In settimana, infine, è arrivata l’assoluzione dalla Corte di Appello di Roma. In attesa di conoscere le motivazioni della stessa è emerso, dalle parole del Presidente di sezione della Corte, che il procedimento fosse già prescritto ai tempi della sentenza di primo grado, ma è parsa significativa la cancellazione delle pene accessorie tra cui l’interdizione e la rilevante sanzione economica, aspetto per nulla consequenziale, che ha di fatto palesato che la Corte abbia condiviso le ragioni dei ricorrenti, considerando che le pene accessorie non hanno prescrizione, come anche l’interdizione dai pubblici uffici.
Appena dopo la sentenza Trivelloni è stato sommerso dall’affetto e dalla vicinanza di chi non ha voluto mancare di condividere con lui il sollievo dell’assoluzione, dopo che lui, per primo, aveva scelto il suo profilo Facebook per ringraziare chi non gli ha mai fatto mancare il suo sostegno. E’ un Lamberto Trivelloni sollevato, quindi, quello che ha commentato la sentenza della Corte d’Appello, pur senza mancare di far trasparire l’amarezza per quanto avvenuto in questi anni. “Da quel lontano 25 gennaio 2005, giorno in cui scoprii di essere oggetto di una indagine della Procura della Repubblica di Velletri, di acqua sotto i ponti ne è passata, ed ora – svela – dopo quasi 11 anni finalmente è arrivata l’assoluzione, con la revoca di tutte le pene accessorie, l’interdizione dai pubblici uffici e l’azzeramento delle sanzioni economiche comminatemi dal Tribunale di Velletri. Ciò che mi dispiace – ha aggiunto – e non fa certamente onore alla giustizia locale è che ci sono voluti due tribunali superiori per ripristinare correttamente il corso della giustizia e restituirmi i sacrosanti e legittimi diritti di cittadino perbene. Prima con il Tribunale del riesame, con il quale scomparvero le accuse più infamanti di corruzione e concussione e poi nel rinvio a giudizio perse sostanza anche tutto il restante. La sentenza, di cui aspetto di conoscere le motivazioni, mi restituisce solo in parte le opportunità ed i dolori sofferti in questi lunghi anni, ed è per questo motivo che nei prossimi giorni oltre a richiedere un risarcimento danni per le lungaggini del processo analizzerò, insieme ai miei legali, anche l’ipotesi di denunciare pubblicamente alcuni fatti particolari e, a mio avviso, al di là dei limiti, codici e delle regole scritte e conosciute. Intanto, come promesso, pubblicherò tutte le intercettazioni che mi riguardarono nel procedimento in questione, con annessi commenti e chiarimenti. Non posso tuttavia esimermi – ha concluso – dal ringraziare tutte le persone che mi sono state vicine, perché sono state importanti per me, non mi hanno lasciato solo neanche un minuto e lo hanno fatto senza pretendere nulla in cambio, con amore, affetto e sincera amicizia”.