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Monnezza a Velletri. ‘Caro sindaco Servadio, la salute della cittadinanza è nelle sue mani’

inedita. calici di stelle 9. ag. 2008 (1)
inedita. calici di stelle 9. ag. 2008 (1)

Un’inedita foto da ‘Calici di Stelle’, edizione 2008

di Maria Lanciotti

Monnezza a Velletri. Uno sguardo a volo d’uccello mentre s’annunciano nuove perturbazioni. E inevitabilmente si ripiomba all’inizio di un discorso che suonava già come una condanna senza appello. Era l’11 luglio del 2008, sul palco in piazza del Comune Piero Marrazzo filava d’amore e d’accordo col neo sindaco Servadio affiancato dalla sua nuova Giunta,

(https://www.youtube.com/watch?v=s1LiWf2nvJE)

al suo primo confronto con la cittadinanza dopo alcuni mesi di amministrazione. Non ripeteremo qui le parole chiave di un diktat di facile interpretazione, in cui tutto era già previsto e concordato, e debitamente sigillato.

In tema di rifiuti, all’epoca, imperava l’ignoranza e tutto quello che strumentalmente veniva propinato si mandava giù senza fiatare, salvo qualche urlo di gente sveglia che però disturbava la pubblica quiete e quindi andava tacitata di forza.

Quando si è cominciato a capire qualcosa dell’immenso business dei rifiuti e delle disgrazie immani che comporta – grazie all’impegno di una piccola parte di cittadinanza attiva e informatissima – era già tardi ma si poteva ancora intervenire per evitare il peggio, ma ecco che si montano le grandi barriere istituzionali – o “quinte” – fatte apposta per smontare anche le più accanite resistenze.

Eppure la partita è ancora in atto, ancora resta da giocarsi buone carte per non dichiarare forfait di fronte ai bari di professione e per vocazione, che come cloni si riproducono e ripropongono all’infinito, puntando a sfinire chi può giocarsi una vita sola.

Del discorso in piazza di Marrazzo vorremmo ricordare solo un breve passaggio: “Il sindaco lo sa, ci siamo visti poche ore prima che lui fosse eletto e sapeva che quando si dimostra ai cittadini che si decide, comunque si è fatta una parte del proprio dovere”.

Coraggio sindaco Servadio, la salute della cittadinanza, e non solo del territorio a vocazione agricola, sta nelle sue mani: decida per il meglio, con i poteri e la responsabilità che le competono, come Primo Cittadino. Volando alto sopra cornacchie e sparvieri.

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