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Castelli Romani, allarme cinghiali: il Parco chiama a raccolta i selettori per monitorare le specie problematiche

cinghiali

cinghialidi Michela Emili

E’ passato all’operatività il Parco dei Castelli romani sul tema, assai dibattuto negli ultimi tempi, della massiccia presenza di cinghiali a ridosso dei centri abitati. Frequenti avvistamenti e per giunta un incidente nella zona dei Piani di Caiano, a Rocca Priora, hanno contribuito a creare non poche preoccupazioni in riferimento alla pericolosità di queste specie animali e ai danni apportati a colture e recinzioni.

Invocato da più parti, cittadini e amministratori, il Parco detta la sua linea di azione: “Stiamo lavorando nella redazione di un piano di contenimento della fauna selvatica, nel caso specifico cinghiali e cornacchie – ha spiegato il direttore dell’Ente di Villa Barattolo a Rocca di Papa, Maurizio Fontana -, il quale, una volta approvato ed operativo, fornirà le linee guida di azione. Sarà l’esito dei monitoraggi sul territorio a dare la misura del problema e a indicare quali interventi mettere in atto, che sono sostanzialmente la cattura degli esemplari, destinati alla macellazione o venduti alla aziende faunistiche venatorie, o la caccia selettiva. Quest’ultima è una pratica estremamente complessa che richiede competenze e una profonda conoscenza degli animali, perché ad essere abbattuti devono essere solo quegli esemplari strategici ed utili a raggiungere l’obiettivo del contenimento della specie”.

Ma allora i cinghiali sono davvero aumentati in maniera esponenziale tanto da costituire una seria minaccia per la popolazione?

“Parliamo di una tematica molto complessa e per dare una risposta esauriente dobbiamo monitorare il territorio attentamente. C’è da considerare comunque che non sono i cinghiali ad aver invaso il nostro territorio, ma è al contrario l’uomo che ha contaminato il loro habitat naturale. In più, ci troviamo di fronte ad una specie orientale di cinghiale, la sus scrofa, che è stata improvvidamente importata nel nostro territorio ed ha soppiantato quella nostrana, ormai estinta, che si riproduceva una sola volta all’anno ed era più mansueta”.

“E’ indicativo, comunque – spiega ancora Fontana – il fatto che per le reti elettrificate che concediamo in comodato d’uso a quegli agricoltori e proprietari terrieri che rappresentino la necessità di rinforzare le recinzioni, manchino le richieste, e che quindi giacciono ancora nei nostri locali”.

Gli appelli, però, per un intervento del Parco si fanno sempre più insistenti e preoccupanti. Ad effettuare i monitoraggi delle due specie problematiche, cinghiali e corvi, saranno i selettori che hanno preso parte al corso di formazione indetto dal Parco in tempi passati, al centro di numerose polemiche perché formava cacciatori selettivi prima ancora della redazione del piano di contenimento. Ad ogni modo alla lunga lista di selettori il Parco ha inviato una lettera invitandoli a prendere parte alle attività di avvistamento e censimento delle specie, e le prime adesioni sono già giunte. Tutti coloro che accetteranno, coadiuveranno il lavoro di avvistamento dei guardiaparco, velocizzando il lavoro preliminare all’individuazione dell’azione più idonea a liberare il centro abitato dalla presenza di cinghiali, che senza nemici naturali – vedi il lupo – si aggirano indisturbati alla ricerca di cibo.

“Il Parco – aggiunge Fontana – è altrettanto attivo nella repressione dei cacciatori di frodo con l’organizzazione di frequenti battute antibracconaggio di concerto con la forestale”.