Di recente, però, l’Avvocatura regionale ha riconosciuto che a provvedere all’integrazione economica per i soggetti per cui si rende necessari il ricovero stabile presso strutture residenziali, dovranno essere i Comuni di provenienza e non quelli che ospitano le strutture. La novità sopraggiunta ha permesso al Comune di Genzano di ridurre drasticamente la spesa che, all’interno dei servizi sociali, è largamente dedicata alle Rsa, che passa dunque dai 2 milioni degli scorsi anni ai 950mila euro attuali, con notevole boccata d’ossigeno per le casse comunali.
“Speriamo che quest’anno la Regione non riduca in modo eccessivo il contributo erogato negli anni precedenti – ha dichiarato il Primo cittadino Flavio Gabbarini in sede di presentazione del bilancio di previsione in Consiglio comunale -. Per fortuna, però, il problema relativo al pagamento della quota di chi è ospitato nelle Rsa, in particolar modo nell’Istituto San Giovanni di Dio, di via Fatebenefratelli, si è risolto perché dopo anni è stato riconosciuto che a pagare, per quelle persone diventate residenti a Genzano dopo il ricovero, dovranno essere i Comuni di provenienza. Ma ne restano ancora tanti a carico del Comune, solo al Fatebenefratelli parliamo di 120 ricoverati. L’augurio – ha concluso il sindaco genzanese – è che la Regione non riduca la partecipazione ai contributi che ha sempre garantito in questi anni”.
Il risparmio, manco a dirlo, consentirebbe di salvaguardare al meglio quello ‘stato sociale’ che a Genzano, ancor più che altrove, è sempre stato un cavallo di battaglia delle amministrazioni che si sono succedute. Un motivo di vanto che i continui tagli agli enti locali stava finendo per far venir meno e a cui la decisione dell’Avvocatura regionale potrebbe in qualche modo ridare linfa.
Michela Emili