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Beni sequestrati, quale smacco alla criminalità?

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Il Castelletto

Ville, Castelli, dimore storiche, immobili ampi e ricchezze da sogno, c’è questo e tanto altro tra i beni sequestrati più o meno di recente alla criminalità organizzata nella zona dei Castelli Romani. 

Patrimoni un tempo covo e simbolo del malaffare ed ora nelle disponibilità della comunità, che dovrebbero essere destinate a scopi sociali ma che spesso rimangono abbandonati e lasciati al degrado. Strutture importanti, come si diceva, gravose da sostenere e che nella maggior parte dei casi necessitano di ingenti interventi di ristrutturazione. Difficilissimo, coi tempi che corrono, trovare risorse adeguate, come altrettanto lo è trovare una formula gestionale, ti stampo sociale e solidaristico, in grado di autofinanziarsi.

Il problema è stato sollevato a Frascati dal consigliere di Forza Italia Mirko Fiasco, che nell’ambito della sua battaglia per ottenere una ricognizione del patrimonio comunale, ha effettuato nei giorni scorsi un sopralluogo insieme all’ufficio di competenza, presso le due ville sequestrate alla mafia e ad oggi completamente in disuso. La prima, in via Orti di Villa Sciarra, nei pressi di via dei Salè, ha ospitato per qualche tempo un distaccamento dell’ormai defunta Provincia, ed ora appare in evidente stato di abbandono, così come quella in via Fontanile del Piscaro, nella zona residenziale frascatana, con tanto di piscina al coperto e tre piani tutti completamente vuoti. “La cosa più grave – chiosa Fiasco – è che non c’è programmazione alcuna, né un’idea su come utilizzare queste due imponenti strutture”.

Stessa sorte tocca al “Castelletto” di Castel Gandolfo. L’edificio dalla torre merlata, affacciato sul lago Albano, è stato sequestrato nel 2013 al cassiere della Banda della Magliana, Enrico Nicoletti, e dopo una prima fase di entusiasmo, con tanto di volontari di Libera a ripulire e sistemare i locali, in attesa della realizzazione di un polo culturale cittadino, tutto ad oggi tace.

bazzica

La Bazzica

E non se la vede meglio l’ex ristorante “la Bazzica” di Grottaferrata, sul quale è tristemente naufragato il progetto di realizzazione del Polo della Disabilità dei Castelli romani, promosso e sostenuto dal fondatore della Comunità di Capodarco, Don Franco Monterubbianesi.

Vandali e furti di ogni genere hanno devastato invece la villa di via dei Principi in località Vivaro, a Rocca di Papa, sequestrata nel 2008 e assegnata due anni dopo al Comune, che dopo il fallimento della prima idea progettuale per via della mancanza di finanziamenti regionali, con i quali l’Associazione Tuscolana di solidarietà avrebbe dovuto realizzare un centro di accoglienza per donne vittime di violenza, attende ora, a seguito di bando di gara, di tornare a servire la comunità. 

Succede così allora che, quelli che dovrebbero diventare i simboli della lotta al malaffare, colpito nel profondo attraverso la sottrazione delle sue illecite ricchezze, spesso non riescano a far altro che perire nel degrado.