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Calcio – Giochi funebri per il cadavere del vero calcio, sgozzato da operazioni come quelle dei cinesi a Milano

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gazzetta milan interMISERERE

di Pier Luigi Starace

Berlusconi ha venduto il Milan. Faccio un salto, per un attimo, al 1950 dei miei dieci anni. Le figurine con quei ragazzi puliti e seri, Annovazzi, Buffon padre, che giocava a calcio e non anche ad altro, Liedholm, Tognon, incapaci anche di concepire, perché incompatibile col loro spirito individuale e di squadra, una sola espressione di scompostezza, aggressività, non rispetto dell’avversario e dell’arbitro. Quel pubblico di lavoratori e impiegati, appassionato sì, ma che già a fine partita, senza processi, recriminazioni, commenti interminabili come quelli di comari oziose su un ballatoio dopo una rissa fra due di loro, già si concentravano sulla cenetta casalinga, e sul riposo notturno per essere in fabbrica o in ufficio il lunedì a lavorare, da veri milanesi, non a buttar via tempo commentando i commenti dei giornalisti. Che poi erano Gianni Brera ed Emilio De Martino, e non sfornatori d’una leggenda al giorno, fatta per durare un giorno.

berlcinaRitorno all’oggi. Tutta questa storia, ed anche di più indietro, dall’anno di fondazione del Milan, era dunque compresa nel prezzo pagato dal cinese, anche quella è stata sottoposta a monetizzazione e finita nel portafoglio del caimano, forse a sua insaputa, forse ad insaputa dell’opinione pubblica plasmata dal mercato, ma certo non a mia insaputa. Il grande compratore di magistrati e parlamentari è diventato un grande venditore. Il piazzista si è venduto padre, madre e figli, se – come forse era sessant’anni fa – un presidente considerasse figli i propri giocatori. Chi è ridotto a vendersi tutto questo dovrebbe non aver più neanche i soldi per il pane. Avrebbe dovuto rivolgersi ai servizi sociali comunali, qualcosa dovrebbe saperne.

C’è un punto in questa storia che è ancor peggio di quanto detto or ora.Ho visto in televisione un cinese interessato all’affare. Un’aria seria, responsabile, da fratello maggiore: ”Ora riporteremo la squadra alle glorie passate” (un pò quanto già avvenuto coi ‘cugini’ dell’Inter, anch’essi finiti nella rete della proprietà cinese, ndr).

brerlusconi mcinaLa terra milanese ha sempre prodotto atleti di livello mondiale, come Altimani, Frigerio, Beccali, anche nel calcio, e le glorie sono stati loro ad avergliele date. La Lombardia, dai primi anni della prima rivoluzione industriale, era al livello dell’Inghilterra e degli Stati Uniti, cioè di tutto il mondo, in tutto, anche nell’imprenditoria. Questa svendita ci presenta una Lombardia desertificata sia di atleti che di imprenditori, accoccolata sui gradini del Duomo a chiedere l’elemosina al turista, stavolta un cinese.

Spero d’incontrare qualche milanese che senta qualcosa di quello che sento io. Nel frattempo mi rivolgo a tutti quelli che hanno inghiottito, o solo deglutito senza il minimo sforzo, questa “operazione di mercato”, una delle tante, e guardano al futuro del club.

Ragazzi, continuate pure, all’ombra cinese, a mirare al ritorno alle antiche glorie. Continuate a con cori e coreografie, con sparate di cannonate di coriandoli, di bengala, anche contro i giocatori in campo, con devastazioni di città “nemiche”, bastonate e coltellate, continuate a giocarvi miliardi nelle varie scommesse calcistiche legali e illegali, per partite pulite o truccate, in contanti o con carta di credito, a leggere cinquanta pagine di gossip calcistico quotidiane sui vostri giornali, insomma continuate come solo sapete fare, dopo quei tempi di cui parlavo all’inizio.

Ma cercate di vedere che tutta questa stupida orgia – a vostra insaputa- non è altro che un’organizzazione di giochi funebri per il cadavere del vero calcio, sgozzato da operazioni come questa. Che, qualunque parola vi esca dalla strozza afona per le urla intimidatrici e provocatrici ed irrigata di birra o altro, non sarà in effetti che una professione, una confessione di fede nell’utilizzatore finale di tutto questo immane spreco di risorse umane, d’energie, d’anima: il dio danaro. Qualunque parola diciate lui la sentirà così: “Sei tu che hai vinto, sei tu l’unico, sei tu il più grande!”.