CRONACA

Velletri – 3 veliterni fermati a Foce Verde mentre rubavano tra le auto parcheggiate

auto rovistate

auto rovistate Il lido di Latina, si sa, è da sempre la meta marina privilegiata  per i veliterni. In quello che è dai più conosciuto come ‘Foce Verde’, da decenni i cittadini di Velletri vanno in ‘trasferta’ per passare una giornata o anche addirittura le proprie vacanze estive.

Può accadere però che il litorale del capoluogo pontino possa far anche gola a chi è però munito di propositi malsani. E’ un pò quanto successo l’altra notte, quando tre veliterni (due dei quali di origini straniere) si sarebbero resi autori di un furto nelle autovetture parcheggiate nei pressi della nota discoteca Cancun, in via Pantelleria.

L’allarme era scattato quando due giovani avevano trovato le proprie automobili coi vetri spaccati e con chiari segnali che qualcuno aveva rovistato nei cruscotti (spariti diversi oggetti personali, tra cui degli occhiali da sole). Immediata la chiamata al 113, come pure la segnalazione al buttafuori del locale. Proprio quest’ultimo avrebbe notato i tre giovani aggirarsi ancora tra le auto in sosta, con un quarto componente che li avrebbe spalleggiati, seguendoli con un’auto dove riporre gli oggetti rubati. 

Decisivo l’arrivo della volante del locale Commissariato di Polizia, i cui agenti, avendo compreso che i ladri erano ancora nei pressi, hanno bloccato tre quarti della banda, compreso l’uomo al volante. Solo uno dei 4 malviventi è riuscito a darsela a gambe, mentre gli altri sono stati bloccati e resi innocui.

Subito dopo è scattata la ‘conta’ dei danni, con un totale di ben 6 vetture rovistate e diversi oggetti trafugati, come borsette, occhiali e persino portafogli, lasciati nelle auto proprio perchè ritenuti più al sicuro.   

I tre fermati, tutti residenti a Velletri, poi tratti in arresto con l’accusa di furto aggravato in concorso,  sono poi stati portati in Questura ed identificati come un 23enne di origini romene, un marocchino 22enne e un veliterno di 21 anni. All’indomani il processo per direttissima ha stabilito per uno di loro gli arresti domiciliari, mentre gli altri due se la sono ‘cavata’ con l’obbligo di presentazione presso la Polizia Giudiziaria.

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