CRONACA

Velletri – ‘L’ha ammazzato così’. Omicidio Pennacchi, parla Pamela, la ragazza di Francesco

pamela e francesco
Francesco e Pamela

Francesco e Pamela

E’ un dolore ancora infinitamente grande quello che affligge i familiari, gli amici e tutte le persone legate a Francesco Maria Pennacchi, il giovane veliterno assassinato nella notte  tra il 26 e 27 novembre sul pianerottolo del suo ufficio in via dei Volsci (leggi qui).

Una tragedia di proporzioni immani, il cui dolore faticherà a trovare una cura che lo possa lenire, e sulla quale a distanza di 3 settimane emergono nuovi particolari.

Particolari inquietanti, che per la loro crudezza fanno rabbrividire, ed aprono ulteriori scenari, sui quali sicuramente gli organi inquirenti stanno già indagando, sin dalla prima ora. E non contribuisce certo a rasserenare gli animi, già di per se inquieti, il vile episodio di cronaca cui è stata vittima la mamma di Francesco, la cui macchina è stata ‘ripulita’ (trafugate anche le foto della vittima, contenute in un hard disk) mentre era in visita alla tomba del figliolo (leggi qui).   

Ad uccidere Francesco non sarebbe stata una coltellata tra tante, ma UNA coltellata, sferratagli con l’intento di ammazzarlo.

Questa, almeno, la ricostruzione che della vicenda fa Pamela Leoni, la ragazza del giovane commercialista veliterno. Proprio lei, con una lettera a cuore aperto, ha inteso squarciare il muro dell’ipocrisia che aleggia sulla vicenda da quella notte, provando, una volta per sempre, a far chiarezza su quei drammatici istanti che sono costati la vita al suo amato Francesco.

pamelaPamela fornisce allora particolari che erano sinora solo appannaggio degli organi inquirenti, che dovranno mettere la magistratura in condizioni di poter fare al meglio il proprio lavoro, incrociando le versioni di chi era presente con gli indizi repertati sulla scena del crimine.

 “Vorrei – esordisce Pamela nella sua lettera recapitata alla nostra redazione – che venissero smentite le voci sulle modalità e sulle motivazioni dell’assassinio di Francesco Maria. Fino a circa le 23.20 del 26 novembre Francesco era con me, con la mamma, il fratello e due amici, al ristorante di famiglia. A chiusura dello stesso ha chiesto ai due amici se gli facevano compagnia per andare a prendere il proprio pc presso l’ufficio. Una volta arrivati si sono intrattenuti per circa mezz’ora e intorno alla mezzanotte Francesco ed i suoi due amici stavano per uscire dall’ufficio”.

In quel momento, stando al suo racconto, è avvenuto il ‘contatto’ col fornaio albanese, che pochi istanti dopo avrebbe inferto al 32enne veliterno il colpo mortale. “Mentre Francesco stava chiudendo la porta con l’ultima mandata – ha raccontato ancora la giovane veliterna – è uscito il vicino dalla sua abitazione con il coltello nascosto dietro ai pantaloni, lamentandosi dei rumori provenienti dall’ufficio”. “Francesco si è scusato in maniera garbata, ma in pochi secondi l’uomo l’ha abbracciato, infliggendogli una sola coltellata, e lo ripeto, soltanto una, volutamente tesa ad uccidere”.

striscioneFugata l’idea che nell’ufficio si stesse svolgendo una festa: “Ho sentito parlare di party in ufficio, di 7 coltellate, di minacce precedenti all’aggressione. Nulla di tutto ciò rispecchia la cruda e terrificante realtà. Non ci sono state liti, non ci sono state minacce, non c’è stato neanche il tempo di potersi rendere conto di quanto stesse accadendo. L’assassino è uscito intenzionalmente per uccidere infliggendo un colpo definito ‘abbraccio all’albanese’, trafiggendo il petto dalla parte destra verso l’interno, causando una ferita mortale. Non c’è motivazione – ha concluso -, non ci sono attenuanti, questa è pura atrocità”. 

da.le.

CLICCA QUI PER LEGGERE GLI ALTRI

 ARTICOLI CHE RIGUARDANO QUESTA TRISTE VICENDA

Più informazioni