possibile proseguire in tale stato di fatto, che aumenta il danno all’immagine dell’intera cittadina, aggrava pesantemente il rapporto tra eletti e elettori allontanando i marinesi dall’Istituzione comunale e getta ombre nella prosecuzione della qualità del’azione amministrativa”.

“Il Sindaco Silvagni – si legge ancora – ha manifestato la volontà di non dimettersi pur di fronte alla conferma delle misure restrittive e quindi quasi a voler strenuamente continuare ad assicurare alla maggioranza la “normale” operatività anche in previsione di importanti contratti da sottoscrivere, come quello per il cambio del sistema di raccolta dei rifiuti, per non parlare del concreto pericolo che venga dato impulso alla cementificazione di Marino 2 (in zona Divino Amore, Mugilla)”.

L’intenzione di rivolgersi al Prefetto era stata anticipata nel Consiglio comunale dello scorso 4 maggio, dove i consiglieri di minoranza avevano presentato una mozione di sfiducia che, sostenuta solo dai 9 membri dell’opposizione, non è stata neanche discussa. Unanimi le posizioni espresse dai banchi della minoranza circa la necessità di rimettere il governo della città in mano ai cittadini, sebbene la lettera inviata al Prefetto manchi, ora, della firma dei membri del Pd.