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Albano – Sulla discarica si Roncigliano è andato in onda l’ennesimo teatrino

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discaricadi Maria Lanciotti

Martedì 1° dicembre 2015 in mattinata si è svolta presso gli uffici regionali in via del Giorgione – Dipartimento Territorio, Area Rifiuti – la tanto attesa Conferenza dei Servizi per il riesame dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) relativa  agli impianti della discarica di Roncigliano,  disposta dalla Regione Lazio in seguito alle ripetute segnalazioni circa le fetide e venefiche esalazioni emesse dall’infernale discarica.

Una discarica fuorilegge e fuori controllo che impunemente si sta mangiando territorio e vivibilità, nella piena acquiescenza di quanti avrebbero il diritto/dovere di tutelare Ambiente e salute pubblica.

Un perfido inganno che si sta protraendo da anni per un gioco di poteri che ha del diabolico, e che non lascia prevedere soluzioni a norma di legge nel rispetto della collettività.

Chi temeva il peggio non si poteva aspettare tanto.  Ecco in sintesi il resoconto –  ironico/ amaro e puntualissimo – che ci è pervenuto da una persona presente alla Conferenza.

“Il 1° dicembre si è svolta la prima puntata della Conferenza del riesame, voluta fortemente dalla dirigente Flaminia Tosini per prolungare, contro ogni evidenza e buon senso, la vita del TMB (Trattamento Meccanico Biologico) della discarica di Roncigliano e in particolare del VII invaso.

Erano presenti l’ing. Mauro Zagaroli per Pontina Ambiente; il responsabile della Semia Green srl che gestisce i due impianti a biogas; il sindaco Marini e il delegato ai rifiuti Luca Andreassi per il Comune di Albano;  il dott. Valentini per la Asl RMH; Silvana De Nicolò e Federica Nobilio per il M5S; due rappresentanti del Coordinamento No Inc ammessi solo come auditori. Assente ingiustificata l’ARPA Lazio.

È andato in onda il classico gioco delle parti, con la Tosini pervicacemente intenzionata a concedere lunga vita a Roncigliano, l’ingegner Zagaroli che dispensava dati tranquillizzanti quanto falsi. Il sindaco di Albano Nicola Marini che faceva la parte dell’incazzato per le puzze. Ancora il Zagaroli che cadeva dalle nuvole perché le puzze lui non le ha sentite e se anche le sentisse non cambierebbe nulla visto che la Regione non ha mai fissato limiti normativi.

La mole impressionante di dati analitici anomali nelle acque di falda, di prescrizioni violate e calpestate in tutti gli impianti della discarica, scritte nero su bianco dall’ARPA Lazio in decine di relazioni, non ha trovato alcuna eco vista l’assenza dei diretti interessati, a cominciare dall’ing. Fabio Ermolli (Responsabile del Settore Rifiuti dell’Arpa Lazio ed ex dipendente di Manlio Cerroni, ndr).

Ciò ha liberato le briglie alla dirigente regionale secondo cui gli sforamenti del ferro, dell’alluminio, del manganese sono in fondo poca cosa e quelli degli idrocarburi sono saltuari e quindi forse trascurabili, al massimo serve una ripulitina al pozzo F1B.

Inoltre ciò ha permesso al sindaco Marini di accusare l’ARPA di aver sostanzialmente impedito la chiusura della Conferenza dei servizi di Albano convocata nel 2013 a seguito della presenza di benzene in falda (pozzi C e D).

Dopo di che il sindaco si è fatto perdonare da Zagaroli la parte di incazzato recitata prima, concordando con lui che il VII invaso ha ancora una lunga vita (252 mila tonnellate ancora da abbancare) tant’è che le loro misure coincidono!

Conclusioni della giornata:

Forse si farà la caratterizzazione idrogeologica e ci penserà il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche, ndr); si farà la ripulitina al pozzo F1B; si farà una sperimentazione per misurare le puzze!

Ma le misure non le farà un Ente terzo (Zagaroli si sarebbe stranito) ma un laboratorio di fiducia della Pontina Ambiente!”

Esattamente quello che si temeva: la solita farsa per aggiustare tutto in casa, nel silenzio complice e traditore di una società asservita e assoggettata alle leggi del profitto senza scrupoli e senza regole. E intanto che il Burattinaio manovra i suoi fantocci di vecchia e nuova serie, schiavizzandoli al suo volere e potere esaltati all’ennesima potenza, le patologie vanno al galoppo a medio e vasto raggio dalla fonte d’inquinamento, un’immensa buca gonfia di veleni che alita tossicità per tutto il territorio e non solo castellano, preparando un futuro catastrofico per le nuove generazioni. E non ci sarà modo di rimediare.

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