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La ‘Chernobyl dei Castelli’ – Quel fumo nero segna la sconfitta d’una gestione dei rifiuti davvero pessima

incendio roncigliano

incendio discarica roncigliANOdi Daniel Lestini

Saremo i primi a esserne felici se già dalle prossime ore qualcuno dovesse accusarci di essere stati esageratamente catastrofici. Lo saremo ancor di più se ciò dovesse accadere nelle prossime settimane e anche di più nei prossimi mesi, quando la portata di quanto sta accadendo in queste ore nelle campagne a sud dei Castelli, nella zona di Roncigliano, ad Albano, sarà ancor più reale e calzante, visto che alle mezze frottole di comodo sciorinate in queste ore si fa davvero fatica a credere, se non serrando le finestre e turandosi il naso, come purtroppo sono stati costretti migliaia di abitanti, alcuni dei quali, potendolo fare, hanno persino lasciato le proprie abitazioni.

Potrebbe apparire un iperbole,  quella figura retorica che esagera la descrizione della realtà tramite espressioni che l’amplifichino, ma quanto accaduto in questo inizio d’estate, nel tardo pomeriggio di giovedì 30 giugno, rischia di trasformarsi nella ‘Chernobyl dei Castelli’. Non tanto (o meglio, non solo) per gli effetti che quella miriade di rifiuti bruciati e volati in cielo sotto forma di nube nera come la pece potranno provocare, incidendo sulla salute umana e sulle coltivazioni in termini e modi che non sarà facile decifrare, almeno per noi profani, ma soprattutto per la sconfitta, definitiva, e senza appello, di una gestione dei rifiuti pessima, finita bruciata anch’essa con quelle tonnellate di monnezza andati in fumo. E chissà se per inefficienza o per dolo.

incendio ronciglianoSi riempiranno la bocca di belle parole – anzi lo stanno già facendo, predicando calma e serenità – ma la realtà è che quanto accaduto a Roncigliano rappresenta la definitiva sconfitta, per k.o., di una politica che non ha saputo ne voluto entrare in una nuova dimensione della gestione dei rifiuti, preferendo restare ancorata ad una evoluzione lenta della stessa, in cui molte scelte ambientali sono state solleticate e sollecitate solo se facevano rima col business, che nel versante dei rifiuti ha fatto gola a tanti, spesso a dispetto dell’interesse e della salute di tutti.

Se da quelle parti, li dove il fumo e la puzza si sono levati in cielo per ore, non sorge un Inceneritore, il merito non è certamente di amministratori ed esponenti politici locali, ma di chi si è messo in testa ad un drappello di cittadini, divenuto di volta in volta più corposo, facendo le barricate, sfilando tra un paese e l’altro, e scomodando esperti disinteressati, che si sono messi li, a testa bassa, sensibilizzando la popolazione. irruzione dei vigili nel capannoneTutto, pur di tenere lontano dal territorio i tentacoli di quello che non a fatica è stato definito il ‘cancrovalorizzatore’ dei Castelli, e che non avrebbe certo proiettato la nostra terra in una dimensione moderna ed ecosostenibile dei rifiuti, cedendo piuttosto il passo ai boss della monnezza, il cui ras qualche problemino con la giustizia lo sta avendo. Avessero voluto davvero imprimere un’accelerazione verso una gestione moderna, virtuosa ed ecosostenibile del settore probabilmente a scendere in piazza sarebbero stati loro, i politici e gli amministratori locali. Avrebbero potuto mettere da parte le logiche di partito, partendo, lancia in resta, in direzione Pisana, dove incontrare Giunta e consiglio regionale, sollecitandoli all’approvazione del vituperato Piano dei Rifiuti, scandalosamente latitante su queste latitudini.

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